Morta la star coreana Moonbin: che cosa vuol dire K-pop

Muore ad appena 25 anni nel suo appartamento a Seul. Non si esclude l’ipotesi del suicidio: non sarebbe la prima volta per un giovane artista coreano

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Redazione

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È morto ad appena 25 anni Moonbin, nome d’arte di Moon Bin, cantante del gruppo K-pop sudcoreano Astro. Il terribile annuncio è arrivato dai profili social della sua etichetta discografica Fantagio: “Grazie di tutto, Moon Bin. Scusaci perché il nostro amore non è riuscito a proteggerti”. Si tratta di una notizia tragica, che riporta con forza alla ribalta il tema dell’enorme pressione a cui sono sottoposte le giovani celebrità del pop coreano. Si sospetta che quello del 25enne possa essere un caso di suicidio e non sarebbe il primo tra gli idol, come vengono chiamati i cantanti delle band coreane. Ma scopriamo insieme cos’è il K-pop e qual è la sua storia segnata da successi e tragedie.

K-pop: cos’è e cosa vuol dire

Partiamo dalle basi. Il K-pop è il nome con cui viene indicato il pop coreano (Korean pop), un genere musicale affermatosi negli anni Novanta del Novecento in Corea del Sud. Dopo aver conquistato i Paesi dell’Asia si è presto diffuso anche nel resto del mondo, raggiungendo una fama internazionale e appassionando milioni di giovanissimi fan. A caratterizzare il K-pop è la forte contaminazione e ibridazione con diversi generi musicali come l’hip-hop, il rock, il metal e molti altri. Ma non solo: parte integrante delle esibizioni dei gruppi di Korean pop è la fondamentale presenza di incredibili scenografie e coreografie ballate. L’aspetto più interessante è come i gruppi vengono formati; mentre solitamente nell’industria musicale occidentale a un artista viene offerto un contratto discografico quando comincia ad ottenere un po’ di riconoscimento, nel mondo K-pop, invece, i giovani che sognano di diventare un “idolo” inseguono le etichette e fanno una serie di audizioni.

Sono proprio le scenografie e i balli, oltre al canto, gli elementi che rendono le performance dei gruppi di K-pop così divertenti e appassionanti. Ma le esibizioni nascondono un lato oscuro. Una volta scelti, i membri dei gruppi si esercitano per mesi o anni prima di potersi veramente esibire, proprio per ricercare la perfezione nel momento in cui verranno lanciati. È dunque noto che l’ambiente è caratterizzato da una notevole pressione che pesa sugli artisti da parte dei fan e dell’industria.  Dal 2017 a oggi sono morti almeno quattro artisti K-pop sudcoreani: Jonghyun, di 27 anni, del gruppo Shinee; Seo Min-woo, di 33 anni, dei 100%; Goo Hara, di 28 anni, del gruppo Kara, e Sulli, pseudonimo di Choi Jin-ri, della band f(x).

A questi si aggiunge ora il caso di Moonbin, la cui causa della morte è ancora da verificare. La Corea del Sud registra il più alto tasso di suicidi giovanili di tutti i paesi con le economie più avanzate, e benché gli episodi di suicidio stiano calando tra la popolazione complessiva, restano la prima causa di morte per chi ha meno di 40 anni.

Moonbin degli Astro è morto: la sua impronta nel K-pop

Moonbin è dunque l’ultima star del K-pop a perdere la vita negli ultimi anni. Aveva iniziato la sua carriera nello spettacolo a 6 anni, come modello di abiti per bambini. Era apparso in un video dei TVXQ ad appena 8 anni. Si trattava di uno dei gruppi di K-pop più noti, che Billboard, rivista musicale statunitense, definì “i reali del k-pop”. Moonbin aveva recitò anche in alcune webserie. A 18 anni fondò gli Astro, nel 2016. Il gruppo fu subito molto apprezzato e nello stesso anno sempre Billboard li aveva definiti uno dei migliori nuovi esempi di K-pop.

Più di 240 gruppi di Korean pop hanno fatto il loro debutto negli ultimi anni e, molti di loro, sono diventati famosi anche fuori dalla Corea del Sud. Questi tendono ad essere molto grandi, se paragonati alle band musicali del mondo occidentale. Pensate che ci sono stati addirittura gruppi con 40 membri, come gli NCT. Anche se il K-pop è un fenomeno originale della Corea del Sud, il genere è adesso così famoso in tutto il mondo che sta aumentando il numero degli stranieri nei gruppi K-pop. Infatti, sempre più giovani dalla Cina, dal Giappone e dall’Australia si presentano alle audizioni con il sogno di diventare degli “idoli”. Un mondo affascinante e sorprendente, che alimenta però un lato oscuro e tragico.