Chi è Micaela Pignatelli, moglie di Flavio Bucci

Micaela Pignatelli è una celebre doppiatrice italiana, moglie dell'attore Flavio Bucci

Micaela Pignatelli è stata la moglie di Flavio Bucci, celebre attore che ha interpretato un indimenticabile Ligabue in tv, scomparso il 18 febbraio 2020. Classe 1945, è una doppiatrice, attrice e dialoghista originaria di Napoli. Bucci è stato il grande amore della sua vita, da cui ha avuto due figli: Lorenzo e Alessandro.

La coppia si era conosciuta sul set e si era da subito innamorata, sposandosi poco dopo. L’attore aveva avuto un altro figlio, Ruben, con la produttrice olandese Loes Kamsteeg. Bucci è venuto a mancare all’età di 72 anni nella sua casa di Passoscuro a causa di un infarto. A dare la notizia è stato il sindaco di Fiumicino su Facebook. “Quando un artista se ne va lascia sempre un gran vuoto – ha scritto Esterino Montino -. Mi dispiace molto della scomparsa dell’attore Flavio Bucci, che da anni risiedeva a Passoscuro. Tutti lo ricordano in alcuni suoi ruoli memorabili in film altrettanto indimenticabili: penso a Il Marchese del Grillo, accanto a Sordi, a Suspiria del maestro del terrore Dario Argento, a Il divo di Paolo Sorrentino, solo per citarne alcuni. Un grande caratterista, di quelli che hanno fatto grande la cinematografia italiana. Esprimo le condoglianze mie e dell’Amministrazione ai familiari e amici”.

La Pignatelli non ha commentato la scomparsa del marito, con cui ha vissuto in passato una passione travolgente. La sua carriera è iniziata come doppiatrice di film famosi, da Wall Street, Hazzard a Vivere e morire a Los Angeles. In seguito ha recitato in pellicole di successo come Io so che tu sai che io so, Flashman e Gangsters.

“Se ci penso, la vita me la sono goduta, e mi piace ancora – aveva spiegato lui a Repubblica qualche tempo fa -. Le pare poco? Se faccio un esame di coscienza, ho commesso tanti errori e stupidaggini, ma niente è accaduto invano collezionando la bellezza degli incontri, l’umanità in generale, e m’è andata bene perché non sono mai stato perfetto ma l’attività artistica m’ha stimolato a lungo la fantasia, e grazie alla professione mi sono identificato in più vite, ho avuto il cervello continuamente in moto, conoscendo un destino non normale, sublime, appagante”.