Jude Law è sbarcato a Venezia 82 e fa sognare fan e giornalisti. Giunto al Lido per presentare Il mago del Cremlino, pellicola firmata da Olivier Assasays. Un’opera tratta dal libro omonimo dell’italiano Giuliano da Empoli.
Una prova a dir poco delicata per l’attore, che si è calato nei panni di un giovanissimo Vladimir Putin. L’ambientazione è infatti alla fine degli anni ’80, mentre un giovane artista, Vadim Baranov, diventava un consigliere politico di spicco, figure enigmatiche come Putin si affermavano nella neonata Federazione russa.
Jude Law trasformato
Tutti a bocca aperta nel vedere Jude Law in versione Putin. Ancor prima della prima proiezione, erano circolate delle foto dal set. Trucco e parrucco impeccabili, al fine di riprodurre perfettamente questo complesso personaggio.
Sguardo glaciale, completo elegante e trasformazione completata. Molti fan online si sono detti increduli e incapaci di riconoscerlo. Il regista Assayas ha raccontato: “Jude Law ha completamente trasformato e reinventato il personaggio di Putin”.
Il celebre attore ha definito questa sfida come un vero e proprio Everest da scalare: “Sono ai piedi e guardo verso l’alto, pensando in cosa mi sono cacciato”.
Si è così cacciato nella tana del bianconiglio, scavando a fondo e divenendo ossessivo. Un lavoro complesso, considerando anche come l’immagine pubblica di Putin dia ben poco per un lavoro di reinterpretazione.
Per lui è stato “l’uomo senza volto”. Ed ecco il suo commento: “Olivier voleva che ritraessi questa o quella emozione. Sentivo che il conflitto di cercare di mostrare molto poco ma di sentire moltissimo dall’interno era la chiave”.
Un ruolo pericoloso
Considerando il personaggio di cui parliamo, è innegabile che per alcuni la scelta risulti anche rischiosa. A quanto pare, non per lo stesso Jude Law. A Venezia 82 ha rivelato di non aver affatto temuto ripercussioni eventuali: “Non vorrei sembrare ingenuo ma mi sentivo sicuro che questa storia sarebbe stata raccontata in maniera intelligente, con sfumature e attenzione”.
Alla base di tutto un concetto molto semplice, la mancanza d’intenzione di cercare polemiche per il gusto di sollevare un polverone: “È un personaggio in una storia più ampia. Non stavamo cercando di definire nulla su nessuno”.
L’obiettivo di Assayas, infatti, era quello di raccontare un sistema e non un uomo. Precisamente il racconto della trasformazione della politica nel corso della nostra vita. Un film su cos’è divenuta la politica e sulla situazione terrificante in cui siamo tutti coinvolti, trascinati da una classe di governanti inadatta.