Fenomeno Ultimo: amato dalla gente, snobbato da (certa) stampa

Ultimo è un fenomeno di dimensioni colossali, amato trasversalmente dal pubblico ma sottovalutato dalla stampa. E le ragioni arrivano da lontano

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Sara Gambero

Giornalista esperta di Spettacolo e Lifestyle

Una laurea in Lettere Moderne con indirizzo Storia del Cinema. Appassionata di libri, film e del mare, ha fatto in modo che il lavoro coincidesse con le sue passioni. Scrive da vent’anni di televisione, celebrities, costume e trend. Sempre con un occhio critico e l'altro divertito.

Ultimo, dati alla mano, è un fenomeno di dimensioni colossali. Adorato dal pubblico in maniera trasversale (dai 15 ai 70 anni piace a tutti, vip compresi, in prima fila ai suoi concerti), capace di infilare tre date sold out all’Olimpico di Roma. Il suo album Altrove è stato il più venduto in Italia, a maggio, nonostante i suoi brani non siano trasmessi dalle radio commerciali (e la sua etichetta Ultimo Records non sia una major). Ma Ultimo è al tempo stesso re e reietto. Re del popolo e reietto dall’èlite, da certa stampa mainstream con la quale non ha mai avuto un rapporto sereno. E che ancora oggi, in qualche modo lo sottovaluta, lo snobba, non gli conferisce il giusto merito.

Marchiato con la lettera scarlatta, che nel suo caso coincide con la S di Sanremo. Perché Ultimo, al secolo Niccolò Moriconi, paga ancora lo scotto di quel famoso Festival 2019 in cui sbottò coi giornalisti della sala stampa, osò dissentire per il secondo posto, dietro Mahmood. Vittoria mancata a suo dire immeritata, visto che il pubblico lo aveva decretato vincitore a mani basse, ma il voto della stampa lo aveva rispedito in seconda posizione. “Voi avete questa settimana per sentirvi importanti e poi dovete sempre rompere il ca@@. Sono comunque contento di aver partecipato al Festival, contento del ragazzo Mahmood che ha vinto…tanto qualsiasi cosa io dico, voi troverete qualcosa da ridire”.

Un po’ quello successo quest’anno a Geolier, per intenderci: vincitore assoluto per il voto popolare ma poi arrivato secondo dietro ad Angelina Mango grazie alla sala stampa. Nel caso di Ultimo, però, il cantante non stette zitto e alzò i toni con i giornalisti. Da quel momento, come uno stigma impresso a fuoco sulla pelle, certa stampa non ha dimenticato.

Digitando Utimo in rete, escono decine di risultati sulla sua storia d’amore con Jacqueline Luna Di Giacomo, sul fatto che diventerà papà, sulla questione Heather Parisi (che non ha fatto una piega alla notizia che diventerà nonna: anzi, ha limitato i commenti sui suoi account social). Un solo risultato sul fenomeno, sul fatto che è davvero “L’ultimo re di Roma“, erede di Antonello Venditti, capace di fare smuovere e commuovere tre generazioni di fan.  In questi giorni nella Capitale non si parlava d’altro: dal panettiere al bar, il concerto di Ultimo era sulla bocca di tutti. E il suo biglietto in tasca.

Ultimo in concerto all'Olimpico, giugno 2024
Fonte: Getty Images
Ultimo in concerto all’Olimpico, giugno 2024

Le teenager impazziscono, le mamme si commuovono, i vip sono tutti schierati in prima fila, per questo 28enne di San Basilio che scrive e canta di emozioni e sentimenti semplici. Che non fa tormentoni estivi, che non collabora con nessun altro artista in trend, per logiche commerciali. Che scrive solo quello che sente. Lontano dal trap, dal rap, da quello showbiz fatto di ospitate, fashion week, party, presenze obbligate e ben remunerate. Che non documenta la sua vita privata sui social (“Troppi ragazzi passano dieci, dodici ore al giorno a scrollare video su TikTok. I social ti anestetizzano. Ti stuprano il cervello”), che vive lontano dai riflettori.  Ultimo è “ultimo” anche in questo, restio alla mondanità e alla pubblicità di se stesso. Ultimo nel mondo dei social e delle vite in vetrina. E forse proprio per questo ritenuto più vero di altri. Ma anche per questo meno presente di altri in copertina e sui media, che di lui non possono parlare se non del suo incredibile successo. Ma non lo fanno volentieri.

“Perché ho cosi tanto successo? Forse perché sono vero. Onesto. Trasparente al cento per cento. Perché non scrivo canzoni per farne un successo, ma per tirare fuori quello che ho dentro. Quando canto, io ci credo. Puoi dirmi quello che vuoi, anche che ti faccio cagare, qualcuno me l’ha detto e gli ho stretto la mano; ma non puoi dirmi che non ci credo, che non sento quello che canto. E credo che la gente capisca quando una cosa è vera. Le persone si aggrappano a me, alle mie parole. Mi abbracciano per strada, piangono”, ha detto in una intervista ad Aldo Cazzullo.

Ultimo e la fidanzata Jacqueline Luna
Fonte: IPA
Ultimo e la fidanzata Jacqueline Luna

Come Vasco nei primi Anni ’80, che pagò lo scotto di essere diverso  – in un momento in cui i cantautori erano quasi tutti impegnati e politicamente schierati – , boicottato dalla stampa (cui dedicò anche un brano Vado al massimo: “Meglio rischiare, che diventare Come quel tale, quel tale Che scrive sul giornale…”) così Ultimo paga il fatto di non essere alla moda, musicalmente parlando, più vicino al cantautorato di pancia che al trap dilagante e furbetto, e sicuramente poco disposto ad assecondare, a piegarsi alle logiche commerciali, alle mode, alla convenienza.

E proprio come Vasco allora che parlando di sentimenti semplici, della vita di tutti i giorni, comune a tanti ragazzi di quella generazione, divenne un fenomeno in quegli anni, così Ultimo, a distanza di 40 anni, ha fatto lo stesso: niente politica esplicita (anche se dice “Io nel mio piccolo penso di fare politica con le mie canzoni: Dalla parte degli ultimi per sentirmi primo è un verso politico..”), nessun attacco o polemica al sistema nei suoi brani, ma vita vissuta.

La sua ragazza Jacqueline sale sul palco senza trucco, con i capelli raccolti, in t-shirt, pantaloni e sneakers (anche lei così diversa dalle fidanzate/compagne di tanti artisti coetanei di Ultimo) e il pubblico impazzisce per loro.

Ultimo è davvero l’ultimo a comparire in copertina, l’ultimo a essere trasmesso nelle radio più commerciali. Ma il Primo nel cuore del pubblico e a riempire gli stadi. E questo è un dato di fatto.