Emily Ratajkowski sa sempre come attirare l’attenzione. Se non sono foto o video postati su Instagram a farlo, ci pensano le paparazzate in giro per New York o a qualche evento mondano, fasciata nei suoi micro abiti inguinali. O, come in questo caso, la sua partecipazione alla New York Fashion Week, dove ha sfilato per la stilista americana Tory Burch, vestita, o meglio svestita, con una lunga gonna arancio abbinata ad una maglia a maniche lunghe talmente trasparente da lasciar vedere il reggiseno sottostante. A sua volta talmente trasparente da lasciar intravedere “il” sottostante.
D’altronde, a chi è abituato a vedere di Emily Ratajkowski solo bellezza e (spesso) nudità, da lei esibite con naturalezza sui social, etichettandola inevitabilmente come esibizionista e primadonna, invitiamo a leggere la sua biografia e le sue interviste, in cui si comprende meglio come e perché questa bellissima modella e attrice classe 1991, figlia di una insegnante di letteratura statunitense e di un pittore polacco, cresciuta respirando arte e bellezza, mostri senza pudore il proprio corpo, quasi come messaggio di emancipazione e libertà.
Emily, abituata fin da piccola a non avere tabù, ha sempre frequentato spiagge nudiste coi genitori e per il lavoro artistico del padre è stata spesso a contatto con varie figure di nudo femminile. Per questo, dice di sentirsi a proprio agio svestita, e considera il nudo normalità, non volgarità.
Lei stessa aveva detto in una intervista: “Nella nostra cultura gli uomini, soprattutto, guardano la pornografia, ma poi si sentono offesi da un ritratto o una fotografia contenente nudo classico…”.