È andata così, tre buoni motivi per vedere la docuserie su Ligabue

Luciano Ligabue sbarca su Raiplay con una docuserie che ripercorre trent'anni di carriera: con lui amici, colleghi e tanta musica

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Redazione

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Luciano Ligabue come non lo avete mai visto, fra gioie e dolori, fra luci e ombre. È quello che dal 12 ottobre potremo scoprire su Raiplay nella docuserie È andata così, che ripercorre “trent’anni di carriera su e giù da un palco”, come dice il promo della tv pubblica.

Sette episodi della durata di 15 minuti ciascuno, che porteranno gli spettatori a scavare tra i ricordi e le emozioni del cantante di Reggio Emilia, che in questo viaggio sarà accompagnato da Stefano Accorsi, voce narrante e intervistatore, e da una serie di ospiti tra amici e colleghi. Abbiamo visto qualche minuto di È andata così e incontrato Luciano Ligabue (virtualmente). Ecco perché, secondo noi, dovreste vederla.

Perché scoprirete un Ligabue inedito

Cinque ore di materiale condensate in poco più di un’ora per raccontare l’ascesa e il trionfo di uno dei cantanti più amati di sempre in Italia. Ma ciò che più emerge da È andata così è l’aspetto meno noto di Luciano Ligabue, ossia quello che si cela dietro la scrittura di brani, libri e film, quello più ombroso ma anche il più giocherellone.

Per dirla con le parole usate da Stefano Accorsi durante la presentazione “Racconta i successi ma anche i momenti meno semplici e secondo me questo elemento, unito a quanto ci siamo divertiti a farlo, dicono bene chi è Luciano. Perché lui è tutto questo: ha un punto di vista su tante cose e non è mai una cosa buttata lì così. E questo è raro oltre che prezioso“.

Ligabue Stefano Accorsi
Fonte: Ufficio Stampa Rai
Ligabue e Stefano Accorsi

Perché vi emozionerà

È proprio nel rapporto con Accorsi, cui lo lega un’amicizia di lungo corso, che emerge l’aspetto più goliardico di Ligabue. Ma nel raccontarsi, Luciano è anche in grado di portarci nella sua mente e di confessare cose che finora aveva taciuto, come per esempio l’intezione di ritirarsi proprio quando tutto andava per il meglio.

Avevo deciso di ritirarmi. Sono state tre crisi diverse una dall’altra. (…) La prima crisi è stata quella del terzo album che sembrava aver fatto sparire tutto il pubblico. La seconda crisi è stata quella di non saper gestire la popolarità, alla fine degli anni ’90. Per uscirne ho dovuto fare Miss Mondo dove racconto le parti oscure del successo. L’ultima è stato in Made in Italy perché mi sono trovato in un progetto molto articolato, complesso, legato a un film. Mi sono trovato a dare la voce a un’altra persona, Enrico, una cosa che non avevo mai fatto. E durante il tour ho avuto un polipo alle corde vocali”

Ligabue docuserie
Fonte: Ufficio Stampa Rai
Luciano Ligabue

Perché c’è una parte di storia del paese

Nel raccontarsi Ligabue ripercorre anche una parte importante di storia del nostro paese, quella che va dagli anni Ottanta fino a oggi. Una storia che spesso non si arriva a leggere sui libri di scuola, ma che è importante per capire il presente e dove potremo andare in futuro.

“In questi trent’anni è cambiato tutto. Sono cambiato anche io, naturalmente, ma una delle cose che in 30 anni non sono cambiate è l’impossibilità di rinunciare a fare concerti, che è sempre stata la mia stella polare”