Chi era Ernesto Assante, il ricordo dei vip, da Diodato a Elodie

Il grande saluto del mondo della musica a Ernesto Assante, il giornalista musicale veterano de "La Repubblica"

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Paola Landriani

Lifestyle Editor

Content e lifestyle editor, copywriter e traduttrice, innamorata delle storie: le legge, le scrive, le cerca. Parla di diversità, inclusione e di ciò che amano le nuove generazioni.

Il mondo del giornalismo e della musica saluta con tristezza Ernesto Assante, storica firma de La Repubblica che nel pomeriggio del 26 febbraio 2024 è stato colto da un ictus all’età di 66 anni. Una penna gentile, specializzata in critica musicale, che ha accompagnato lettori e artisti negli anni di una carriera indimenticabile. Proprio per questo motivo, molti artisti e artiste hanno deciso di ricordarlo con qualche parola sui propri canali social.

Chi era Ernesto Assante

Nato a Napoli il 12 febbraio 1958, Ernesto Assante è un giornalista che ha sempre sostenuto e amato il mondo della musica. Una passione che è diventata un mestiere: aveva iniziato come speaker in una piccola radio nel 1975 per poi spostarsi sulla carta stampata e approdare a La Repubblica nel 1979 scrivendo di quello che amava: la musica. Una penna intensa, che ha collaborato con testate come L’Espresso, Rolling Stone e l’Enciclopedia Italiana Treccani. Negli anni ’80 Assante, capace di capire l’importanza della rivoluzione digitale, apre i suoi orizzonti alla scrittura di tematiche come le nuove tecnologie dirigendo McLink e Kataweb.

Fan incallito del mondo musicale, il giornalista ha scritto alcuni libri di critica musicale insieme a Gino Castaldo e dal 2003 al 2009 è stato professore di Teoria e tecnica dei nuovi media e Analisi dei linguaggi musicali alla Facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università La Sapienza di Roma. Importante anche la sua carriera dal punto di vista televisivo, in cui ha lavorato insieme a nomi del calibro di Renzo Arbore, Fabio Fazio, Neri Marcorè e Serena Rossi.

Ernesto Assante, il saluto del mondo della musica

Un dolore per il mondo del giornalismo ma non solo. La perdita di Ernesto Assante ha colpito colleghi, amici ed esponenti del mondo della musica che lo ricordano per i suoi pezzi pieni di passione. Indimenticabili le sue pagelle sanremesi, capaci di far entrare il lettore nell’atmosfera del festival tramite pagine di carta stampata. Un avvenimento, quello della sua morte confermata da La Repubblica, quotidiano di cui è stato veterano, che ha scosso moltissimi artisti e artiste. Luciano Ligabue ha deciso di dare il suo saluto proprio sulle pagine de La Repubblica, parlando di Assante come di un giornalista con una passione inimitabile. “Mi mancheranno molto tutte le nostre discussioni musicali ma ancora di più il sorriso che le accompagnava. Mancherà a chiunque altro ami la musica e sa di avere perso chi lo poteva guidare con la discrezione di un suggerimento.”

Non da meno è stato il saluto di Diodato, reduce dall’ultimo Festival di Sanremo, che ha dedicato al giornalista un lungo e affettuoso commento: “È stato il primo grande giornalista a credere in me, più di dieci anni fa, quando mi invitò nel suo Music Corner. Me la ricordo l’emozione che provai e quella sensazione di qualcosa che si solidificava dentro, una piccola certezza in più. Da allora ci siamo visti tante volte, tante chiacchierate mai banali, sempre la sensazione di avere davanti o dall’altra parte del telefono qualcuno che ci tenesse davvero. Gli ho voluto bene dal primo giorno e il dolore che sento stasera sembra volermelo ricordare per sempre. Ernesto, spero sia iniziato un bellissimo viaggio in un universo pieno di musica meravigliosa, come il tuo sorriso.”

Un fiume di commenti, saluti, ricordi indelebili di un sorriso rivolto alla musica: da Elodie a Enrico Ruggeri, passando per Ermal Meta, Francesco Gabbani e Laura Pausini che su X ha scritto: “Che notizia tristissima dover salutare inaspettatamente #ernestoassante.. un vero giornalista e un uomo colto che ho sempre rispettato tanto 💙”, moltissimi si sono stretti alla famiglia di Ernesto, quella naturale e quella dei giornali, per ricordare con voce forte e rumore una penna che mancherà a chiunque ha potuto leggere un suo pezzo.