Chiara Ferragni, icona globale di stile e pioniera dell’influencer marketing, sta affrontando da mesi un periodo turbolento nelle sue attività aziendali. Dopo la chiusura del negozio principale a Milano, emergono voci secondo cui anche gli uffici delle sue società starebbero chiudendo. L’indiscrezione è stata diffusa dal giornalista Gabriele Parpiglia.
Chiara Ferragni: crisi aziendale e chiusura degli uffici
Gabriele Parpiglia, giornalista di Chi e noto per le sue inchieste nel mondo dello spettacolo, ha recentemente rivelato che, dopo la chiusura di alcuni negozi del brand Chiara Ferragni in diverse città italiane, anche gli uffici della Chiara Ferragni Collection starebbero subendo la stessa sorte.
Parpiglia ha condiviso su Instagram una foto di un ufficio in via di smantellamento, sottolineando come alcune stanze sarebbero state affittate e altre chiuse definitivamente e, tra i licenziamenti, spiccherebbero nomi importanti come la direttrice della comunicazione.
Secondo Parpiglia, ora sarebbe la madre di Chiara, Marina Di Guardo, a gestire le attività finanziarie delle società, un ruolo che sta creando tensioni all’interno della famiglia.
Quindi ecco che oltre ai problemi aziendali, Chiara Ferragni sta vivendo tensioni anche sul fronte personale. Parpiglia riporta che ci sarebbe un forte attrito dunque tra Chiara e sua madre Marina Di Guardo. Le tensioni sarebbero legate all’assenza di Chiara dal lavoro e a una presunta relazione con un manager più grande di lei, la cui identità non è stata rivelata. Questa situazione preoccupa molto Marina, aggiungendo ulteriore complessità a un quadro già delicato.
Parlando invece di Fabio Maria Damato, ex collaboratore e figura chiave delle società della Ferragni, sembra che gli inseparabili continuino a mantenere un buon rapporto nonostante l’allontanamento. Al recente matrimonio di Diletta Leotta, i due sono stati visti dialogare in modo amichevole, evitando però foto e selfie insieme. Damato ha annunciato che ripartirà con una sua agenzia di talent e comunicazione a settembre, e potrebbe collaborare con Vincenzo D’Ascanio, amico di lunga data di Chiara, anche se quest’ultimo ha smentito ufficialmente la collaborazione.
Licenziamenti e prospettive future per i dipendenti
La chiusura degli uffici e i conseguenti licenziamenti starebbero creando significative difficoltà per i dipendenti delle società Ferragni. Chi ha lavorato per il brand di Chiara Ferragni si trova ora con un curriculum che potrebbe rappresentare un ostacolo per trovare nuove opportunità di lavoro. Ecco che dal post si Parpiglia si legge: “Le persone che lavoravano sotto brand Ferragni, hanno un CV macchiato che comporta una difficile collocazione”.
La chiusura dei negozi ha portato a una situazione in cui i lavoratori sono costretti a vendere la merce con sconti fino al 70%, o a chiudere definitivamente. Pasquale Morgese, detentore del 27.5% di TBS Crew, ha avviato una causa contro il “clan Ferragni” per cattiva gestione, aggravata da un aumento di capitale che Morgese non ha accettato. Questo conflitto aggiunge ulteriore incertezza al futuro delle società legate a Chiara Ferragni.
Chiara Ferragni e l’istruttoria Antitrust
In parallelo a queste vicende aziendali, Chiara Ferragni e le sue società sono state coinvolte nella famosa istruttoria da parte dell’Antitrust sul caso delle uova di Pasqua. Dopo aver rinunciato al ricorso legato al caso Pandoro, l’istruttoria si è conclude con un accordo che prevede che le società dell’imprenditrice digitale versino 1,2 milioni di euro all’associazione I Bambini delle Fate, impegnata nella salvaguardia di minori con disabilità. Questo accordo è stato raggiunto per risolvere l’accusa di presunta promozione ingannevole.
Il commento di Chiara Ferragni su questa vicenda è stato chiaro: la somma devoluta all’associazione è una donazione, non una sanzione. Ha sottolineato che né lei né le sue società smetteranno di attuare attività benefiche, ma che queste saranno separate dalle iniziative commerciali.