Chi sono i Santi Francesi, il duo che canta l’educazione sentimentale

Delicati e attenti alle tematiche sociali, i Santi Francesi vogliono portare l'educazione sentimentale a "Sanremo": scopriamo chi sono

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Paola Landriani

Lifestyle Editor

Content e lifestyle editor, copywriter e traduttrice, innamorata delle storie: le legge, le scrive, le cerca. Parla di diversità, inclusione e di ciò che amano le nuove generazioni.

Vincitori di X Factor 2022 e di Sanremo Giovani (ottenendo così un posto tra i 30 cantanti in gara a Sanremo 2024) i Santi Francesi sono un duo di ragazzi che hanno fatto della gentilezza e delle tematiche sociali il loro imperativo categorico. Con i loro testi delicati, affrontano temi importanti in modo mai scontato. Il loro ultimo pezzo è Occhi tristi, un racconto sull’amore, ha donato al duo la possibilità di calcare il palco dell’Ariston. Scopriamo qualcosa in più sulla loro visione della musica.

Chi sono i Santi Francesi, portatori di gentilezza a Sanremo

Hanno partecipato ad Amici di Maria De Filippi, ma li abbiamo conosciuti davvero sul palco di X Factor 2022 all’interno della squadra di Rkomi, che è riuscito a portarli alla vittoria. I Santi Francesi sono un duo piemontese formato da Alessandro De Santis e Mario Francese, che dopo l’esperienza fatta al talent show continuano la carriera musicale concentrandosi su tematiche importanti per la Gen. Z ma non solo, comunicando a suon di parole e gentilezza. Dopo essere stati proclamati vincitori a Sanremo Giovani, il loro obiettivo è quello di far sentire la loro voce al fianco dei Big di Sanremo 2024. Alla kermesse canora, il duo presenterà il singolo L’amore in bocca.

In un’intervista per Vanity Fair, Alessandro De Santis ha raccontato di più sulla genesi del brano Occhi tristi e sulle aspettative legate alla partecipazione sanremese: un’opportunità che funge da cassa di risonanza per far conoscere il loro lavoro, di cui vivono l’attesa concentrandosi sulla musica: “Come abbiamo fatto in passato per le puntate di X Factor e come facciamo ogni volta, tendiamo a non concentrarci su ciò che potrebbe succedere ma solo sulla performance in cui proveremo, come sempre, a dare il massimo.”

Il duo, dopo aver trionfato il 19 dicembre nella finale di Sanremo Giovani, prenderà parte al Festival, insieme a Clara e Bnkr44. Parlando di Occhi tristi, il cantante ha raccontato: “È nata per caso, in una sessione in studio con Antonio Filippelli. La base è stata scritta più o meno in un paio d’ore. Solo poi, insieme alle persone che lavorano con noi, l’abbiamo scelta. Il brano non sfocia mai nel sociale, perché si parla di fiducia nel domani soprattutto nell’ottica dei rapporti di coppia, ma il discorso può e deve essere assolutamente generale.”

Santi Francesi: musica per un’educazione sentimentale

Sempre a Vanity Fair, Alessandro De Santis ha parlato dell’impegno che lui e Mario Francese mettono nel cercare di raccontare tematiche legate al sociale, cosa fatta anche durante il lavoro su Occhi tristi: “Il nostro linguaggio cerca sempre di essere molto gentile e cerchiamo di utilizzare ogni volta una poetica che affronti ‘qualcosa’, anche un tema importante, senza necessariamente dover spiegare tutto nel dettaglio. Apprezzo che si noti questa cosa perché anche il nostro impegno sociale è fondamentale. Di certo stiamo cercando di lavorare per eliminare i residui di mascolinità tossica che restano in noi e, in generale, un po’ in ogni uomo.”

Parlando dell’idea tossica di mascolinità, tematica importantissima affrontata di recente anche viste le notizie di cronaca degli ultimi mesi, Alessandro De Santis ha toccato la condizione della sua generazione davanti a questo tema: “Diciamo che ci stiamo lavorando. Io ho 25 anni e sono molto giovane ma mi rendo conto di quanta differenza ci sia già tra i miei coetanei e i ragazzi che hanno 10 anni meno di me. Per loro alcuni pensieri e problemi sono già superati, mentre nelle nostre teste esistono ancora. Per loro ne sorgeranno sicuramente di nuovi in futuro, legati ai social o alla velocità della vita e a tante nuove variabili, però penso che dal punto di vista dell’accettare e dell’accettarsi, sicuramente – di generazione in generazione – stiamo facendo dei passi da gigante.”

Il cuore della questione sta nel lavorare per un’educazione sentimentale e sessuale nelle scuole, che aiuti i ragazzi e le ragazze a essere più consapevoli fin da subito. Per ciò che riguarda, invece, le polemiche legate ad alcuni testi che inneggiano alla violenza, come il caso La Sad, De Santis ha commentato: “Censurare non è mai la soluzione. L’arte è libera ognuno ha il diritto di dire le cose che vuole, sta poi a noi scegliere come e quando ascoltare un artista. Personalmente mi rifiuto di ascoltare alcune cose quando sento frasi che non mi piacciono, perché se nel 2023 non trovi un modo migliore per parlare di una donna se non utilizzare parolacce e termini offensivi, io preferisco non ascoltarti. Talvolta, inoltre, bisogna anche distinguere la persona e l’artista: ci sono artisti che scrivono testi indossando maschere e interpretando dei personaggi e poi nella vita sono tutt’altro.”