Massimiliano Rosolino finisce al centro delle polemiche. Tutta colpa di una foto, o del tempismo sbagliato con cui è comparsa, che lo ritrae a Canazei con la sagoma della Marmolada alle sue spalle. Un gesto di certo innocente che però non è piaciuto, soprattutto per la didascalia con la quale ha accompagnato la foto, certamente inadeguata visti i tempi che stiamo vivendo.
Massimiliano Rosolino, la foto che ha acceso la polemica
È bastata una foto. Il campione di nuoto si è trovato letteralmente travolto dalle critiche per aver postato una foto di lui, sorridente, in quel di Canazei. Non sono mancati i commenti sgradevoli di chi non ha accettato la sua scelta: “Forse oggi non c’è molto da ridere lì…”; “Str****”, togli quella foto”; “Girati, alle tue spalle ci sono dei morti”; “Senza parole…”. Una foto certamente condivisa senza dietrologie e con il solo intento di mostrare il suo sorriso ai follower, che però non hanno gradito questo moto di condivisione e, anzi, hanno notato il particolare che ha di fatto acceso le polemiche.
Non solo il luogo della foto si trova a una manciata di kilometri dal luogo della tragedia in cui hanno perso la vita 9 persone ma, alle sue spalle, si scorge persino la Marmolada. Lo scatto di Massimiliano Rosolino è perciò sembrata fuori luogo, ma la sua replica non è tardata ad arrivare, l’atleta ha infatti voluto mettere un freno alle polemiche raccontando la verità e scusandosi per aver commesso una tale leggerezza.
Rosolino, la verità sulla foto e le scuse
Mai e poi mai avrebbe pensato che una sola foto potesse scatenare un tale putiferio. Soprattutto perché non si tratta di uno scatto recente ma di un’immagine di una settimana fa, quando nessuno poteva minimamente prevedere che una tragedia di quella portata potesse imbattersi sulla Marmolada e spazzare via la vita di 9 persone.
La spiegazione non è tardata ad arrivare, come riporta il Corriere della Sera: “Prima di tutto il momento di quegli scatti: non sono stati successivi alla disgrazia, ma li ho fatti ben prima. Ero a Canazei assieme a 35 bambini di un famoso camp estivo che ne accoglie addirittura 900: quindi immortalavo qualcosa di felice. Secondo: ho pubblicato le immagini senza pensare al disastro, anche perché la Marmolada è più in là. Volevo sottolineare la bellezza di quei posti, contavo di comunicare una bella immagine della Val di Fassa, che è un luogo splendido. Infine, io sono anche legato al WWF, quindi promuovere l’attenzione verso la natura è una cosa che mi appartiene”.
E sono arrivate anche le scuse, non senza un filo di polemica: “Ovvio che non lo rifarei. Chiedo anche scusa, ma sottolineo che in certe reazioni c’è molta ipocrisia. Non mi risulta, ad esempio, che dopo la disgrazia da quelle parti si sia smesso di vivere e di condurre la consueta normalità quotidiana, serale e notturna, al netto del dolore per quanto è accaduto: perché allora accanirsi contro quella foto? Aggiungo che non sono immune da critiche e che accetto di buon grado tutto ciò che è costruttivo: lo faccio pure stavolta, diciamo che ho sbagliato una vasca da 50 metri. Ma deve finire lì, la mia sincerità e la mia buona fede non possono essere messe in discussione”.