Madonna, Rihanna, Katy Perry: perché sono (siamo) tutte debitrici a Bettie Page

La storia di Bettie Page, la prima pin up che rivoluzionò il modo di vivere la femminilità

Foto di Maria Francesca Moro

Maria Francesca Moro

Giornalista e Lifestyle Editor

Giornalista e content editor. Dalla carta al web e ai social racconta di lifestyle, cultura e spettacolo.

L’11 dicembre 2008 moriva, all’età di 85 anni, Bettie Page. Colei che è passata agli annali come la prima pin up della storia. Figura rivoluzionaria, controversa e dalla vita complessa che ha rivoluzionato il concetto stesso di femminilità e che, ancora oggi, continua a influenzare il mondo in cui ci vestiamo, pettiniamo, posiamo.

A lei si ispirò Madonna nell’iconica copertina dell’album Erotica, dove posò coperta solo da pietre preziose. A lei si devono la frangetta corvina di Katy Perry e gli spettacoli di burlesque di Dita Von Teese. Fu lei la prima a indossare i bikini che Brigitte Bardot rese famosi e a sfoggiare gli occhiali da sole a forma di cuore usati dalla Lolita cinematografica di Stanley Kubrick.

L’incredibile vita di Bettie Page

Bettie Mae Page nasce nel 1923 in una piccola cittadina del Tennessee. Il padre era un alcolista violento che abusò delle figlie appena superata la pubertà. La madre riuscì ad ottenere il divorzio, ma ciò privò le figlie del seppur esiguo sostentamento del padre. Bettie e le sue sorelle finirono in orfanotrofio e ci rimasero fino a quando la madre non riuscì a riprenderle con sé.

Mentre la mamma si barcamenava tra diversi lavori, Bettie si prendeva cura delle sorelle minori, senza mai smettere di studiare. Alunna modello, si laurea in Arte e, assieme al marito (il compagno di scuola Billy Neal) si trasferisce a San Francisco per provare a diventare un’insegnate, senza mai smettere di sognare il cinema. Dopo la guerra, il matrimonio finì e per Page fu l’occasione di trasferirsi a New York in cerca di fortuna. La Grande Mela si trasforma ben presto nella città dell’incubo, Page è vittima di uno stupro e rientra nella città natale.

Il successo arriva per caso

Bettie Page era una donna forte e trovò il coraggio di tornare a New York. Qui, passeggiando tra le giostre di Coney Island, si imbatte per caso nel fotografo Jerry Tibs, che ne rimase folgorato e le chiese di fargli da modella. Se gli scatti di Tibs segnarono l’inizio della carriera da pin up di Bettie, i suoi consigli di stile crearono il mito. Fu lui a suggerire la mitica frangetta ancora oggi simbolo di seduzione spensierata. È lo stesso divertente taglio di capelli sfoggiato da Katy Perry agli esordi.

Bettie Page
Fonte: IPA
Bettie Page, la pin up più famosa del mondo

Bettie è spudorata, autoironica, priva di inibizioni. Senza mai essere volgare, esplora l’intero immaginario della sessualità, sperimentando anche nel campo della fotografia BDSM, fetish e bondage. Era un settore di nicchia, ma Page raggiunse una popolarità senza confini. Sbarcata sulla copertina di Playboy, diviene la coniglietta più famosa degli Anni ’50. Il fondatore della rivista Hugh Hefner ne rimane a tal punto colpito che, quando decenni dopo la scopre in disgrazia, scatena i suoi avvocati e le fa ottenere i diritti di 40 anni di immagini illegalmente sfruttate.

La sua immagine era ovunque: televisione, locali di burlesque, spettacoli off-Broadway, televisione, calendari, calamite e santini. Era Betty Boop in carne ossa, la personificazione della femminilità. La donna che liberò la sessualità al femminile e impose un immaginario estetico immortale.

La rapida caduta

Il successo di Bettie Page fu mondiale, eclatante, irripetibile, ma durò ben poco. Già alla fine degli Anni ’50, la modella si ritirò dalle scene senza spiegazione alcuna. C’è chi affermava che non voleva mostrarsi invecchiata o forse a fermarla furono i processi per accuse di pornografia. Inanellò una serie di relazioni fallimentari, sposandosi e divorziando tre volte.

Si convertì al cristianesimo e divenne una praticante fervente. Voleva partire come missionaria in Africa ma fu rifiutata perché divorziata. Proseguì come coreografa e insegnate in giro negli Stati Uniti fino agli Anni ’70 quando registra un grave esaurimento nervoso che porterà alla diagnosi di schizofrenia e disturbo bipolare.

Da allora di Bettie non si sa più nulla. Ormai spenti i riflettori, ha condotto una vita ritirata e discreta. Fino alla morte nel 2008 a causa di una polmonite.