Anna Falchi: “Favorevole al catcalling”. È bufera

Le parole della nota conduttrice Rai hanno acceso una polemica sui social, poiché considerate molto gravi, fuori luogo e non dalla parte delle donne

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Redazione

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Anna Falchi, ospite del programma di Rai Radio1 Un giorno da pecora, ha detto la sua sul tema catcalling, definendolo un qualcosa per cui le donne dovrebbero sentirsi onorate e non offese. Le sue parole hanno dato il via a una bufera sui social, dove molte donne hanno espresso il loro disappunto per la banalizzazione del tema da parte della conduttrice.

Anna Falchi: “Evviva il catcalling, lasciamo gli uomini essere rozzi”

Solidarietà femminile, quella sconosciuta. Anna Falchi ha scatenato l’ira di tantissimi utenti della Rete con le sue parole in favore del catcalling, dimostrando, a detta di molti, nessuna empatia per le donne vittime di molestie, verbali e non.

“Sono contenta se gli uomini mi fischiano” ha dichiarato la conduttrice, intervistata nel programma di Rai Radio1 Un giorno da pecora. La Falchi è intervenuta a favore dell’assessora alle Pari opportunità della Regione Veneto ed esponente di Fratelli d’Italia, Elena Donazzan, che aveva espresso il suo parere favorevole al catcalling, e difeso gli alpini accusati di molestie durante l’ultimo raduno che si è tenuto nei giorni scorsi.

“Evviva il catcalling, dopo i 50 anni poi, mamma mia, magari ce ne fossero” ha aggiunto Anna. “Io non mi offendo per niente, magari sono pure carucci. Certo che mi succede e mi piace, mi fa sorridere. Io vado a lavorare a piedi nella mitica via Teulada, non ti dico che catcalling la mattina”.

Parole che stonano dette da una donna e da una conduttrice Rai che, secondo i commenti emersi, si è dimostrata insensibile verso le vittime di molestie, e ha espresso un parere che, seppur personale, avrebbe potuto tenere per sé.

Non finisce qui, la conduttrice ha poi aggiunto: “Sinceramente noi donne ci lamentiamo sempre che non ci sono più gli uomini virili, che non ci corteggiano più. Certo, gli mettiamo tutta questa pressione, questi sono terrorizzati. Lasciamoli essere un po’ maschi e anche un po’ rozzi”.

La situazione si è rovesciata? Sono gli uomini a essere terrorizzati, o sono in realtà le donne a essere sempre più molestate? L’eco mediatico di queste parole è pesante, e totalmente negativo.

Perché le parole di Anna Falchi hanno scatenato una bufera social

Il catcalling, come sottolineato da molti su Twitter, non è un complimento, e la banalizzazione di questo fenomeno di violenza verbale che gli uomini compiono verso le donne, è di una gravità inaudita.

Non va mai dimenticata, sostengono altri, la differenza che c’è tra un apprezzamento e una molestia, non a tutte può piacere un commento da uno sconosciuto, e non sempre questo si ferma solo a un commento, anzi, spesso si trasforma in una vera aggressione verbale, specie se la donna non ci sta. Perché una donna dovrebbe sentirsi lusingata per delle parole espresse sul suo aspetto fisico dal primo che passa per strada?

Se per Anna Falchi essere un uomo ed essere virile equivale a trattare la donna come un oggetto, c’è qualcosa che non va. Nessuno vuole impedire alla Falchi di esprimere il suo pensiero che è legittimo, ma non si può paragonare un grave fenomeno discriminatorio a una lusinga per una bella donna.

“Un vero uomo è capace di fare un complimento che non sia né volgare né molesto” si legge in un tweet. Sta qui dunque la sottile, per alcuni, ma fondamentale, per molti, linea di distinzione tra complimento e catcalling, il linguaggio e le intenzioni hanno il loro peso.

Il problema sembra restare sempre il solito, donne che dicono ad altre donne che sono loro il problema, e non gli uomini, un’assenza totale di empatia perché certe situazioni non sono state vissute in prima persona o perché, sostiene qualcuno, fa comodo restare dalla parte degli uomini.