La scuola di Amici di Maria De Filippi è finita al centro di alcune polemiche nei giorni scorsi per un episodio sollevato da alcuni portali. A causa delle numerose critiche ricevute la produzione ha voluto rilasciare delle dichiarazioni, spiegando cosa è successo davvero e spegnere sul nascere illazioni e giudizi inopportuni.
Amici, cosa è successo
Dopo l’ultima puntata dello speciale di Amici, andata in onda eccezionalmente lunedì scorso, si è scatenata una polemica riguardante una canzone in particolare, Malafemmena – il capolavoro scritto da Totò nel 1951 – utilizzata come base di una in una coreografia eseguita nel corso di una sfida che ha visto come protagonista Mattia, ballerino della scuderia di Raimondo Todaro.
A sollevare il polverone è stato Gianni Valentino, curatore del progetto Totò Poetry Culture, secondo il quale la canzone sarebbe stata editata al fine di censurare la parola Malafemmena. L’esibizione è stata portata in scena senza le strofe in cui viene pronunciata la parola che dà il titolo alla canzone, anche se Todaro, durante la presentazione della coreografia, ha tranquillamente pronunciato il titolo della canzone.
La polemica nel corso dell’ultima settimana è stata ripresa da diverse testate, tanto che la produzione si è sentita in dovere di intervenire e rilasciare un comunicato su quanto accaduto.
Amici, la risposta alle polemiche
La produzione dello show della De Filippi ha voluto replicare agli attacchi ricevuti nei giorni scorsi, rilasciando un comunicato sui suoi canali social.
In questi giorni circola un’assurda polemica tra web e carta stampata, sull’eventualità che ad Amici si sia sentita l’esigenza di censurare la canzone di Totò, Malafemmena. Una canzone che ad Amici è stata eseguita mille volte nel corso degli anni, con o senza la strofa contenente la parola malafemmena. Nella circostanza a cui si riferisce la polemica, il brano è stato tagliato a circa un minuto o poco più, come è d’abitudine per l’esecuzione delle coreografie. E di fatto, sia per stare nel tempo richiesto che per mantenere integra la melodia che tutti conosciamo, sono venute via due strofe centrali, oltre che la fine del brano.
Una controversia definita “assurda” nel comunicato, che effettivamente non ha fondamento dato che il maestro Todaro, nel presentare la coreografia, ha pronunciato il titolo del brano:
Se il curatore del progetto Totò Poetry Culture, Gianni Valentino (che ha dato il la alla polemica), può incappare in un sonoro errore, come è possibile che esimi giornalisti si prendano la briga di scrivere paginate sull’argomento senza nemmeno controllare l’accaduto? Come diceva Totò, “la vita è fatta di cose reali e di cose supposte: se le reali le mettiamo da una parte, le supposte dove le mettiamo?”