Giovedì 6 novembre il terzo Live di X Factor 2025 ha riacceso la nostalgia con una puntata interamente dedicata agli anni ’90: quel decennio di hit, videoclip iconici e mode che non siamo ancora riusciti a superare del tutto.
I concorrenti si sono sfidati in due manche a tema tra scelte musicali più o meno azzeccate, giudici pronti a dire la loro e un’altra eliminazione dolorosa. Una puntata che ha confermato due cose: la gara si fa seria, le differenze iniziano a pesare. Le nostre pagelle.
Giorgia, pace fatta con Achille Lauro (10)
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Giorgia si conferma regina del palco: a poche ore dall’uscita dell’album G conduce con sicurezza, leggerezza e quell’eleganza naturale che ormai è il suo marchio. Mette tutti a proprio agio: l’ospite Tommaso Paradiso, i concorrenti, e persino i giudici.
Il momento più tenero? All’inizio della puntata, Achille Lauro le porge una rosa bianca per chiudere la tensione della scorsa settimana. Un gesto apprezzatissimo da tutti, soprattutto da Giorgia che, nell’accettarla, ribadisce quanto si vogliano bene.
Squadra di Achille Lauro
Layana, creatura onirica (7)
Achille Lauro continua a puntare molto sulla sua “Simba” che, ascoltando i giudici e seguendo il lavoro in preparazione, sta tirando fuori non solo la voce ma anche un po’ di grinta in più. E Lauro, che non ha paura di mettere Layana alla prova con assegnazioni tutt’altro che comode, in questo terzo Live le affida Meravigliosa creatura di Gianna Nannini.
Layana la porta sul palco in una versione più delicata e sospesa, quasi onirica. Una buona prova, ma non abbastanza da convincere del tutto i giudici e, soprattutto, il pubblico, che la manda al ballottaggio.
EroCaddeo, emozionante (7,5)
EroCaddeo prosegue nel suo percorso fatto di malinconia e cuore spezzato. Achille Lauro lo prepara con fermezza, e anche stavolta lo veste in pieno “mondo Lauro”, tanto che per un attimo sembra quasi un suo parente artistico. Sul palco porta l’intramontabile Uomini soli dei Pooh.
Un’esibizione intensa, che emoziona ancora una volta, nonostante le critiche di Gabbani sul cambio di melodia. Se c’è una certezza, è questa: EroCaddeo punta sempre al cuore, e quasi sempre ci arriva.
Squadra di Paola Iezzi
Viscardi, contro il mito (7,5)
Nessuna coppola sul palco, ma una sfida enorme: misurarsi con un mito indiscusso. Viscardi porta Black or White di Michael Jackson. Un’esibizione che gli permette di ballare — e lo sappiamo, lo fa benissimo — tra scenografia e corpo di ballo impeccabili.
Il rischio era scivolare nell’imitazione, e invece no: non prova a emulare Jackson e si porta a casa una prova molto buona. Resta solo il dubbio sull’assegnazione, che forse lo ha messo un po’ in ombra.
Rob, una certezza (8)
Il modo migliore per festeggiare un compleanno è fare qualcosa che si ama alla follia, e Rob ha potuto farlo davanti agli applausi di giudici e pubblico. L’anima punk di questa edizione torna sul palco divorandolo con What’s Up? delle 4 Non Blondes.
Potente, arrabbiata e, soprattutto, sempre credibile in ciò che fa: Rob è ormai una certezza. Potrebbe davvero andare avanti senza esitazioni ed è un grande personaggio per la squadra di Paola.
Mayu, in difficoltà (6)
Durante il percorso che l’ha portata ai Live tra le braccia spalancate di Paola Iezzi, Mayu aveva emozionato lasciando intravedere una possibile finalista: voce bellissima, X Pass e tanta voglia di lavorare.
Peccato che anche in questa puntata, con One degli U2, il risultato non rispecchi del tutto il suo talento. Tra i giudici ci sono dubbi: per Lauro Mayu non ha ancora un’identità definita, mentre Jake sottolinea che la sua versione è lontanissima, per intensità e intimità, da quella originale. Una situazione che la porta al ballottaggio e, purtroppo, all'eliminazione.
Squadra di Jake La Furia
Tomasi, versione Gallagher (7)
Tomasi, in apertura di questa puntata anni ’90, ci fa un regalo enorme. Arriva sul palco in perfetto mood Oasis, con chitarra in mano, per cantare Don’t Look Back in Anger, una delle canzoni-manifesto del Britpop.
Un brano – e uno strumento – fuori dalla sua comfort zone: la performance è buona, ma i giudici si concentrano sulla scelta della chitarra che, inevitabilmente, Tomasi padroneggia con meno sicurezza rispetto al pianoforte.
Ed è qui che arriva il primo vero screzio tra i giudici: Jake difende a spada tratta il suo ragazzo, ricordando che nessuno pretende di essere un Gallagher. Tomasi non imita: prova, rischia, e si mette in gioco. E questo, va riconosciuto, conta moltissimo.
Delia, incredibile anche senza il siciliano (10)
Delia si conferma una delle artiste più complete di questa edizione. Come sottolinea anche Jake, lui le dà solo indicazioni: il resto lo fa lei. E, per la prima volta, decide di seguire il consiglio dei giudici lasciando da parte mashup e dialetto.
Sul palco porta Dolcenera di Fabrizio De André: il piano c’è, la voce c’è, la presenza pure. Una performance intensa, pulita, emozionante. Non servono troppe parole: Delia parla (e canta) da sola.
Squadra di Francesco Gabbani
Tellynonpiangere, in difficoltà (5,5)
Questa settimana Tellynonpiangere si confronta con uno dei capisaldi del pop italiano anni ’90: Cesare Cremonini e i suoi Lunapop. Dopo aver espresso dubbi su Un giorno migliore, cambia rotta e sceglie Qualcosa di grande.
Una performance fuori dalla sua comfort indie, con qualche imprecisione vocale che si è fatta sentire. I giudici non sono del tutto convinti: nemmeno Gabbani, che è anche il suo coach. Un peccato, perché l’impegno è evidente, ma forse è davvero il caso – come suggerisce Lauro – di lasciarlo navigare nella sua identità originale, dove sa emozionare molto di più.
Michelle, fuori dalla comfort zone (6)
Anche lei festeggia il compleanno sul palco, e sceglie Torn di Natalie Imbruglia: un brano meno vicino alla sua parte elettronica ma che le permette di mettere in evidenza la voce.
La performance funziona, ma non brilla quanto potrebbe. Con un live a tema anni ’90, sarebbe stato bello sentirla affrontare qualcosa che valorizzasse la sua vera cifra artistica: la cassa dritta. Anche il canto in inglese risulta meno incisivo rispetto all’italiano.
PierC, incontenibile (9)
Quando si parla di I Don’t Want to Miss a Thing degli Aerosmith viene spontaneo pensare che nessuno possa davvero portarla a casa senza sbavature. E invece PierC, che ormai è una garanzia, riesce a farlo.
Prima al piano, poi solo con la voce, costruisce una performance intensissima che emoziona pubblico e giudici. Forse esagera solo un po’ sul finale, trattenendo una nota lunghissima, ma resta un dettaglio: PierC continua a essere uno dei favoritissimi.
I giudici si scaldano (8)
Al terzo Live le cose iniziano a farsi serie e, come è giusto che sia, anche i giudici iniziano a tirare fuori le unghie. In questa puntata i coach si bacchettano, si lanciano frecciatine e accendono un tavolo che, finalmente, smette di essere troppo educato.
Prima Jake, che non prende bene i commenti di Francesco Gabbani e Paola Iezzi su Tomasi, poi altre scaramucce su assegnazioni giudicate “non proprio centrate”. L’aria si muove, e non solo per le ventole del palco.
In un’atmosfera in cui Paola sembra un mix perfetto tra Marilyn Monroe e Madonna anni ’90, Jake sfodera una tuta iconica e Gabbani si concede denim e occhiali da aviatore, lo scontro si accende, ma non è rissa da Smells Like Teen Spirit: è più Wannabe. Frecciatine, occhi al cielo, ma alla fine “friendship never ends”.
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