Non è facile descrivere gli orrori che si sono susseguiti negli ultimi giorni in Israele, dopo gli attacchi terroristici delle squadre di Hamas. A Verissimo, da Silvia Toffanin, è stato Raz Degan a farsi portavoce del dolore di Israele, dove risiede il papà che non vuole abbandonare la sua terra. Quell’ideologia di pace che molti sognano, ma che fatica ad arrivare ancora oggi, nel 2023, che viene contrapposta all’orrore di una ragazza di 23 anni – della sua famiglia – un bellissimo fiore che è andato a celebrare la pace con la bandiera, e non è più tornata a casa.
Il dolore di Raz Degan per Israele a Verissimo
Non ci sono interviste facili. Talvolta, ci sono momenti televisivi che sono difficoltosi da descrivere e da vivere in prima persona. Silvia Toffanin, che ha ospitato Raz Degan a Verissimo nella puntata del 15 ottobre, si è commossa, ascoltando il racconto di Degan, che soffre per la sua Israele, dove ancora oggi si trovano il papà e la sua famiglia. “Tu sei israeliano, nato e cresciuto lì. Immagino che per te siano dei giorni brutti”.
“Sono giorni orribili per l’umanità intera”. La sofferenza di Raz Degan abbraccia tutti, in qualche modo: perché proprio lui ha sempre sostenuto la pace, al di là dell’appartenenza alla religione. Proprio come dovrebbe essere. “Mio padre ha 80 anni, il nostro kibbutz è stato evacuato, ma lui non lascia la casa”. Ma non vuole lasciarla, rispondendo: “Questa è casa mia, non ho un altro posto dove andare”.
Oltre al dramma del padre, una storia sulla parente di Degan che ha lasciato lo studio attonito, così come il pubblico da casa, tra la voce incrinata della Toffanin e gli occhi lucidi di fronte a tanto orrore. “Era una delle ragazze che sono andate a ballare per la pace e non è tornata a casa. Sai, nella tradizione ebraica quando muore qualcuno per 7 giorni stanno a casa. I genitori non sanno dov’è, perché tanti cadaveri sono stati bruciati, altri rapiti. I genitori sono a casa, aspettano notizie, ma non ce ne sono”.
L’orrore della guerra raccontato da Raz Degan
“Ho lasciato il Paese da molti anni, avevo 21 anni. Mi sentivo sicuro in Israele, per me il mondo è per tutti. Ho viaggiato in tutto il mondo”. Israele è la sua terra, la sua origine, ma Raz Degan è sempre stato un cittadino del mondo. Per questo, oltre agli orrori della guerra, ha anche inneggiato alla pace. Quella pace, però, che appare lontanissima: gli uomini non hanno mai smesso di farsi la guerra.
“Atrocità così orribili e inimmaginabili che ho paura anche di raccontarle al pubblico italiano. Non è umano. Non è giusto. Al di là della guerra, della politica, dei diritti, al di là di ogni cosa”. Gli amici di Degan lo hanno chiamato persino poco prima di arrivare in studio, per parlare di quanto sta avvenendo in Israele. “Da quando è stata fondata Israele, non c’è mai stato un giorno tanto nero”.
Il papà di Raz Degan non lascerà la sua terra: la sua vita, la sua casa, il suo orto. Ma lo raggiungerà la sua sorellastra. “Ha quattro figli, era completamente spaventata. Verrà a casa da me. Era difficile portarla fuori da Israele, i voli e i posti sono limitati. (…) Non trovano persone, non trovano bambini. Famiglie intere non ci sono più”.