Israele, che cos’è un kibbutz

Storia delle tipiche comunità egalitarie israeliana, vittime degli attacchi di Hamas

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Maria Francesca Moro

Giornalista e Lifestyle Editor

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Il termine kibbutz è tristemente arrivato sulle prime pagine dei giornali a causa degli attacchi compiuti ai danni delle tipiche comunità israeliane da parte dei miliziani palestinesi del gruppo radicale Hamas. Sabato 7 ottobre, le milizie di Hamas hanno fatto incursione durante un festival musicale vicino al kibbutz di Urim e, nelle ore seguenti, rapimenti e uccisioni si sono verificati anche in altri kibbutz vicini alla Striscia di Gaza. Ma cosa sono i kibbutz?

Kibbutz, le tipiche comunità israeliane

Il termine “kibbutz” in ebraico significa “ritrovo” o “collettivo” e indica una comunità i cui uomini e donne si rapportano gli uni con gli altri sulla base di principi egalitari. Si tratta di comunità autosufficienti, indipendenti e autogovernate da un sistema di democrazia diretta. Di norma, ogni kibbutz è delimitato da un cancello o un filo spinato, a volte, più semplicemente, da campi coltivati nel deserto o uliveti.

Nati soprattutto poco prima e poco dopo la Seconda guerra mondiale – quando il popolo ebraico iniziò a rifugiarsi in Israele per fuggire alle persecuzioni naziste atte in Europa, oggi nell’intero territorio di Israele i kibbutz sono più o meno 250, con una popolazione complessiva che si aggira attorno ai 125 mila abitanti.

Tutti i membri della comunità lavorano nei campi e nelle fabbriche interne al kibbutz e ricevono, qualsiasi sia la loro occupazione, lo stesso stipendio, stipendio che viene poi totalmente reinvestito nella comunità. Ogni abitante del kibbutz riceve gratuitamente una casa e cure mediche. Si cucina e si mangia tutti insieme e i bambini – seppur adesso l’usanza si stia perdendo – crescono assieme, andando a trovare i proprio genitori solo qualche ora al giorno.

Storia ed evoluzione dei kibbutz

Il primo kibbutz fu fondato nel 1910 a Deganya, in Palestina. Ma questo tipo di comunità, inizialmente di stampo agricolo o piccolo industriale, iniziò a diffondersi soprattutto nei primi anni della fondazione dello stato di Israele, avvenuta nel 1948. Nei kibbutz arrivavano giovani ebrei da tutto il mondo, per costruire villaggi, fabbriche e luoghi di ritrovo nel poco ospitale deserto. Inizialmente, le comunità dei kibbutz avevano una forte componente di stampo socialista.

Dopo il prolifico periodo dei primi anni di Israele, i kibbutz iniziarono a perdere fascino tra i più giovani, che preferivano scappare dai debiti accumulati dalle comunità egalitarie e sperimentare la vita metropolitana delle grandi città che andavano a nascere in Israele a partire dagli anni ’70. Così, tra la fine degli anni Ottanta e il Duemila, la popolazione dei kibbutz diminuì di un decimo.

I kibbutz oggi

Oggi, seppur i kibbutz tradizionali continuino a esistere, molte comunità egalitarie hanno modificato le proprie norme e la loro natura. La maggior parte dei kibbutz odierni prevede salari differenti per i membri, in base al diverso tipo di lavoro svolto. Ci sono kibbutz che hanno privatizzato le proprie attività industriali e altri che si sono trasformati in start up. Infine, molti villaggi sono stati riconvertiti in strutture turistiche. Tuttavia, nonostante la loro recente evoluzione, i kibbutz continuano ad avere un forte valore politico e simbolico per la comunità israeliana. Per questo motivo, gli attacchi di Hamas ai kibbutz assumono anche una forte valenza politica e culturale.