È colui che ha ispirato Doc – Nelle tue mani ma è anche un fedele telespettatore della serie. Pierdante Piccioni ha imparato a guardarsi attraverso lo schermo grazie alla storia raccontata da Luca Argentero nei panni di Andrea Fanti, ispirata proprio a quella del Professore che oggi presta servizio presso l’Asst di Lodi.
Pierdante Piccioni, la storia vera di Doc
Come sappiamo, la trama di Doc – Nelle tue mani, giunto alla sua seconda serie con grande successo, trae origine dalla storia vera del Professor Pierdante Piccioni, coinvolto in un incidente d’auto che gli ha cancellato 12 anni di memoria. Quel danno alla corteccia cerebrale, causato da un violento impatto sulla tangenziale di Pavia, l’ha riportato indietro di oltre un decennio e fino al 25 ottobre 2001.
La strada per la ripresa è stata lunga ed è tutta raccontata nel libro “Meno dodici. Perdere la memoria e riconquistarla: la mia lotta per ricostruire gli anni e la vita che ho dimenticato”. Nella serie prodotta da LuxVide, di cui è protagonista anche Matilde Gioli, ha rivisto se stesso e tutto quello che ha vissuto, oltre ad aver intrecciato una solida amicizia con Luca Argentero – volto numero uno della fiction – e con Pierpaolo Spollon.
Nei mesi che hanno preceduto la messa in onda, in quelli della costruzione e della sceneggiatura, Pierdante Piccioni non è rimasto a guardare ma ha preso parte a ogni singolo dettaglio del progetto. A Il Giorno, ha raccontato: “Sono stato, possiamo dire, lo sceneggiatore per la parte medica. Se la prima stagione era stata molto più autobiografica nei confronti della mia vicenda, ora i personaggi iniziano a camminare con le loro gambe. Il mio lavoro si sviluppava settimanalmente con gli sceneggiatori Francesco Arlanch e Viola Rispoli e ci confrontavamo su come raccontare i vari casi medici”.
Il ritorno alla vita
Proprio come ci racconta Doc – Nelle Tue Mani, anche la vita di Pierdante Piccioni è ripartita con l’aiuto di soli ricordi riferiti, compresi quelli che hanno riguardato la narrazione dei casi che ha voluto far inserire nella serie: “Quando mi sono risvegliato dal mio “buco nero“ ho scoperto, perché mi hanno raccontato le persone che mi stavano vicino, di essere stato tante cose: docente universitario, consulente del ministero della Salute e anche co-fondatore dell’Academy of Emergency Medicine and Care. Proprio per questo impegno con l’Academy, che porto ancora avanti, mi confronto regolarmente con colleghi di tutto il mondo. E così conosco casi particolari e interessanti”.
Con gli attori del set, ha condiviso alcune scene in un cameo che è previsto per la seconda stagione, oltre ad aver stretto amicizia con molti di loro. Il rapporto è ormai fitto con Luca Argentero, con il quale si sente ogni giorno per commentare i dati di ascolto, ma c’è qualcosa di speciale anche con il suo specializzando del cuore: Pierpaolo Spollon.
Una serie campione di ascolti
Per Pierdante Piccioni, non è difficile decifrare le motivazioni del successo della serie, che per lui sono molto chiare: “Diciamo che Doc siamo tutti noi, è uno che cade e si rialza. E poi l’altra cosa che piace è l’attenzione dedicata al paziente. Quello che tutti vorrebbero fosse riservata in ospedale. Il grosso scontro, che si è già visto nelle prime puntate, tra il medico empatico e il medico che si attiene solo alle regole impersonificato dalla virologa Cecilia Tedeschi”.
La fiction, uno dei pochi medical-drama all’italiana del panorama della fiction moderna, è una macchina da share senza precedenti. Ha dato soddisfazioni già dalla prima puntata, andando a toccare il tetto del 30%, ripetendosi con il secondo appuntamento. Merito, certo, della capacità degli attori di calarsi nella parte ma anche della produzione, sempre più attenta a proporre prodotti di qualità.