Corrado Augias lascia la Rai dopo 63 anni: l’attacco al governo

Corrado Augias ha deciso di lasciare la Rai dopo 63 anni di onorata carriera, spiegando le sue ragioni in una lunga lettera di commiato pubblicata su Repubblica

Foto di Nicoletta Fersini

Nicoletta Fersini

Giornalista, Content Editor, SEO Copywriter

Giornalista ed evocatrice di parole: appassionata di lifestyle, tv e attualità. Inguaribile curiosa, osserva il mondo. Spesso sorseggiando un calice di vino.

Corrado Augias ha deciso di lasciare la Rai dopo 63 anni di onorato servizio. Lo ha fatto scrivendo una lettera a cuore aperto, pubblicata su Repubblica, in cui ha spiegato le ragioni che lo hanno spinto a fare questa scelta, certamente con non poca difficoltà. Ma soprattutto con un contorno di polemica nei confronti di un governo che a suo dire sta influenzando fin troppo le scelte della sua (ormai fu) “casa”.

Perché Corrado Augias ha deciso di lasciare la Rai

“Volevano demolire la Rai dei comunisti; stanno semplicemente demolendo la Rai”. Inizia così la lunga lettera di commiato che Corrado Augias ha pubblicato su Repubblica, per spiegare al suo pubblico le ragioni di una scelta così drastica ma, a suo dire, inevitabile.

“Due fattori mi hanno spinto fuori dalla Rai dopo sessant’anni di onorato servizio (come si diceva una volta) – prosegue -. (…) Il dilettantismo, le scelte improvvide, la presunzione che una pedina valga l’altra, l’inconsapevolezza che l’efficacia televisiva è una delicata miscela di professionalità e congruenza con l’argomento, la dimenticanza che l’egemonia culturale non si può imporre piazzando un fedele seguace qua e uno là [inevitabile pensare a tutti i cambiamenti degli ultimi mesi, tra tutti il passaggio di Fabio Fazio al NOVE e il discusso caso di Pino Insegno, ndr]. Sono materie (non le sole) in cui la competenza deve prevalere sulla fedeltà”. Ed è proprio questo il secondo “perché”: l’egemonia culturale.

Corrado Augias attacca il governo di Giorgia Meloni

Augias ha spiegato senza troppi giri di parole come questo governo, presieduto da Giorgia Meloni, sia entrato a gamba tesa nelle scelte della Rai al punto da intravedervi un vero e proprio “disegno”, come lui stesso lo ha definito: quello di “cambiare la narrazione di fondo che ha retto la Repubblica dal 1948 (data di nascita della Costituzione)”.

L’accusa è chiara e prosegue con parole ancor più caustiche: “È come se gli esclusi, a giusto titolo, da quell’atto fondativo, volessero oggi rifarsi con una seconda (o terza) repubblica affidata non solo a una nuova Costituzione ma anche alla riscrittura della storia. Questo compito è affidato, e ancora più lo sarà tra qualche mese, alla Rai. Mi si potrebbe obiettare che se quello che penso è vero era il caso, proprio per questo, di restare cercando di bilanciare il guasto. È giusto”. Ma restare è una opzione assolutamente esclusa.

Dopo sessant’anni in Rai – anzi, 63 per l’esattezza – ha costruito una carriera tra le più lunghe e prolifiche dell’intero panorama televisivo, con programmi che sono rimasti nella storia. Basti pensare a Telefono Giallo, che ha dato il via a tutto il filone “true crime” in Italia. La sua è sempre stata una televisione gentile e garbata, mai sopra le righe, capace di comunicare cultura e idee con un linguaggio che fosse comprensibile a chiunque.

“Se fossi più giovane lo avrei fatto – ha scritto riferendosi alla possibilità di restare anziché abbandonare la nave -. Ma sono vecchio voglio continuare a lavorare, finché avrò sufficiente consenso, con gente simpatica in un ambiente cordiale. Questo alla Rai è diventato più difficile perché, ecco un terzo e finale elemento, a tutto il resto s’accompagna un velo d’arroganza“. Si conclude così la carriera di Augias in Rai, inconciliabile con un “governo che sul piano generale si è dimostrato approssimativo e incompetente ha prodotto il massimo d’efficienza nella progressiva distruzione della Radiotelevisione Italiana”.

Corrado Augias, il futuro a La7 con un nuovo programma

Il giornalista e scrittore lascia la Rai, ma non la televisione. Come riportato dal Corriere e poi confermato dalla rete, ha già firmato un accordo biennale con il gruppo Cairo, dunque passa ufficialmente a La7.

“Corrado Augias entra a far parte della squadra di La7 – si legge nel post condiviso dalla rete a mezzo social -. Da lunedì 4 dicembre in prima serata, nel nuovo programma dal titolo La Torre di Babele, Augias affronterà un tema storico in relazione all’attualità e al mondo contemporaneo”.