Si è da poco conclusa una vicenda che ha avuto inizio molto tempo fa. Fabri Fibra è stato condannato in Cassazione a risarcire Valerio Scanu. La somma è notevole, pari a 70mila euro, e il motivo è da rintracciare in una porzione del testo del brano A me di te del famoso rapper.
Fabri Fibra condannato
La cifra l’abbiamo già indicata e rappresenta la porzione di questa vicenda che è divenuta più virale. Fabri Fibra ha dovuto risarcire Valerio Scanu per una somma pari a 70mila euro. Non è dato sapere se sia stato lui a versare questi soldi, considerando come la condanna in Cassazione veda coinvolta anche la Universal Musica Italia.
Il testo in questione è parte di un brano del 2013, pubblicato nell’album Guerra e Pace. È stata confermata la diffamazione nei confronti dell’ex vincitore di Sanremo. Già nel 2015, in seguito a una denuncia, Fibra fu condannato. Al tempo ci fu il rito abbreviato e si decretarono 600 euro di multa e il pagamento di una provvisionale di 20mila euro. Il rapper fu poi citato anche in sede civile, per un risarcimento danni non patrimoniali.
Nella canzone, con toni di certo non delicati, Fibra denunciava il mondo dei media, scagliandosi contro gli artisti creati dalla televisione. Il nome di Scanu, preso a esempio, risultava modificato ma ciò non lo ha tutelato da numerose offese social. Condannato in primo grado dal tribunale di Milano al pagamento di 25mila euro, si è poi ritrovato a veder aumentare la cifra, fino a quota 70mila, dai quali sono stati sottratti i 20mila già versati.
La versione di Valerio Scanu
Valerio Scanu porta avanti serenamente le proprie attività, tra il mondo dell’hairstyle e la musica, che non abbandonerà mai. È anche ospite di frequente dello studio Rai de La Volta Buona. Anche oggi, 7 maggio 2025, Caterina Balivo l’ha voluto sul suo divano.
Impossibile non parlare della vicenda ed ecco il suo racconto: “Tutte le parti risarcitorie si sono concluse qualche anno fa in appello. Si sono soltanto appellati alla Cassazione per capire se ci fossero stati errori durante il processo”.
Ha sottolineato come al tempo lui avesse appena 22 anni. Si è ritrovato in una tempesta di offese social, senza comprenderne il motivo. Non seguendo Fabri Fibra, non sapeva della canzone e, dunque, della porzione di testo che lo riguardava.
“Mi dicevano cose indicibili. Ho scoperto poi che mi aveva citato in uno scenario osceno. Da lì abbiamo denunciato, prima penalmente e poi civilmente. Nel primo caso la controparte non ha neanche fatto appello. Hanno accettato la condanna in primo grado. Quando invece inizi a toccare la tasca, partono i ricorsi. Oggi è l’unico modo”.
Considerando quanto venga detto oggi sul suo conto, ovviamente da parte dei fan di Fibra, principalmente, Scanu ci ha tenuto a sottolineare una cosa. Non aveva bisogno di questi soldi. È una questione di principio e di necessario rispetto: “La libertà dell’artista è sacrosanta ma non deve ledere la dignità altrui”.
Valerio Scanu contro Tony Effe
Proprio perché ha vissuto un’esperienza del genere, durata ben 13 anni, Valerio Scanu è molto attento a cosa dice in televisione. Caterina Balivo, col sorriso sulle labbra, gli ha detto che aveva accusato Tony Effe di non saper cantare.
Rapida la precisazione dell’artista, che ha sottolineato: “Si è autoaccusato”. Infatti il futuro papà aveva precisato di non essere un cantante ma un rapper. Una difesa della sua esibizione sanremese, in pratica.
In studio però è poi stata lanciata una provocazione. Scanu ha infatti cantato, alla sua maniera (melodiosa), il brano portato all’Ariston da Tony Effe. Qualcosa che è suonato un po’ come: è così che si canta davvero. Il tutto condito dalle risatine e applausi dei presenti e un po’ di ironia sull’amato e odiato autotune.