Alla vigilia della 75esima edizione del Festival di Sanremo, la Rai ha presentato ricorso contro la sentenza del Tar della Liguria, che aveva giudicato illegittimo l’affidamento diretto dell’organizzazione del Festival della Canzone Italiana alla tv di Stato da parte del Comune di Sanremo. Ma la difesa si basa sull’idea che “il marchio è inscindibile dal format” e dunque non esiste Sanremo senza Rai.
Sanremo, il ricorso della Rai contro la sentenza del Tar
Lo scorso dicembre era stata diramata la decisione in 58 pagine del Tar della Liguria con conseguenze significative per il settore televisivo e musicale: “È illegittimo l’affidamento diretto alla Rai, da parte del Comune di Sanremo, dell’organizzazione del Festival. Per il 2024-2025: fatta salva la prossima edizione, dal 2026 si dovrà procedere con una gara aperta agli operatori del settore”.
Una decisione che aveva creato scalpore e che era stata seguita subito dopo da un comunicato Rai che affermava che “i giudici amministrativi hanno confermato l’efficacia della convenzione stipulata tra Rai e il Comune di Sanremo per l’edizione 2025, nonché la titolarità in capo a Rai del format televisivo da anni adottato per l’organizzazione del Festival. Nessun rischio, quindi, che la manifestazione canora, nella sua veste attuale, possa essere organizzata da terzi”.
Ora si è passati al contrattacco, con un ufficiale ricorso: quest’ultimo si basa sul fatto che il Festival, essendo di interesse nazionale, deve essere trasmesso in chiaro e in modo che sia visibile in tutto il territorio con alta definizione. Gli avvocati sottolineano come l’impegno finanziario del Comune sia circoscritto alla logistica mentre in passato Sanremo contribuiva con dei fondi all’organizzazione dell’evento. Insomma, in oltre settant’anni, non ci sarebbe stato Festival senza la Rai.
Il ricorso dei legali Giuseppe De Vergottini, Aristide Police, Filippo Degni, Marco Petitto e Claudio Mangiafico, al Consiglio di Stato contiene anche una richiesta di sospensiva della sentenza del Tar. Un modo per impedire al Comune di adempiere in tempo utile all’assegnazione del prossimo Festival di Sanremo tramite bando.
Adesso si attende il ricorso del Comune: il sindaco Giovenale Bottini si trova in una situazione tutt’altro che facile. La Rai ha già minacciato di andare a organizzare il Festival altrove se il Comune metterà a bando la manifestazione, magari trasformandolo in un evento itinerante. Il principale potenziale concorrente di Rai, al momento, sembra essere Warner che ha soffiato alla tv di Stato alcuni volti noti come Fabio Fazio e Amadeus (che in passato hanno condotto l’evento più volte).
Ma, stando a quanto scrive il Corriere della Sera, “in Rai si scommette che, potendo organizzare un Festival in grande stile, Warner non resterebbe confinato all’Ariston. È basato su questi argomenti il pressing di viale Mazzini sul sindaco affinché, se proprio bando ci dovrà essere, questo ponga tra i requisiti principali quello della lunga esperienza nell’organizzazione di festival e manifestazioni canore. Favorendo così la Rai”.
Di certo non interessa a Mediaset, l’amministratore delegato Pier Silvio Berlusconi è stato chiaro a riguardo: “Penso che Sanremo sia un pezzo di Rai e che allo stesso tempo la Rai sia il vero motore e la vera forza di Sanremo. Dunque, da italiano mi auguro che il Festival rimanga in Rai”.
La sentenza del Tar sul Festival di Sanremo
Il Tar aveva esaminato il ricorso presentato da Just Entertainment, una società attiva nell’editoria musicale e nell’organizzazione di eventi, che nel marzo 2023 aveva manifestato al Comune di Sanremo il proprio interesse “ad acquisire la titolarità dei diritti di sfruttamento economico e commerciale del Festival di Sanremo” e del relativo marchio, con l’obiettivo di occuparsi dell’organizzazione e dello svolgimento della manifestazione, oltre che delle relative “attività di promozione e diffusione”.
Non avendo ricevuto alcuna risposta dal Comune, che “avrebbe riferito che nessun affidamento era intervenuto in favore di Rai con riferimento alle future edizioni del Festival”, Just Entertainment aveva impugnato il provvedimento con cui il Comune stesso “avrebbe affidato a Rai la concessione dell’uso in esclusiva del marchio “Festival della Canzone Italiana’ e ‘lo svolgimento della 74/a edizione del Festival, nonché di eventuali successive edizioni””.