Sanremo 2026, il Festival blindato per tre anni: l’annuncio al Tg1

Sanremo 2026 resta nella sua città: siglato l’accordo tra Comune e Rai, annunciato in esclusiva al Tg1

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Ilaria di Pasqua

Lifestyle Editor

Nata a Carpi, si laurea in Fashion Culture and Management. La sua avventura nella moda comincia come Producer, ma nel 2020, con coraggio, diventa Web Editor, fonde stile e scrittura con amore.

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Sanremo 2026 non si muove. Il Festival della canzone italiana resta nella sua città, blindato da un accordo triennale tra Comune e Rai. La notizia è arrivata in prima serata, al Tg1 delle 20, come in una sorta di passerella televisiva che ha restituito respiro e sollievo dopo mesi di trattative tese, minacce di trasloco e ipotesi alternative mai davvero amate dal pubblico. Perché sì, possiamo dirlo: Sanremo senza Sanremo non avrebbe avuto lo stesso sapore.

L’accordo tra Comune e Rai: mesi di trattative dietro le quinte

Dietro a questo annuncio c’è stato un lavoro sotterraneo e intenso, che ha visto protagonisti il sindaco Alessandro Mager con la sua squadra e, dall’altro lato del tavolo, la delegazione Rai guidata da Williams Di Liberator, direttore del Prime Time. Due giorni di incontri serrati a Palazzo Bellevue hanno chiuso un negoziato che durava da mesi, fatto di richieste economiche, rivendicazioni e veti incrociati.

Il nodo più spinoso riguardava la titolarità: il format del Festival resta alla Rai, come confermato da una sentenza del Tar, mentre il marchio “Festival della canzone italiana” rimane di proprietà del Comune di Sanremo. Una divisione che mette nero su bianco ruoli e responsabilità, dopo settimane in cui si era temuto che Viale Mazzini potesse davvero portare altrove la kermesse, trasformandola in un ipotetico “Festival della Canzone Rai” da ospitare in un’altra città. Uno scenario che avrebbe spezzato un legame storico e sentimentale con la Riviera ligure, dove il Festival è nato e cresciuto fino a diventare l’evento mediatico più seguito del Paese.

In Rai si sottolinea che ormai i tempi per organizzare altrove l’edizione 2026 sarebbero stati troppo stretti. E del resto, con Carlo Conti già impegnato nella selezione delle canzoni e nella costruzione del cast, la macchina era partita da settimane. Il Festival si terrà dal 24 al 28 febbraio 2026, con date scelte ad hoc per evitare sovrapposizioni con le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina, che termineranno il 22 febbraio, e con le Paralimpiadi in programma dal 6 marzo.

L’annuncio al Tg1: la Rai gioca di immagine

A dare l’esclusiva dell’accordo è stato il Tg1, diretto da Gianmarco Chiocci. Una scelta che non è passata inosservata: un segnale di distensione all’interno della stessa Rai, in giorni in cui si rincorrono voci di cambiamenti al vertice. Un annuncio che, in termini di impatto mediatico, ha avuto il peso di un red carpet: la notizia è arrivata in prima serata, con il tono solenne di chi svela al Paese qualcosa che va ben oltre un semplice accordo commerciale.

La Rai, con una nota ufficiale, ha parlato di “proficuo e intenso lavoro” e ha confermato che nei prossimi giorni seguiranno i passaggi istituzionali necessari, compreso quello in Cda, per chiudere formalmente l’iter. Dal canto suo, il Comune di Sanremo può rivendicare la difesa della propria identità culturale, assicurandosi che il Festival non perda il suo legame con il territorio.

Il negoziato non era affatto scontato: fra le richieste iniziali del Comune c’era anche l’1% degli introiti pubblicitari, una condizione che Viale Mazzini aveva giudicato irricevibile. Ancora più delicata, però, è stata la partita legata al marchio e al format. Su questo terreno, l’ombra delle sentenze e dei ricorsi ha reso la trattativa un braccio di ferro che poteva far saltare tutto fino all’ultimo minuto.