Una Prima della Scala di Milano importante, dedicata al mitico soprano Renata Tebaldi nel ventennale della sua scomparsa e che vede in scena l’opera “maledetta” di Giuseppe Verdi. A inaugurare il cartellone è La Forza del Destino, in programma il 7 dicembre (e i cui biglietti ovviamente sono già andati esauriti, repliche incluse). Ospiti dell’evento alcuni grandi nomi della lirica come José Carreras, Placido Domingo e Rania Kabaivanska. Assente, invece, il Presidente Mattarella per via di improrogabili impegni. Due ore e quaranta per immergersi nella storia di un amore proibito ma anche di una vendetta.
La Forza del Destino, il cast
La Forza del Destino torna alla Scala di Milano dopo 23 anni. L’ultima volta era stata diretta da Valery Gergiev, quella precedente nel 1999 dal nostro Riccardo Muti. Ancor prima, nel lontano 1965, da Gianandrea Gavazzeni. Stavolta è il turno dell’acclamato direttore d’orchestra Riccardo Chailly, con la regia di Leo Muscato.
Composta nel 1862 da Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, la nuova messinscena vede sul palco un cast d’eccezione: la soprano russa Anna Netrebko nel ruolo di Donna Leonora, il tenore Brian Jagde nei panni di Don Alvaro, il baritono Ludovic Tézier che interpreta Don Carlo di Vargas e la mezzosoprano Vasilisa Berzhanskaya nel ruolo di Preziosilla.
La Forza del Destino, la trama
La Forza del Destino è un melodramma in quattro atti, tratto da Don Àlvaro o la fuerza del Sino di Àngel de Saavedra, duca di Rivas. Racconta la storia di Donna Leonora, innamorata perdutamente (e ricambiata) da Don Alvaro, un uomo di origini nobili ma di sangue misto. È per questa ragione che il padre è contrario alla coppia e, nel tentativo di impedire ai due di fuggire, resta ucciso da un colpo di pistola. Don Alvaro si macchia di un terribile crimine e Donna Leonora, vestita da uomo, si rifugia in un convento di frati, che eccezionalmente le danno ospitalità: si impegnano a proteggerla perché il fratello, Don Carlo, vuole ucciderla per vendicare l’ingiusta morte del padre, lavando via il disonore dalla famiglia.
Intanto Don Alvaro, convinto che la sua Leonora sia morta, si arruola nell’esercito e caso vuole che in battaglia salvi proprio la vita di Carlo. Totalmente inconsapevoli, i due stringono un patto di fratellanza ma, quando Carlo scopre la sua identità, lo sfida a duello. Una guerra personale per l’onore e la vendetta, che si conclude nel modo più tragico: Alvaro scopre che Leonora è ancora viva, Carlo non si arrende e resta ferito mortalmente e, infine, la donna si precipita dal fratello per dargli l’ultimo saluto ma lui, con le ultime forze, la trafigge e le toglie la vita.
L’opera “maledetta” di Giuseppe Verdi
Si dice che La Forza del Destino sia l’opera “maledetta” per antonomasia tra storie e leggende che in teatro, luogo in cui spesso la scaramanzia regna sovrana, trovano terreno fertile. C’è chi non ne pronuncia neanche il titolo per esteso, talmente è grande il suo “potere”. Tutte dicerie ovviamente, ma che hanno contribuito ad alimentare una coltre di mistero attorno all’opera di Verdi, la quintultima per l’esattezza.
Ma perché “maledetta”? Una delle ragioni si lega proprio al debutto dell’opera quando, a San Pietroburgo, la soprano protagonista diede forfait costringendo il compositore a digerire questa figuraccia. Non che sia andata meglio al librettista, Francesco Maria Piave, il quale è finito sulla carrozzina dopo un ictus, con tragedie familiari annesse (tra cui l’improvvisa pazzia della madre). Anche alcuni interpreti sembra abbiano subito il contraccolpo dell’opera “maledetta”. L’esempio più celebre? Il baritono Leonard Warren, nel cast al Metropolitan di New York nel 1960, sarebbe stato “ucciso” dall’opera di Verdi: collassato sul palco dopo un malore fatale mentre intonava l’aria Urna fatale del mio destino.
Anche alla Scala c’è stato un “intoppo”: il tenore Jonas Kaufmann che avrebbe dovuto interpretare Don Alvaro ha dato forfait a pochi giorni dalla Prima, ma è stato subito sostituito da Brian Jagde. Scaramanzia per scaramanzia…