Grande Fratello, Massimiliano Varrese rischia la squalifica: il gesto (mimato) contro Beatrice

Massimiliano Varrese nel mirino del pubblico del Grande Fratello: le sue parole e gesti contro Beatrice Luzzi sono condannabili

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista, redattore e copywriter. Ha accumulato esperienze in numerose redazioni, scoprendo la SEO senza perdere il suo tocco personale

Gli scontri verbali tra Massimiliano Varrese e Beatrice Luzzi hanno caratterizzato la prima fase di questa edizione del Grande Fratello. I due si sono poi avvicinati, sorprendentemente. Da nemici ad amici, con tanto di ipotesi flirt.

Una vera e propria sceneggiatura da fiction, a voler pensar male, ma ora tutto è cambiato ancora una volta. Si respira un’aria molto tesa e la distanza tra i due non potrebbe essere maggiore. Varrese avrebbe però oltrepassato una linea virtuale in questa diatriba. Il pubblico si è rapidamente schierato contro di lui, evidenziando un comportamento nello specifico.

GF, Massimiliano contro Beatrice

La quiete tra Massimiliano Varrese e Beatrice Luzzi è durata molto poco. I due sono tornati negli schieramenti iniziali, decisamente opposti. L’attore non riesce proprio a sopportare il modo di fare della collega, mentre il pubblico si scaglia contro il suo modo di fare.

L’ha dipinta come una “donna da esorcizzare”. Ha tentato di psicoanalizzarla, ipotizzando un vero e proprio problema della concorrente del GF nei confronti della figura maschile. In questo scenario lui sarebbe, dunque, vittima di una sorta di disprezzo ingiustificato.

“Fa passare il messaggio che sono un uomo pericoloso, quando qui dentro ho fatto molto per lei”. Frasi molto pesanti, si aggiungono a questa, come “fa cose disgustose e usa le persone per scaricare la sua sofferenza e deve far male al prossimo. È cattiva dentro. Ecco la verità”.

Varrese a rischio squalifica

“Ragazzi, chiamiamo l’esorcista. Beatrice ha il male in corpo”. Sempre molto “simpatiche” le espressioni che Massimiliano Varrese utilizza all’interno della casa del Grande Fratello. Difficile pensare che questo sia il modo di esprimersi di un uomo che è alle porte dei 48 anni.

In una condizione come quella del reality show condotto da Alfonso Signorini, è normale che le percezioni siano stravolte e certi atteggiamenti non corrispondano a quanto in realtà avverrebbe all’esterno.

Detto ciò, certe frasi andrebbero riprese dalla produzione. Sarebbe il caso di affrontare il discorso in studio, alla luce anche del tentativo di tener vivo un dialogo nazionale sulla violenza sulle donne. Le parole hanno un peso. Non soltanto le azioni.

A far infuriare il pubblico è stato uno scambio di battute avvenuto in giardino. Massimiliano Varrese ha paragonato Beatrice Luzzi a una mantide religiosa che, come noto, decapita il maschio durante l’accoppiamento.

“Sale sul groppone del maschio e gli vuole mangiare la testa. Ma sa cosa succede se trova il maschio sbagliato? Si gira e fa così”. Dopo quel “così”, c’è il gesto chiaro di uno schiaffo, presumibilmente in pieno volto.

Ciò vuol dire che Varrese sarebbe pronto a colpire Luzzi? No! Nella sua espressione quel gesto indicava una reazione a tutela di sé. Diciamo questo per essere intellettualmente onesti, interpretando il suo pensiero, senza provare a trasformare il tema della violenza sulle donne in questo Paese, e non solo, in un trend sul quale fare clickbait.

Detto ciò, il gesto resta ed è condannabile, insieme con la violenza verbale messa in atto. Su Twitter circolano numerosi suoi virgolettati: “Marceresti sul cadavere di tua madre”, così come “Situazione patologica e malata. Quando si avvicina, ci si alza. Così esce”. Il tutto si aggiunge a un insieme di aggettivi, quali vergognosa, cinica, diabolica, perfida, malefica, repellente e stupida, tra gli altri.

La risposta di Valentina Melis

Interessante capire se Alfonso Signorini affronterà la questione. Altrettanto interessante sarebbe vedere il pubblico comprendere quanto assurdo sia taggare sotto vari post a tema Valentina Melis, ex di Varrese e madre di sua figlia. Un modo becero di ritenerla in qualche maniera contorta responsabile, perché in passato impegnata in una relazione con lui.

Per questo motivo viene da pensare che in Italia la violenza sulle donne sia un trend. Un topic da fronteggiare nei propri post Instagram e TikTok. Un tocco di rosso sulla guancia di un calciatore in campo. Un servizio strappalacrime, un’intervista a tema, un post ricacciato dal passato per creare scandalo e non solo.

Se invece si intavolasse ovunque una discussione reale, ma soprattutto si fosse pronti ad ascoltare e comprendere, probabilmente Valentina Melis non sarebbe stata costretta a pubblicare certe storie sul proprio profilo Instagram.

Si è rivolta direttamente ai tanti che continuano a taggarla. Vogliono che sia testimone, che prenda una posizione, che condanni e si schieri. In riferimento a un reality show si registra tanta di quella partecipazione che in realtà vorremmo vedere in strada, tra manifestazioni, proteste, fiaccolate e raccolte firme.

Invece l’impegno spesso si riduce a questo gioco delle parti, in cui ci si diverte a indignarsi perché una donna non si sente responsabile dell’operato di un uomo. Ecco le parole della Melis, che spingono a riflettere:

“E mi ritrovo di nuovo a dover parlare di questo, visto che non vengo lasciata in pace. Trovo sia assurdo ribadire questo concetto nel 2023 ma, vivendo in una società fortemente patriarcale, tocca farlo. Le donne non sono responsabili di quello che fanno o dicono gli uomini che sono o sono stati al loro fianco. Chiedere a una donna di giustificarsi o giustificare le azioni di un uomo, che sia suo padre, fratello, marito, figlio, fidanzato o a maggior ragione ex, è quanto di più patriarcale esista. È maschilismo interiorizzato. A noi donne viene chiesto sempre di pagare il conto per ciò che fanno gli uomini che frequentiamo o che abbiamo frequentato. Noi non siamo responsabili delle loro azioni. Loro lo sono. Uomini trattati come bambini che devono essere sgridati o supportati dalle loro donne (o ex). Lo capite quanto sia assurdo? Queste sono palesi espressioni patriarcali. Quanta strada ancora c’è da fare! Vi chiedo, per favore, di non taggarmi più per queste cose. Grazie”.