Francesca Pascale si toglie qualche sassolino dalle scarpe e lo fa con lo stile di chi non ha più niente da perdere. Seduta davanti a Nina Palmieri, che vedremo alle Iene, non si nasconde: il suo legame con Silvio Berlusconi è stato un pezzo di vita che nessun gossip potrà ridurre a macchietta.
“Ogni brindisi lo alzo per lui”, ammette, con quella punta di malinconia che nemmeno il tempo riesce a scalfire. Berlusconi non è stato solo un compagno, ma un pezzo di famiglia, un punto di riferimento: “Mi manca ogni santo giorno. Mi manca soprattutto l’amico. Uno come lui non lo trovo più, nemmeno se mi metto con una squadra di consiglieri d’élite”.
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Francesca Pascale, il dolore di un addio negato
Uno dei capitoli più indigesti della storia tra Francesca Pascale e Berlusconi? Sicuramente quell’addio negato. Non dalla famiglia, ci tiene a precisare, ma da altre dinamiche più oscure. “Non ho avuto modo di salutarlo. Questa è stata una cosa orribile. E non mi è stata fatta dalla famiglia. Quando insinuano la figlia, la famiglia, non è vero. I figli del Presidente sono persone per bene. Io non ho potuto salutare il mio Presidente che nessuno più mi ridà indietro. Probabilmente, avrebbe fatto piacere pure a lui salutarmi”.
Parole che pesano come macigni, perché certi addii non si recuperano nemmeno con tutto il potere del mondo. “È stato il dolore più grande della mia vita”. E considerando il resto del racconto, non è una dichiarazione da poco.
Indipendenza e riconoscenza

Francesca Pascale non ha dubbi: senza il Cavaliere la sua vita avrebbe preso tutta un’altra piega. Nell’intervista, racconta come Berlusconi abbia avuto un ruolo chiave nella sua crescita personale e professionale. Altro che cliché da mantenuta: “Non ho mai subito niente. Mi sono sempre scelta le cose. È stato sempre meraviglioso con me. Fino a darmi la libertà economica per poter fare nella vita quello che desidero. Ho aperto una società immobiliare, mi occupo di case, di ristrutturazione, era quello che mi piaceva e solo grazie a lui posso fare questo. Quindi, gratitudine fino all’ultima goccia di sangue”. E no, non intende a rifare il bagno di Villa Certosa.
Il coming out e il confronto con la madre
Francesca Pascale non ha mai avuto dubbi sulla sua identità, anche se metterlo in chiaro con la famiglia è stato un altro paio di maniche. “Avevo 16 anni. Mia madre mi stupiva sempre perché notavo l’intelligenza raffinatissima in lei, con zero cultura, però in qualche modo non mi ha mai giudicato. Si spaventava, certo, si spaventava della reazione della società, si spaventava del mio futuro. ‘Mia figlia, insomma, che farà?’”.
Se pensate che la confessione più spinosa sia stata quella, sbagliate di grosso. Quando arrivò il momento di dire a casa che Berlusconi l’aveva chiamata, la reazione fu da commedia degli equivoci: “La mia famiglia si mise a ridere. Poi, quando la faccenda divenne seria, mia madre mi guardò e disse: ‘È un uomo che potrebbe essere tuo padre, stai attenta’. Ecco, non l’avevo proprio presa in considerazione”.
Omosessualità e politica: un tabù ancora forte
E poi c’è il capitolo più ipocrita di tutti: l’omosessualità nella politica conservatrice. Francesca Pascale non le manda a dire e racconta di aver incrociato più gay tra le fila della destra che in un circolo Arcigay il sabato sera. “Io ho incontrato più omosessuali a destra, che alla domenica andavano a messa con la moglie, con i figli, tutto perfetto. Ognuno può fare quello che vuole nella vita, anche nasconderlo. Però il fatto che chi si nasconde nega la libertà di chi non vuole nascondersi mi fa veramente in******e”.
Finché si tratta di scelte personali, nessun problema. Il guaio arriva quando chi vive nel buio si mette a negare a chi sta alla luce il diritto di esistere. “Questa cosa mi fa imbestialire”, taglia corto, perché la libertà è sacra, ma la coerenza pure.