L’addio in Rai? Di certo non è stato facile per quel volto che ne ha simboleggiato a lungo una fascia (e più) importante. Amadeus è stato a lungo il conduttore di punta, tra Affari Tuoi, il Festival di Sanremo per cinque anni consecutivi, rinnovato in virtù del talento e degli ascolti. Il passaggio sul Nove è stato turbolento, segnato anche da notti insonni: il suo debutto era attesissimo e, come chiunque scelga di rischiare, puntualmente sono arrivate critiche e polemiche. In una intervista a RTL 102.5, in radio, il suo grande amore, “Ama” ha ripercorso gli anni di Sanremo (che oggi gli manca), guardando al futuro e concentrandosi sul presente.
Amadeus sul Nove, l’addio alla Rai
In Rai Amadeus è cresciuto, è maturato, fino a diventare inevitabilmente una colonna di quell’azienda. L’avventura sul Nove è iniziata ufficialmente il 22 settembre: un doppio debutto, grande segno di stima e di fiducia nei suoi confronti, con il Suzuki Music Party e la prima puntata di Chissà Chi è, il nuovo format de I Soliti Ignoti. “Ogni tanto trovo le signore che mi chiedono dove vedere Nove”, ha detto a RTL 102.5 (negli scorsi giorni aveva fatto un tutorial su Instagram per trovare il Nove sul telecomando).
Il suo passaggio a Nove è stato caratterizzato dalla ferma volontà di fare qualcosa di nuovo. Di uscire da quella comfort zone in cui spesso molti di noi si trovano bene, ma non Amadeus, che “tende a essere irrequieto”. Così, quando sul tavolo si è trovato due proposte assolutamente identiche (come ha spiegato più volte), alla fine ha scelto il Nove alla Rai. “Il mio contratto Rai scadeva il 31 agosto e per questo non ho potuto pensare ad altro. Ma il rinnovo era intorno ad aprile e ho dovuto dare una risposta. Non l’ho fatto a cuor leggero, è stata una scelta di vita
Gli ascolti di Chissà Chi è
Qualcuno ha detto di aver visto Amadeus molto più triste per il derby perso dall’Inter, ma la verità è che di certo non è facile affrontare – ogni giorno, tutti i giorni – determinate critiche. “Se dicessi che non ci ho sofferto per niente sarei bugiardo. Poi in cinque anni di Sanremo mi sono abituato alle polemiche, molte pretestuose che non sto ad elencare. Ma questo ti abitua ad andare dritto, perdere tempo a rimanerci male o rispondere non ha molto senso. Ognuno può dire quello che vuole, io devo concentrare le energie solo sul mio obiettivo”.
Come sostenuto da altri conduttori, ci vuole pazienza. Tempo. La televisione è anche (e soprattutto) abitudine. E lui, proprio come preventivato in conferenza stampa, alla fine è partito dal 3%: un inizio. E lo è davvero, considerando che, alla fine, oltre a Chissà Chi è, c’è in programma un altro show importante sul Nove, in diretta, dal 4 novembre: La Corrida. “Ritorna il format dei dilettanti allo sbaraglio, non si tratta di persone che vogliono davvero ballare o cantare, ma persone comuni che però hanno un desiderio, di potersi esibire davanti a un pubblico anche severo. È stata un’idea di tutti, cercavamo un programma molto largo, era un’idea già da qualche anno e quindi abbiamo pensato di portarlo sul Nove”.