La tecnologia ha cambiato profondamente il modo di vivere la quotidianità e, quindi, anche le modalità con cui ci relazioniamo, comunichiamo e viviamo la nostra sessualità. Il mondo digital ha aperto nuove frontiere nell’espressione del desiderio, dando vita a nuove pratiche e nuovi modo di fruire la relazione sessuale: il cybersex è un’attività sessuale che si svolge online, come pratica stimolante e alternativa alla sessualità tradizionale. Tuttavia, questo tipo di pratica può diventare un’abitudine compulsiva, sfociando in una dipendenza da sesso virtuale e causando effetti significativi sulla salute mentale, sulle relazioni e sulla qualità della vita.
Indice
Cos’è il cybersex
Il cybersex o sesso virtuale è un tipo di attività sessuale a cui partecipano due o più persone collegate fra di loro tramite una rete digitale. Le piattaforme utilizzate possono essere social network, chat, ma anche forum, ambienti virtuali o videochiamate. Il sesso virtuale si fa condividendo messaggi espliciti, fantasie, immagini, video o audio a sfondo erotico e sessuale, ai fini di provare eccitazione; la masturbazione può diventare una parte dell’esperienza, ma non è necessario, se non si desidera, avere un’auto-stimolazione fisica diretta. In questo caso specifico, infatti, il piacere mentale e l’eccitazione sono già parte dell’esperienza, che può essere arricchita toccandosi e dandosi piacere fisico fino ad arrivare all’orgasmo, oppure no.
Negli ultimi anni, complice la diffusione di smartphone e app di messaggistica istantanea, il sexting si è affermato come una delle forme più comuni di cybersex; il sexting consiste nello scambio di messaggi, immagini o video a contenuto sessuale o erotico tramite app di messaggistica, appunto. Soprattutto tra i giovani è una pratica molto diffusa e può essere un modo erotico, stimolante e divertente per sperimentare esperienze sessuali piacevoli; tuttavia, è sempre consigliabile prestare attenzione anche ai rischi legati a questa pratica, come la violazione della privacy, la diffusione non autorizzata dei contenuti (ad esempio, il revenge porn) o situazioni di ricatto emotivo e sessuale. Sia il cybersex che il sexting possono essere esperienze appaganti e positive, se vissute nel rispetto di sé e dell’altro.
Cos’è la dipendenza da sesso virtuale
Come tutte le pratiche che fanno parte della nostra vita e del quotidiano, anche il cybersex può trasformarsi in una forma di dipendenza comportamentale. In questo caso, la persona lo utilizza in modo compulsivo e incontrollabile: non si tratta di elevata libido o desiderio, ma di un comportamento reiterato a tal punto da compromettere il benessere psicologico, fisico e sociale. In quanto dipendenza, infatti, può creare difficoltà nell’interrompere l’attività o ricercare stimoli sempre più intensi e frequenti.
Come si manifesta la dipendenza da sesso virtuale
La dipendenza da cybersex può rientrare nell’internet addiction, un disturbo legato all’uso incontrollato ed eccessivo di internet e anche se i sintomi possono variare da persona a persona, tra i segnali più comuni troviamo:
- Isolamento sociale e perdita di interesse per le relazioni reali;
- Perdita di controllo del tempo trascorso online, con conseguente compromissione del lavoro, dello studio e delle relazioni;
- Sintomi di astinenza;
- Senso di colpa o vergogna;
- Tendenza a nascondere l’attività agli altri.
La persona può sviluppare una dipendenza, dove il sesso virtuale diventa l’unico mezzo percepito per ottenere piacere fisico o emotivo e viene vissuto come via di fuga da stress, ansia o solitudine.
Cause e fattori di rischio
Non c’è mai un solo elemento legato alla dipendenza da sesso virtuale, ma normalmente è il risultato di una serie di combinazioni che riguardano fattori psicologici, sociali e neurologici. Tra le cause più comuni troviamo, ad esempio, una bassa autostima o un senso di insicurezza nella propria sessualità: questi due aspetti possono spingere le persone a rifugiarsi nel mondo digitale, dove si possono sentire più libere e meno giudicate. Allo stesso modo, ci si può avvicinarsi al mondo online per dare libero sfogo alle proprie fantasie e ai desideri che nella vita reale (con o senza partner) non si riesce a sperimentare.
Altre volte sono la solitudine, l’isolamento emotivo e le difficoltà a costruire relazioni reali che possono alimentare un avvicinamento all’online e al sesso virtuale, per vivere l’intimità in forma “protetta”. In molti casi, la dipendenza da cybersex si accompagna ad altri disturbi, come ansia, depressione o disturbo ossessivo-compulsivo, oppure si inserisce in un quadro più ampio di dipendenze comportamentali.
Non c’è nulla di male nel praticare il sexting o altre forme di cybersex, a patto che vengano vissute con consapevolezza e non interferiscano con il benessere personale o la vita quotidiana. La facilità di accesso ai contenuti online, l’anonimato che può essere ottenuto in rete e i meccanismi neurologici di ricompensa, simili a quelli che si attivano in altre forme di dipendenza, sono alla base di un eccessivo uso del sesso virtuale che può portare a una dipendenza vera e propria.
Infine, anche il contesto culturale può giocare un ruolo: la crescente normalizzazione dell’iperstimolazione sessuale online, attraverso social, pornografia e app, può influenzare il comportamento e abbassare la soglia di attenzione e la consapevolezza verso segnali di dipendenza.
Come affrontare la dipendenza da sesso virtuale
Grazie alla consapevolezza del problema e a un supporto professionale, i comportamenti possono essere cambiati, compresi quelli in riferimento al cybersex.
I percorsi terapeutici possono includere:
- Psicoterapia individuale
- Gruppi di supporto
In alcuni casi possono essere necessari trattamenti farmacologici se questa dipendenza è associata ad altri disturbi come depressione, ansia e impulsività.
Il digital detox è un altro metodo utile per allontanarsi da alcune dinamiche legate all’online e, quindi, anche al cybersex: è una pratica che obbliga a disconnettersi intenzionalmente dai dispositivi digitali come smartphone, computer, tablet e televisori per un determinato periodo.
È fondamentale non giudicare, se stessi o gli altri, ma promuovere un approccio empatico e rispettoso verso chi soffre di questa condizione, che spesso si accompagna a vergogna e isolamento.