A lungo sottovalutata e considerata soltanto una condizione estetica, la vitiligine è in realtà una malattia cronica autoimmune che colpisce, su scala mondiale, dallo 0,5 al 2% della popolazione ed è una condizione da conoscere. Perché tanti, davvero tanti, sono i falsi miti che la circondano.
In occasione della Giornata Mondiale della Vitiligine, che si è celebrata il 25 giugno in tutto il mondo, continua la campagna Vitiligine: è tempo di essere liberi – Oltre i falsi miti, verso nuove possibilità. L’iniziativa è promossa da Incyte con il patrocinio di APIAFCO Associazione Psoriasici Italiani Amici della Fondazione Corazza, con l’obiettivo di diffondere una corretta informazione sulla patologia e aumentare la consapevolezza di chi ne è affetto, ma anche di chi gli sta accanto.
Non solo pelle, l’impatto psicologico della vitiligine
Affrontare i cambiamenti dell’aspetto causati dalla vitiligine può essere difficile, soprattutto in giovane età. Ansia, depressione e senso di isolamento sono conseguenze frequenti. Non a caso, chi ne soffre ricorre al supporto psicologico 20 volte più spesso rispetto alla media della popolazione.
“Ogni paziente reagisce in modo diverso, ma c’è una componente che accomuna tutti: la vitiligine si vede e questo può influenzare i rapporti sociali. Alcuni vivono con un senso di isolamento e con la paura del giudizio sociale. Questo spinge molte persone ad evitare anche le situazioni quotidiane, influendo negativamente sulla qualità della vita”, sottolinea Valeria Corazza, Presidente di APIAFCO
Per questo motivo, l’associazione mette a disposizione dei pazienti con vitiligine un supporto psicologico completamente gratuito offrendo un punto di riferimento dove poter essere ascoltati e supportati.
Come cambiano le prospettive per i pazienti
“Non esistono terapie in grado di far scomparire la vitiligine una volta per tutte, ma esistono trattamenti che permettono di controllarne le manifestazioni e se utilizzate con costanza sono efficaci. Recentemente sono stati approvati dei trattamenti in crema basati su JAK inibitori, che si sono dimostrati efficaci per la gestione della malattia”. commenta il Prof. Emiliano Antiga, Professore Associato in Dermatologia e Venereologia e Direttore della Scuola di Specializzazione in Dermatologia e Venereologia presso l’Università di Firenze.
Oggi, grazie ai progressi della ricerca, i pazienti con vitiligine hanno a disposizione nuove possibilità per gestire meglio la loro condizione. Per conoscere e informarsi queste opportunità è importante che i pazienti si rivolgano ad uno specialista nei centri dermatologici di riferimento.
In collaborazione con Incyte