Test di broncodilatazione: cos’è?

Il test di broncodilatazione è un esame spirometrico che misura la funzionalità polmonare prima e dopo l'assunzione di un farmaco broncodilatatore, per valutare la reversibilità di ostruzioni delle vie aeree

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Ivan Shashkin

Laureando in Medicina e Chirurgia

Studente di Medicina appassionato di immunologia ed ematologia con interesse e esperienza in ambito di ricerca.

Il test di broncodilatazione – associato alla spirometria – è un esame indispensabile per diagnosticare e trattare adeguatamente le malattie che coinvolgono il sistema respiratorio. Ecco tutto ciò che c’è da sapere in merito.

In Italia, le malattie respiratorie sono in forte aumento, complice anche l’invecchiamento della popolazione generale. La lotta alle malattie respiratorie si realizza, in primo luogo, tramite la prevenzione primaria, effettuata attraverso la lotta al fumo e alla diffusione degli agenti inquinanti presenti nell’aria. È fondamentale che, nel caso in cui si sospetti una patologia respiratoria, vengano prescritti esami specifici atti a diagnosticare per tempo un’eventuale comparsa di patologie che coinvolgono il sistema respiratorio.

Il test di broncodilatazione, associato all’esame spirometrico, è la grande risorsa su cui gli specialisti fanno affidamento per eseguire una diagnosi precisa della malattia respiratoria presentata dal paziente, così da poter tempestivamente fornire una terapia adeguata atta a contrastarne l’avanzamento.

Cos’è il Test di broncodilatazione

Il test di broncodilatazione (o di broncodilatazione farmacologica) consiste in un esame spirometrico semplice seguito da un esame spirometrico dopo l’assunzione – avvenuta una trentina di minuti prima dell’esame stesso – di farmaci broncodilatatori. Il farmaco che si usa comunemente si chiama “Salbutamolo” e viene somministrato attraverso via inalatoria (aerosol).

La spirometria è una procedura non invasiva utile a fornire la misurazione di alcuni parametri funzionali essenziali per eseguire una corretta diagnosi ed il monitoraggio di numerose malattie che coinvolgono l’apparato respiratorio.

Come si svolge il test di broncodilatazione

Prima di iniziare l’esame spirometrico con test di broncodilatazione, l’operatore sanitario condurrà – con la collaborazione del paziente – un’indagine anamnestica al fine di individuare eventuali controindicazioni all’esame. Durante l’analisi verranno poi richiesti al paziente alcuni dati, tra i quali i dati anagrafici, il peso e l’altezza al fine di calcolare i normali valori di riferimento per il soggetto preso in considerazione.

Lo svolgimento dell’esame è piuttosto semplice. Durante la prima fase, quella che prevedere lo svolgimento della spirometria semplice, al paziente verrà chiesto di soffiare il più profondamente possibile nello spirometro – lo strumento specifico per eseguire la spirometria – attraverso un boccaglio monouso dopo aver tappato il naso con uno stringinaso.

Il boccaglio è collegato ad un misuratore del flusso e del volume d’aria emessa dal soffio del paziente che trasforma il segnale in un’immagine che verrà interpretata dallo specialista.

Successivamente, al paziente verranno somministrati tramite aerosol farmaci broncodilatatori, per poi – a distanza di 30 minuti per consentir loro di fare effetto – ripetere l’indagine spirometrica.

Questo doppio test viene eseguito al fine di comparare i due risultati – quelli ottenuti dalla spirometria basale e quelli ottenuti dalla spirometria con broncodilatazione – al fine di poter formulare la corretta diagnosi.

Preparazione e indicazioni

Per eseguire il test di broncodilatazione appena descritto, non è necessaria nessuna particolare preparazione. Si raccomanda, però, al paziente di non assumere farmaci cortisonici o antiasmatici, broncodilatatori in particolare, per via spray o aerosol, nelle 24 ore precedenti al test. L’assunzione dei suddetti farmaci potrebbe comportare un’alterazione significativa dei risultati del test di broncodilatazione.

A chi si rivolge il test di broncodilatazione

La spirometria con test di broncodilatazione si rivolge a tutti quei pazienti che riscontrino problemi di insufficienza respiratoria, un’ostruzione bronchiale oppure quando si ha il sospetto di una patologia ostruttiva latente.

Ci sono anche altre motivazioni per cui uno specialista può richiedere un test di broncodilatazione, tra le più frequenti troviamo la valutazione preoperatoria, la valutazione funzionale per attività sportiva ed il monitoraggio dei pazienti a rischio per esposizione ambientale/occupazionale.

Non è un test adeguato per tutti i pazienti che presentino aneurismi, embolia polmonare, recenti interventi chirurgici ad occhi, torace o addome e pneumotorace. In presenza di queste patologie, sarà lo specialista a consigliare un’alternativa maggiormente adatta alla situazione clinica del paziente.

Controindicazioni

Il test di per sé non presenta rischi o controindicazioni. Eventuale comparsa di tremori e tachicardia sono gli effetti collaterali in assoluto più riscontrati tra i pazienti in seguito all’esame, da ricondurre esclusivamente alla somministrazione dei farmaci broncodilatatori.

Risultati del test di broncodilatazione

I risultati della spirometria dopo l’assunzione del broncodilatatore possono rivelare se vi è un miglioramento significativo nei valori di volume espiratorio forzato in un secondo (FEV1) e nel rapporto tra FEV1 e capacità vitale forzata (FVC).

Questo miglioramento indica una risposta positiva al broncodilatatore e suggerisce la presenza di una componente reversibile nell’eventuale ostruzione delle vie respiratorie, come nel caso dell’asma. D’altro canto, se non vi è alcun miglioramento significativo dopo l’assunzione del broncodilatatore e i risultati iniziali mostrano una riduzione significativa di FEV1 e/o un rapporto FEV1/FVC inferiore ai valori di riferimento, ciò potrebbe indicare una condizione respiratoria più grave o irreversibile, come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).

L’interpretazione completa dei risultati è il compito del medico specialista in pneumologia e i risultati del test forniscono informazioni importanti per la diagnosi e il trattamento delle malattie polmonari, consentendo di adottare un approccio terapeutico mirato al paziente.

Fonti bibliografiche: