Nistagmo: che cos’è, sintomi, cura

Il nistagmo è un disturbo oculare caratterizzato da movimenti involontari, rapidi e ripetitivi degli occhi, che possono compromettere la visione e la capacità di mantenere lo sguardo fisso su un oggetto

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Chiara Sanna

Ottico

Diplomata in Ottica e Optometria, è abilitata ed esercita la professione di Ottico, affiancandola al proseguimento dei suoi studi in Scienze Infermieristiche.

Sono diversi i disturbi legati agli occhi che possono colpire le persone, a tutte le età. Alcuni sono considerati fisiologici, altri possono nascondere patologie che solo la visita oculistica potrà accertare. Il nistagmo, per esempio, può presentarsi per diverse ragioni.

Che cos’è il nistagmo

Si chiama nistagmo il movimento involontario dei bulbi oculari. In pratica, gli occhi oscillano, si muovono ritmicamente, su piani diversi: orizzontale, verticale oppure rotatorio , il disturbo è provocato principalmente da una disfunzione delle aree cerebrali che controllano i movimenti oculari.

Si tratta solitamente di un movimento bifasico, caratterizzato da una lenta deviazione in un senso e da una rapida nella direzione opposta. Il nistagmo può essere fisiologico, e quindi non essere causato da nessun disturbo o malattia, oppure patologico, quando invece è collegato a un malfunzionamento delle aree del cervello preposte al movimento oculare.

Nistagmo fisiologico

Nel primo caso, il nistagmo è dovuto a movimenti naturali che gli occhi fanno per adattarsi alle immagini visualizzate che, a loro volta, risultano in movimento. Si tratta quindi di scatti involontari che fanno parte del riflesso vestibolo-oculare, capace di stabilizzare le immagini sulla retina. Per esempio, quando siamo in treno e guardiamo fuori dal finestrino, gli occhi seguono rapidamente il susseguirsi di oggetti e per questo i bulbi oscillano. In questo caso, quindi, si tratta di un evento temporaneo che non influisce in nessun modo sulla vista.

Il nistagmo si presenta con diverse caratteristiche cliniche e gli effetti che ne conseguono possono variare da persona a persona.

In quasi tutti i casi la visione risulta ridotta o limitata.

A seconda della causa, il nistagmo può interessare uno o entrambi gli occhi. Spesso le persone colpite non sono consapevoli dei loro movimenti oculari, ma la visione può essere alterata a seconda della gravità del disturbo.

Tra i diversi tipi di nistagmo fisiologico troviamo:

  • nistagmo optocinetico (dipende dall’occhio),
  • nistagmo vestibolare (relativo all’orecchio interno, che gestisce l’equilibrio)
  • nistagmo dissociato (movimenti concomitanti dei due occhi, ma con ampiezze differenti)

Nistagmo patologico

Quando invece il nistagmo è patologico, ogni movimento dei bulbi allontana l’oggetto che si osserva dal centro della retina, la fovea, di modo che esca dalla zona di visione centrale. Per questo il nistagmo patologico può ridurre notevolmente la vista. Si possono distinguere due tipi di nistagmo patologico:

  • il nistagmo congenito (o ad esordio precoce) è presente alla nascita e si manifesta nei primi mesi di vita, di solito tra sei settimane e tre mesi di età. I bambini con nistagmo, generalmente, vedono in modo simile ad altri soggetti della loro età. La condizione è lieve e non progressiva. Il nistagmo congenito non richiede trattamento, anche se le lenti correttive e la chirurgia refrattiva possono aiutare a ridurre le difficoltà visive riscontrate;
  • il nistagmo acquisito, quando si sviluppa nel corso della vita per motivi legati alla salute.

Il nistagmo si differenzia anche per i movimenti che produce, che indicano la direzione:

  • pendolare: i movimenti hanno la medesima velocità in entrambe le direzioni
  • a scosse: i movimenti sono lenti da un lato, poi diventano repentini nel senso opposto (che indica la direzione)

Quando si valuta il nistagmo oculare, oltre a valutare il piano di oscillazione e la direzione, bisogna tenere conto anche dell’ampiezza (fine, media, larga) e della frequenza (bassa, elevata).

Sintomi associati al nistagmo

Se il sintomo principale è ovviamente il peggioramento della vista a causa dei movimenti repentini dei bulbi oculari che impediscono la visione centrale, ci sono altri segnali che accompagnano l’insorgere di questo disturbo, alcuni oculari, come fotofobia, altri legati all’equilibrio, quindi vertigini, giramenti di testa, nausea, ma anche mal di testa e, in alcuni casi, irritabilità.

Se il nistagmo è congenito solitamente non tende a peggiorare con il passare degli anni, ma qualora fosse presente una patologia oculare questa potrebbe aggravarsi col tempo.

Molte persone lamentano una percezione della profondità altamente ridotta, fattore che influenza in maniera importante i movimenti del corpo. Anche l’equilibrio può risentirne e alcune operazioni semplici, come salire le scale, possono essere compromesse.

Oltre al movimento dei bulbi oculari, i sintomi del nistagmo possono includere:

  • sensibilità alla luce;
  • vertigini e perdita di equilibrio;
  • difficoltà a vedere nel buio;
  • problemi di visione;
  • posizione anomala della testa: alcune persone riscontrano un ridotto movimento oculare se mantengono certe posizioni della testa;
  • oscillopsia: percezione instabile ed oscillante del campo visivo.

Cause del nistagmo patologico

Le cause del nistagmo patologico possono variare a seconda del tipo di disturbo, che sia quindi congenito oppure acquisito.

Nel primo caso, cioè in presenza di nistagmo congenito, può trattarsi di un disturbo ereditario legato al genere e quasi sempre è accompagnato da una disfunzione del sistema visivo, come strabismo o difetti refrattivi. In ogni caso, solitamente si manifesta nei primi mesi di vita, per questo è molto importante effettuare una visita oculistica già da piccolissimi, per verificare insieme allo specialista che non ci siano anomalie legate all’apparato visivo.

Se invece il disturbo insorge nel corso della vita, può essere conseguenza di malattie importanti. Solitamente i pazienti si rendono conto che qualcosa non va perché la vista cala drasticamente ma non solo: la percepiscono instabile e oscillante rispetto al campo visivo, lamentando quindi oscillopsia.

Il nistagmo oculare acquisito può insorgere in ogni momento e le sue cause possono essere di origine oculare oppure no.

Tra le ragioni per cui si sviluppa nistagmo riconducibili all’apparato visivo troviamo:

  • Ereditarietà genetica: il nistagmo può essere ereditato ed un’anamnesi familiare positiva aumenta il rischio di sviluppare la malattia; sono stati riportati modelli di trasmissione dominanti, recessivi e X-linked. La gravità del nistagmo varia spesso tra i membri di una famiglia coinvolta;
  • Scarso sviluppo del controllo oculare: può essere causato da una malattia degli occhi o da un problema visivo che insorge durante l’infanzia, come ad esempio l’ipoplasia bilaterale del nervo ottico o la cataratta congenita;
  • Albinismo (mancanza di pigmentazione della pelle);
  • Malattie dell’occhio: cataratta, ambliopia, strabismo, degenerazione del nervo ottico, coloboma e gravi errori di rifrazione (astigmatismo o miopia);
  • Patologie dell’orecchio interno (apparato vestibolare): infezioni, vertigine parossistica posizionale benigna, infiammazioni;
  • Alcuni tumori cerebrali (rara causa di nistagmo acquisito);
  • Trauma cranico: causa comune di nistagmo acquisito nelle persone più giovani;
  • Alcuni farmaci (anticonvulsivanti o sedativi, benzodiazepine e farmaci a base di litio);
  • Abuso di alcool e droghe.

Allo stesso modo, il nistagmo può essere causato da patologie che interessano il sistema nervoso centrale, come:

  • sindrome di Ménière (comporta problemi di equilibrio)
  • ipoplasia del nervo ottico
  • amaurosi congenita di Leber
  • sclerosi multipla
  • sindrome di Down
  • ictus

Diagnosi del nistagmo

In presenza di nistagmo oculare è bene consultare un medico oculista, che valuterà la situazione complessiva egli occhi. Solitamente lo specialista effettua un’analisi della struttura interna con un oftalmoscopio, oltre all’esame della vista. È importante che vengano analizzati anche i movimenti oculari per stabilire di che tipo di nistagmo si è in presenza.

Per farlo in genere si analizza il movimento degli occhi mentre il paziente osserva un punto fisso, utilizzando in supporto una lampada a fessura che, ingrandendo l’immagine, cattura anche i movimenti minimi. L’oculista può anche sottoporre a un elettrooculografia, un test che registra, tramite elettrodi, i movimenti oculari.

Risulta utile osservare anche il fondo oculare, la reattività pupillare, l’acuità visiva e la motilità degli occhi. Molte volte gli esami oculistici e ortottici si accompagnano a quelli neurologici o pertinenti all’apparato vestibolare.

Tra gli strumenti di diagnostica utilizzati per evidenziare il nistagmo ci sono anche risonanza magnetica e tomografia computerizzata dell’encefalo.

Curare il nistagmo oculare

Come succede per molti disturbi dell’apparato visivo, è necessario individuare la causa del problema e, quindi, trattare la patologia stessa.

Se si tratta di cattive abitudini come abuso di alcol e consumo di droghe, o ancora l’uso di determinati farmaci, sarà necessario interrompere per veder scomparire il nistagmo, anche se non sempre si risolve completamente.

Tra le possibili soluzioni, almeno in parte, del nistagmo oculare troviamo:

  • farmaci per ridurne la gravità, che però possono avere effetti collaterali anche importanti
  • intervento chirurgico per riposizionare i muscoli che muovono gli occhi, migliorando un po’ la vista
  • occhiali e lenti a contatto, utili in caso di presenza di altri difetti
  • supporti per ipovedenti, come caratteri più grandi o maggiore illuminazione

Se il nistagmo è causato da problematiche non collegate direttamente all’apparato oculare, saranno gli specialisti di competenza, come per esempio neurologo o otorino, a valutare il miglior trattamento.

Il nistagmo oculare è un movimento involontario dei bulbi oculari che può essere fisiologico, quando gli occhi si adeguano all’immagine o quando viene indotto, oppure patologico. Può compromettere la vista ed essere sintomo di disturbi importanti, e quindi è fondamentale rivolgersi in prima istanza al proprio oculista per una visita approfondita.

Fonti bibliografiche:

  • Luciano Liuzzi e Franco Bartoli, Manuale di Oftalmologia IV edizione, 2009
  • Mickie Hamiter, Nistagmo