Neonati prematuri, una giornata per i piccoli che hanno “fretta”

Il 7% dei parti in Italia è pretermine: cosa tenere sotto controllo nel neonato e l'importanza del latte materno

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Si celebra il 17 novembre la Giornata Mondiale dei Prematuri (World Prematurity Day), evento riconosciuto dal Parlamento Europeo grazie all’impegno della European Foundation for the Care of Newborn Infants (EFCNI). È un’occasione importante per riflettere sulle modalità di assistenza a madre e figlio e sui passi avanti che la medicina perinatale ha fatto. E magari, anche per avere qualche consiglio utile.

Gli organi da monitorare

Il 7 per cento del totale dei parti in Italia, circa 32.000 all’anno stando a dati recenti, è pretermine. Cosa significa questo? Che il neonato è particolarmente “frettoloso” e quindi viene alla luce in anticipo, prima della trentasettesima settimana di gestazione.

Ci sono elementi che aumentano la possibilità che questo avvenga, come ad esempio il fatto di aspettare due gemelli o comunque portare in grembo più futuri bebè, così come impatta un eventuale parto prematuro in precedenza. A prescindere dai meccanismi che possono contribuire ad accelerare il primo vagito, occorre comunque ricordare che se il piccolo è fortemente prematuro ed anticipa molto la nascita il team di specialisti, coadiuvati dalle tecnologie, deve tenere sotto controllo diverse parti del corpo, non ancora perfettamente formate.

In primo luogo occorre tenere sotto controllo il rischio di infezioni oltre all’apparato respiratorio e ai polmoni: se si anticipa molto il parto, infatti, il loro sviluppo è assai indietro. Da considerare è soprattutto la cosiddetta sindrome da distress respiratorio, legata alla carenza di una sostanza chiamata surfactante. Questo composto ha il compito di mantenere aperti gli alveoli polmonari, unità operative del sistema respiratorio dove avvengono gli scambi tra aria e sangue, e quando questi non si aprono a sufficienza la respirazione diventa difficile per cui è necessario mantenere i bimbi incubati.

Non solo. Nel piccolo particolarmente prematuro i vasi sanguigni le pareti delle arterie sono sottilissime e questo aumenta di molto il rischio di andare incontro ad emorragie, in particolare a carico del cervello in formazione. Il controllo delle emorragie cerebrali, che a volte possono essere responsabili di deficit neurologici a distanza di tempo, viene effettuato con speciali ecografie ripetute regolarmente.

Occorre anche prestare attenzione al cuore: all’interno dell’utero il feto sfrutta l’ossigeno che arriva con il sangue materno e quindi non ha bisogno dei polmoni. La sua conformazione circolatoria prevede quindi un particolare passaggio, chiamato dotto di Botallo, che normalmente si chiude quando il neonato a termine comincia a respirare nel mondo. Purtroppo  nei prematuri questo meccanismo a volte non si verifica. Infine, altri apparati possono risentire dell’eccessiva “premura” dei neonati, come l’occhio.

L’alimento ideale è il latte di mamma

Il latte materno, come per il bambino che nasce alla scadenza prefissata, è fondamentale, come spiega Luigi Piero Biondi Responsabile Pronto Soccorso e Reparto Casa pediatrica Ospedale Fatebenefratelli di Milano.

“I neonati prematuri – spiega l’esperto –  presentano tratti gastrointestinali immaturi, che possono causare problemi di digestione e assorbimento delle sostanze nutritive; pertanto, questi neonati hanno bisogno di un alimento facilmente gestibile dai loro delicati intestini. Il latte delle mamme dei neonati prematuri contiene più grassi e immunoglobulina secretoria rispetto al latte delle mamme dei bambini nati a termine e contiene enzimi che aiutano il neonato nella digestione, nonché il fattore di crescita epidermico che a propria volta favorisce la maturazione del suo intestino”.

Aspetto ancora più importante, i neonati prematuri alimentati con il latte della loro mamma tendono a essere dimessi in media due settimane prima rispetto a quelli alimentati con latte artificiale. Il latte materno è così importante per i neonati prematuri che, se per qualsiasi motivo le loro mamme inizialmente non riescono a fornire loro abbastanza latte, per ovviare possono essere alimentati con latte donato da altre mamme che allattano anziché ricorrere al latte artificiale”.