Vasosuprina in gravidanza: gli effetti collaterali che devi conoscere

La vasosuprina è un medicinale usato solo in casi estremi e molto specifici a causa dei tanti effetti collaterali che possono sorgere. Vediamo insieme al ginecologo tutti i possibili usi e problemi di questo farmaco.

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Giorgia Marini

Parenting Specialist

Ex avvocato. Blogger, con la laurea sul campo in Problemi di Mammitudine. Da 6 anni scrivo di gravidanza, maternità ed infanzia, sul mio blog “Stato di Grazia a Chi?” e su altre testate online. Racconto la maternità con brio, garbo ed empatia.

Il rapporto fra gravidanza ed assunzione di farmaci sappiamo essere assai delicato, e sempre regolato dagli esperti del settore e da chi ci segue durante i nostri nove mesi.

I farmaci somministrati durante i tre trimestri hanno spesso dosaggi consigliati in base al nostro stato di salute, a quello del feto ed al disturbo o alla sofferenza che abbiamo. Bisogna fare un importante bilanciamento fra vantaggi e svantaggi, fra costi e benefici, prima di somministrare un farmaco ad una donna in attesa, in quanto è sempre in gioco il benessere della gestante, quello del feto ed un buon e sereno proseguimento della gravidanza.

In questo articolo, parliamo di un farmaco assai specifico, la vasosuprina, che ha acceso molti dibattiti nella sua storia e che oggi viene utilizzato, come leggerete, solo in casi particolari e con molta prudenza. Si tratta di un tema assai tecnico per il quale passiamo la palla ad un ginecologo, il dottor Antonio Simone Laganà, in grado di far luce sulla somministrazione del suddetto farmaco.

La vasosuprina: cos’è e a cosa serve

“La vasosuprina è un farmaco che appartiene alla categoria dei simpaticomimetici e tocolitici. Il suo principio attivo è l’isossisuprina cloridrato, un beta2-agonista che stimola i recettori beta-2 adrenergici, molto diffusi a livello del miometrio, determinando l’inibizione della contrazione della muscolatura liscia del miometrio stesso, promuovendo quindi il rilassamento dell’utero.

La vasosuprina è stata utilizzata in passato in ostetricia per il trattamento delle minacce di parto pretermine e delle minacce d’aborto. Tuttavia, tale farmaco, a causa delle gravi reazioni avverse che può causare, oggi viene raramente utilizzato nella pratica clinica e, in particolare, non deve essere utilizzato nelle pazienti affette da cardiopatia ischemica pre-esistente o nelle pazienti con importanti fattori di rischio per cardiopatia ischemica.

Infatti sono state emanate importanti restrizioni d’uso dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), in accordo con l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) e l’Istituto Lusofarmaco d’Italia S.p.A. Attualmente si raccomanda che le formulazioni orali e suppositorie non siano utilizzate in alcuna indicazione ostetrica e che l’uso per via parenterale (intramuscolare ed endovenosa) sia limitato al massimo a 48 ore, somministrato sotto la supervisione di uno specialista, solo per l’inibizione di parto prematuro tra la 22esima e la 37esima settimana di gestazione.

In ogni caso la sua somministrazione deve avvenire limitatamente alle pazienti che non abbiano una storia di malattia cardiaca o che si trovino nelle condizioni in cui un prolungamento della gravidanza possa essere rischioso per la madre e per il feto”.

Vasosuprina in gravidanza
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La vasosuprina: effetti collaterali

Parto pretermine: cause, rischi

Abbiamo appena visto che la vasosuprina viene utilizzata per scongiurare il rischio di parto pretermine, dunque vale la pena spendere due parole su quando si parla di parto pretermine, quali sono le cause e quali i rischi. Il 17 novembre è la data dedicata ai parti pretermine, un giorno importante che coinvolge circa 100 Paesi, ed ha come obiettivo il far conoscere le problematiche dei nati pretermine, le loro fragilità e quelle delle famiglie nelle quali esse vengono vissute.

In Italia si registrano, ogni anno, oltre 24.000 parti prematuri: si tratta di bambini che nascono prima della 37a settimana di gravidanza. Viene da sé che la gravità della situazione varia in base alla settimana di gravidanza nella quale il bambino/a viene al mondo ed al peso del piccolo/a. Circa l’1% pesa meno di un kg e mezzo.

Le cause della prematurità possono essere molte ma non è facile, nei casi specifici, individuarle. Fattori che possono contribuire alla nascita pretermine sono: le infezioni del tratto genitale-urinario, le malattie della placenta, le malformazioni uterine importanti ma possono influenzare un parto anticipato anche un grande stress materno come un carico di lavoro eccessivo per la gestante.

Il dramma dei parti prematuri è stato, negli anni, il tasso di mortalità dei bambini, e le maggiori fragilità alle quali questi erano esposti insieme all’enorme impatto sulla famiglia nei primi mesi/anni di vita. Sebbene la scienza abbia notevolmente ridotto i casi di morte per parti prematuri, si tratta comunque di situazioni anomale che devono sempre essere monitorate. In caso di nascita pretermine il piccolo/a presenta maggiori vulnerabilità che potrebbero interferire con la sua crescita. Per fortuna, le cure attuali permettono ai bimbi/e prematuri/e di avere maggiori possibilità di sopravvivere e crescere bene, rispetto al passato.

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La vasosuprina: effetti collaterali

Vasosuprina: effetti collaterali

Torniamo alla vasosuprina, il farmaco che viene utilizzato solo in presenza di casi specifici con termini e limiti prefissati (pericolo di aborto e nascita pretermine), come abbiamo visto. C’è stato, negli ultimi anni, un cambiamento di rotta alla luce dei rischi che produceva soprattutto sulla salute della donna ma non solo. Per questo, sulla sua somministrazione c’è molta prudenza e la donna che la assume deve prontamente comunicare, al professionista che gliela abbia prescritta, eventuali sintomi ad essa associabili.

“Gli effetti collaterali della Vasosuprina sono quelli maggiormente associati all’assunzione di beta2-agonisti a breve durata d’azione, e includono tachicardia, sudorazione, tremori, ipotensione, nausea, mal di testa e alterazioni delle concentrazioni di glucosio (iperglicemia) e potassio (ipokaliemia). Nel corso dell’impiego di tali farmaci, sono stati osservati eventi cardiovascolari gravi come aritmie, angina, ischemia, sia nella madre che nel feto/neonato”.

Fonti bibliografiche:

AIFA

Ministero della Salute