I benefici dell’allattamento al seno sono noti da tempo. Oggi, grazie a uno studio statunitense, è stata resa nota l’esistenza nel latte materno di una speciale sostanza antimicrobica in grado di migliorare la qualità della flora intestinale dei neonati.
Lo studio in questione è stato condotto da un’equipe scientifica attiva presso il National Jewish Healt di New York. I dettagli sulla ricerca sono stati pubblicati sulle pagine della rivista Scientific Reports. Gli esperti che l’hanno condotta hanno scoperto l’esistenza di un composto noto come GML. Di cosa si tratta di preciso? Di un vero e proprio antibiotico naturale che si può trovare in grandi quantità nel latte materno.
Come sopra ricordato, l’influenza del GML è molto importante. Gli studiosi hanno infatti scoperto che questo composto è in grado di agire contro diversi batteri patogeni intestinali, come per esempio lo Staphilococcus Aureus, ma anche il Bacillus Soptilis e il Clostridium Perfringers. L’effetto in questione non è stato riscontrato né a seguito dell’assunzione di latte vaccino, né dopo la somministrazione di latte artificiale. Il glicerolo monolaurato è infatti presente in quantità 200 volte maggiori nel latte materno.
In merito ai suoi benefici si è espresso il Professor Patrick Schlievert, docente di immunologia e microbiologia oltre che autore senior dello studio. Schlievert ha evidenziato che, tra i vantaggi del GML, è possibile ricordare il fatto che questo composto riesce ad uccidere i batteri patogeni e, nel contempo, a non compromettere quelli sani.
Si tratta quindi di una sostanza a tutti gli effetti selettiva, in grado anche di attenuare gli stati infiammatori a carico delle cellule epiteliali che rivestono le pareti interne dell’intestino. Questo punto è cruciale se si considera che, molto spesso, le infiammazioni intestinali sono il primo passo sia per le infezioni batteriche, sia per quelle virali.
Gli esperti che hanno condotto lo studio sono molto ottimisti anche per quanto riguarda l’efficacia del GML prodotto in laboratorio. Secondo il Dottor Schlievert, il processo di produzione del suddetto additivo sarebbe rapido ed economico e, come già detto, a dir poco vantaggioso per i bambini che, per svariati motivi, non possono essere nutriti con l’allattamento al seno.