Microplastiche, quanto possono farci male e quali organi possono danneggiare

Le microplastiche sono particolarmente insidiose e minacciano la nostra salute. Tutti i consigli per ridurle, dall'abbigliamento al cibo

Foto di Federico Mereta

Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Pubblicato: 25 Novembre 2024 16:17

Quanto pesa la salute del pianeta sul nostro benessere? Sicuramente molto. Sempre di più elementi come la salute ambientale e degli animali si riflettono sulla nostra. E ci sono fattori che possono influire, anche se sono del tutto impercettibili. Uno di questi è sicuramente rappresentato dalla presenza di microplastiche, particelle di plastica (le microplastiche hanno un diametro inferiore a 5 millimetri e le nanoplastiche inferiore a 1 micron), in genere invisibili a occhio nudo. Perché queste sono praticamente ovunque. E possono comportare conseguenze per la salute.

Dove si trovano

Le microplastiche sono particolarmente insidiose anche per la loro capacità di accumulare sostanze tossiche come pesticidi, metalli pesanti e altri inquinanti. Queste tossine inquinano l’ambiente e trovano la loro strada nella catena alimentare, venendo in questo modo a rappresentare una minaccia diretta per la salute.

Studi recenti hanno confermato l’allarmante grado di contaminazione da microplastiche del cibo e dell’acqua che consumiamo ogni giorno. L’ingestione di microplastiche provoca danni a tutti gli organi e apparati, determinando disturbi gastrointestinali e del microbiota, problemi riproduttivi, effetti cancerogeni, problemi neurologici (è dimostrato che compromettono l’integrità della barriera emato-encefalica) e cardio-vascolari.

“Microplastiche – come ha recentemente ricordato poco tempo fa l’allora Presidente della Società Italiana di Medicina Interna (SIMI) Giorgio Sesti – sono state isolate persino nei vasi, all’interno delle placche di aterosclerosi e possono aumentare il rischio di infarti e di ictus. E sono presenti anche nell’aria che respiriamo, possono essere inalate e arrivare profondamente nei polmoni, causando problemi respiratori e aggravando condizioni come asma e bronchite”.

Come possono danneggiare la nostra salute

Detto che l’effetto delle microplastiche dipende anche dalla via attraverso cui entrano nell’organismo, va ricordato che l’ingestione rappresenta la modalità più comunque di “entrata” di questi componenti nel corpo umano. Può avvenire attraverso cibi e fonti d’acqua contaminate. Una volta ingerite si possono accumulare nel tratto gastrointestinale, dove e causare irritazione, infiammazione e disturbi gastrointestinali. Non solo.

Le microplastiche ingerite, giunte nel tratto gastrointestinale possono alterare l’equilibrio del microbiota intestinale, essenziale per mantenere la salute digestiva e del sistema immunitario, contribuendo a causare malattie infiammatorie intestinali, obesità e disturbi metabolici.

Per quanto riguarda le vie respiratorie, le microplastiche in sospensione nell’aria possono essere inalate e causare dunque irritazione delle vie respiratorie e infiammazione, portando ad un peggioramento di condizioni come l’asma e la bronchite. L’esposizione cronica alle microplastiche nell’aria può anche compromettere la funzionalità respiratoria e aumentare la suscettibilità alle infezioni.

Ma non basta. A volte possono assorbire e concentrare sostanze chimiche tossiche come pesticidi, metalli pesanti e inquinanti organici persistenti (POP) presenti nell’ambiente. Queste tossine assorbite con le microplastiche una volta ingerite possono comportare un rischio di tossicità sistemica e provocare effetti a lungo termine sulla salute.

Sul sistema difensivo dell’organismo l’esposizione alle microplastiche e alle sostanze chimiche tossiche associate può compromettere la funzione del sistema immunitario, portando ad una maggior suscettibilità alle infezioni, alle allergie e alle malattie autoimmuni.  Esistono poi comprovati effetti sul sistema nervoso. Studi recenti mostrano come le microplastiche possano attraversare la barriera emato-encefalica e andare ad accumularsi nei tessuti cerebrali, dove potrebbero causare effetti neurotossici.

Per quanto riguarda cuore ed arterie uno studio pubblicato su The New England Journal of Medicine ha dimostrato la presenza di microplastiche e nanoplastiche all’interno delle placche aterosclerotiche di alcuni pazienti. I soggetti con queste caratteristiche presentavano un rischio maggiorato del 450% di incorrere in un infarto, ictus o mortalità per tutte le cause, nell’arco dei successivi 2-3 anni, rispetto alle persone che non presentano microplastiche nelle placche. Infine, anche se siamo ancora a livello di laboratorio, si è visto che le microplastiche in esperimenti di laboratorio hanno prodotto effetti genotossici, cioè danni al DNA e mutazioni.

Come difendersi dalle microplastiche

Qualche tempo fa, gli esperti della SIMI hanno proposto una serie di contromisure da tenere presenti. Innanzitutto occorrerebbe limitare il consumo di plastica monouso e optare per alternative riutilizzabili come bottiglie/borracce termiche in acciaio inossidabile, contenitori di vetro, borse della spesa (shopping) in tessuto.

Sul fronte dell’abbigliamento, nella scelta dei vestiti e dei tessuti, preferire sempre quelli in fibre naturali come cotone, lana, viscosa e canapa, rispetto a materiali sintetici come poliestere, poliammide, polipropilene e nylon (molto diffusi soprattutto nella fast fashion perché economici), che rilasciano microplastiche durante la produzione e il lavaggio.

Occorre attenzione anche al consumo di acqua. Meglio pensare alla filtrazione per rimuovere le microplastiche e altri contaminanti dall’acqua di rubinetto, o comunque conviene scegliere acqua minerale e bibite in bottiglia di vetro.

A tavola, oltre a ridurre o eliminare l’acquisto di cibi confezionati in imballaggi e contenitori di plastica, optando per alternative in vetro, acciaio inossidabile, silicone o sacchetti di carta per ridurre il rischio di ingerire microplastiche, conviene scegliere alimenti freschi e integrali anziché prodotti processati e confezionati. Questi, oltre ad esser meno salutari, potrebbero contenere livelli più alti di contaminazione da microplastica (per imballaggi di plastica e modalità di lavorazione). In ultimo, ricordiamo di smaltire bene i rifiuti. È importante separare la plastica quando possibile, gettandola nei bidoni designati; è un altro modo per evitare che la plastica inquini l’ambiente e contamini cibo ed acqua.