Malattie cardiovascolari, l’attività fisica protegge il cuore

L'attività fisica regolare protegge dal rischio infarto, ictus e trombosi. Ecco quanto praticarne secondo le raccomandazioni di ALT

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Pubblicato: 7 Febbraio 2020 13:26

Non pensate di dover battere qualche record né lanciatevi in “overdose” di attività fisica che possono risultare controproducenti per la salute. Ma per proteggere il cuore abituatevi a muovervi con regolarità, scegliendo l’attività che più vi piace e si adatta al fisico.

Ogni persona deve trovare il tempo, ogni giorno e in mezzo alle mille attività di ciascuno, da dedicare all’esercizio fisico, ciascuno in funzione delle proprie possibilità e caratteristiche. Più attività significa più salute per il cuore, il cervello, le arterie e le vene: non solo, ma migliora la salute delle ossa, dei muscoli e l’umore.  Queste le raccomandazioni di ALT-  Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari – Onlus, rappresentante in Italia di EHN – European Heart Network.

Siamo tanto pigri

25 donne su 100 e 22 uomini su 100 sono assolutamente pigri. L’unica attività che si permettono è spostarsi dalla cucina al divano, magari fare qualche passo in compagnia e nulla più. Purtroppo però così facendo il cuore rischia di più.

La sedentarietà moltiplica la probabilità di andare incontro prima o poi a infarto, ictus, trombosi, oltre che di aumentare i fattori di rischio per cuore e cervello. Sia chiaro: non serve esagerare con il movimento. Svolgere attività fisica in modo organizzato e costante fa bene a tutti, a coloro che sono in buona salute e si credono invincibili, e a coloro che hanno già avuto un incontro ravvicinato con un problema cardiovascolare e si sentono fragili.

Il report di EHN, network  europeo  nel quale ALT rappresenta l’Italia, dimostra chiaramente che nei Paesi nei quali non esistono leggi che rendano l’ambiente favorevole a una attività fisica moderata le persone si muovono meno e si ammalano di più.

150 minuti alla settimana di attività fisica moderata, o 75 minuti alla settimana di attività fisica intensa: sono le raccomandazioni indicate dal rapporto europeo. “Partendo da questi numeri – sottolinea Lidia Rota Vender  – presidente di ALT – ognuno può, o meglio dovrebbe, impostare il proprio programma,  in funzione del luogo in cui abita e degli impegni che ha: ma il tempo va trovato e, come ci ricorda anche il professore Valentin Fuster, Presidente del Comitato Scientifico di ALT e Director of Mount Sinai Heart, and Physician-in-Chiefat The Mount Sinai Hospital, New York City, UnitedStates of America nel suo libro pubblicato da Planeta “Abbi cura del tuo cuore: non è mai troppo presto, non è mai troppo tardi”.

Anche dopo un attacco di cuore, il giusto movimento

Il report sottolinea quanto sia fondamentale che i pazienti che hanno già avuto un evento cardio o cerebrovascolare, come una trombosi, un infarto, un ictus cerebrale, che hanno subito un bypass o un’angioplastica o un intervento di chirurgia vascolare, o che soffrono di diabete o ipertensione o hanno livelli di colesterolo alti troppo a lungo nel tempo o aterosclerosi già diagnosticata abbiano bisogno di decidere di scegliere un programma di attività fisica strutturata in modo organizzato, perché ne hanno “bisogno”: un programma che ovviamente deve essere compatibile con le fragilità e le caratteristiche di ognuno, che si aggiunga alla riabilitazione guidata da professionisti fisiatri o fisioterapisti.

Per ogni persona “un abito su  misura”: è questa, per fortuna e finalmente, la strada che sta riprendendo la medicina, non solo in termini di prevenzione ma anche di cura: perché ognuno di noi può essere classificato in funzione delle caratteristiche generali (genere, peso, precedenti, farmaci e malattie in corso) in un gruppo, ma rimane comunque speciale e non tutti gli abiti calzano nello stesso modo su tutte le persone del gruppo.