Lombosciatalgia: cos’è, cause, cure

La lombosciatalgia è una condizione dolorosa che coinvolge il mal di schiena e l'irradiazione del dolore lungo il percorso del nervo sciatico

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Carlotta Dell'Anna Misurale

Medico

Laureata in Medicina, appassionata di neurologia. Vanta esperienze in ricerca, con focus sui misteri del cervello e l'avanzamento scientifico.

Pubblicato: 6 Maggio 2024 11:02

La lombosciatalgia, comunemente nota come dolore del tratto lombare o radicolopatia lombare, rappresenta una delle maggiori cause di disabilità al mondo, come confermato dal Global Burden of Disease Study del 2015. Si stima che una percentuale che varia tra il 58% e l’84% della popolazione globale possa esperire questa forma di dolore almeno una volta nel corso della vita, mentre una percentuale considerevole – l’11% delle donne e il 16% degli uomini – può soffrirne in forma cronica.

La lombosciatalgia è caratterizzata da un dolore che si localizza nella parte bassa della schiena e può estendersi lungo il percorso del nervo sciatico, interessando talvolta un arto inferiore. Questo fenomeno è generalmente provocato dalla compressione o dall’irritazione del nervo sciatico, che si estende dalla zona lombosacrale fino al piede. Di conseguenza, il dolore può propagarsi dalla parte posteriore della coscia fino alla pianta del piede, irradiandosi in alcuni casi fino all’alluce. Tale condizione comporta non solo un impatto significativo sul benessere fisico dei pazienti, ma anche sulle loro attività quotidiane e sulla capacità lavorativa.

Cos’è la lombosciatalgia

L’irritazione o la compressione del nervo sciatico causano un dolore acuto e spesso insopportabile che si estende dalla schiena al gluteo e fino ad uno degli arti inferiori (solo raramente colpisce entrambi gli arti). La percezione del dolore interessa un territorio tanto esteso poiché il nervo sciatico è il più lungo del corpo umano.

Chiamato anche nervo ischiatico, origina a livello del muscolo piriforme (che unisce la superficie interna dell’osso sacro al femore) e del gluteo. Scende lungo la coscia e, inferiormente al ginocchio, si suddivide in diverse diramazioni distribuite tra la parte anteriore e quella posteriore della gamba e tra il dorso e la pianta del piede.

Quali sono le cause della lombosciatalgia

La lombosciatalgia si manifesta quando il nervo sciatico viene compresso o è irritato. Una condizione, questa, che può verificarsi per diverse cause:

  • Ernia del disco intervertebrale: è la causa più comune di lombosciatalgia, consiste nella fuoriuscita del nucleo polposo dal disco intervertebrale, che occupa il canale spinale e irrita le terminazioni nervose.
  • Discopatia degenerativa lombo-sacrale: patologia della colonna vertebrale, si verifica quando un disco intervertebrale si indebolisce e si disidrata, diminuendo la sua capacità di resistere alle sollecitazioni ed assottigliandosi.
  • Stenosi lombare: il canale vertebrale si restringe a livello del rachide-sacrale, causando alterazioni nella colonna che va a comprimere le radici nervose.
  • Spondilolistesi: condizione patologica che consiste nel progressivo spostamento in avanti di una vertebra rispetto a quella sottostante.
  • Attività lavorative pesanti: frequenti sollevamenti di pesi e posture scorrette compromettono l’integrità della porzione inferiore della schiena.
  • Condizione di sovrappeso e obesità.
  • Sport che causano continui microtraumi capaci di favorire la rottura dei dischi intervertebrali: frammenti erniari vengono espulsi, e vanno a comprimere le radici spinali.
  • Vita eccessivamente sedentaria che causa una riduzione del tono dei muscoli posturali del dorso e dell’addome.
  • Sindrome del piriforme: il muscolo piriforme comprime il nervo sciatico, generalmente per via di una contrattura o di un trauma.
  • Tumori spinali, la massa tumorale irrita o comprime il nervo sciatico e modifica la funzionalità dei nervi spinali.

Ha più probabilità di soffrire di lombosciatalgia:

  • il paziente in età avanzata, poiché l’invecchiamento può causare un indebolimento della colonna vertebrale e l’insorgere dell’ernia del disco,
  • il paziente diabetico, poiché può sviluppare neuropatia diabetica e – dunque – il deterioramento di nervi periferici compreso il nervo sciatico,
  • chi soffre di artrite o patologie del rachide,
  • chi ha subito traumi a cosce o natiche.

I sintomi della lombosciatalgia

Il primo sintomo della lombosciatalgia è il dolore che riguarda la parte inferiore della schiena e (almeno) un arto inferiore. Il dolore è riferito come molto intenso e lo si avverte principalmente quando si è seduti, quando si muove il busto, quando si tossisce o si starnutisce. Ciascun paziente avverte il dolore in maniera personale: da alcuni viene descritto come un bruciore, da altri come un crampo, altri ancora riferiscono un dolore acuto e penetrante e c’è chi lo percepisce come una sensazione simile a scosse elettriche. La sintomatologia è strettamente legata al livello di irritazione/compressione del nervo sciatico.

In genere, il dolore origina dalla zona lombare e si irradia fino al piede; altre volte si interrompe a livello del gluteo.

Quando la compressione è molto seria, oltre ad essere associato a formicolii o ad improvvise dispercezioni termiche, il dolore è associato a debolezza muscolare e a disturbi degli sfinteri con incontinenza urinaria e/o fecale.

È fondamentale rivolgersi tempestuvamente al medico di medicina generale quando i sintomi peggiorano, quando si aggravano improvvisamente, quando la condizione è conseguente ad un forte trauma e quando si fatica a controllare le proprie funzioni intestinali e vescicali per evitare l’insorgere di complicazioni quali la totale perdita di sensibilità all’arto inferiore o della capacità di deambulare autonomamente.

In genere, i sintomi della lombosciatalgia si risolvono (o quantomeno si attenuano) spontaneamente nel giro di 30 – 60 giorni. Chi ha una disfunzione radicolare dovuta ad ernia discale vede risolversi il problema in 4-6 settimane circa. Tuttavia, nel 15% dei casi il paziente con lombosciatalgia può soffrire un progressivo peggioramento dei sintomi che richiede una tempestiva terapia.

La diagnosi della lombosciatalgia

Su consiglio del medico di medicina generale, il paziente verrà indirizzato all’ortopedico o al neurochirurgo che – nel corso di una prima visita – esaminerà la storia clinica del paziente ed effettuerà un esame obiettivo.

Una volta individuati i segni tipici della lombosciatalgia, prescriverà esami più approfonditi per verificare la propria ipotesi diagnostica:

  • la radiografia del dorso lombare e lombosacrale consente di determinare il grado di degenerazione discale, di individuare una spondilosi o eventuali traumi vertebrali, di verificare se le curve vertebrali sono affette da variazioni patologiche,
  • la TAC della colonna vertebrale viene prescritta in caso di controindicazioni alla risonanza magnetica o in caso vi sia un trauma vertebrale pregresso,
  • la risonanza della colonna vertebrale individua la presenza di ernie del disco, tumori o gravi patologie a carico delle ossa (è l’esame più completo in caso di lombosciatalgia),
  • l’elettromiografia, esame strumentale che consente di valutare la funzionalità del sistema nervoso periferico, necessario per confermare lo stato di sofferenza delle strutture che lo compongono.

Trattamento della lombosciatalgia

Il trattamento della lombosciatalgia dipende dalla gravità della sintomatologia e dalle condizioni generali del paziente.

Nei casi meno gravi, con prognosi favorevole, lo specialista consiglia un programma di esercizio fisico che apporti benefici a lungo termine. Eventualmente è possibile alternare impacchi caldi e freddi dove si sente dolore ed effettuare esercizi di allungamento della schiena.

In caso di dolore intenso, i farmaci più utilizzati sono:

  • i FANS (farmaci antinfiammatori non-steroidei) per via orale,
  • i miorilassanti,
  • gli antidepressivi triciclici o gli anticonvulsivanti che, sebbene utilizzati per il trattamento di depressione ed epilessia, si sono rivelati efficaci anche in caso di dolore neuropatico,
  • i corticosteroidi per via endovenosa, riservati solo ai casi più gravi a causa delle severe controindicazioni.

In abbinamento ai farmaci, spesso viene prescritta della fisioterapia: migliorando la postura, e rinforzando i muscoli della schiena, è possibile ottenere grandi benefici.

Solo nel caso in cui le terapie conservative non diano risultati, il neurochirurgo potrà considerare un intervento chirurgico. Liberare il nervo sciatico dalla compressione è però un’operazione molto delicata e riservata ai casi di restringimento del canale spinale su base artrosica o in caso di ernia del disco.

A seconda delle sue cause, la lombosciatalgia può risolversi in poche settimane o in diversi mesi.

La lombalgia cronica

Talvolta, la lombosciatalgia può diventare cronica. Succede quando è causata da un esteso e progressivo stato infiammatorio che coinvolge nervi, muscoli e articolazioni.

Le cause di tale condizione sono, in genere:

  • sollecitazione eccessiva e frequente della colonna vertebrale, che si indebolisce lentamente fino ad infiammarsi, per via di movimenti pesanti e ripetitivi o di posture scorrette tenute troppo a lungo,
  • stato infiammatorio generalizzato, causato dalla compresenza di sovrappeso, eccessivo consumo di cibi raffinati, stress, alcol e fumo

Fonti bibliografiche:

  • NIHYears lived with disability (YLDs) for 1160 sequelae of 289 diseases and injuries 1990-2010: a systematic analysis for the Global Burden of Disease Study 2010
  • Peter J. MoleyLombalgia
  • Franco CaputiLombalgia o mal di schiena
  • NIHBack Pain
  • Mayo ClinicBack pain