Lesioni cutanee: classificazione e diagnosi

Le lesioni cutanee sono danni o alterazioni della pelle che possono manifestarsi come piaghe, ulcere, tagli, abrasioni, noduli o eruzioni cutanee, causati da traumi, infezioni, malattie croniche o condizioni autoimmuni

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Antonina Distefano

Medico Chirurgo

Medico chirurgo abilitato presso l'Università degli Studi di Catania, è specializzata in Cure Palliative e Terapia del dolore.

Pubblicato: 10 Giugno 2024 11:02

Manifestazioni cutanee come macchie, vescicole, gonfiori, ecc., fanno parte di un vasto insieme di alterazioni della pelle e sono comunemente raggruppate sotto il nome di lesioni cutanee. Il corretto riconoscimento di queste alterazioni, rilevabili attraverso un esame obiettivo, permette al medico di distinguere le principali malattie cutanee e di ipotizzare le possibili cause sottostanti. Il linguaggio necessario a descrivere queste lesioni, che all’apparenza possono essere simili, è standardizzato. Le lesioni cutanee, elementari e non, se identificate con correttezza permettono un indirizzo corretto del paziente al giusto trattamento sanitario.

Scopri, di seguito, come vengono classificate le lesioni cutanee, in che modo vengono identificate e quali parametri vengono presi in considerazione.

Classificazione delle lesioni cutanee

Le lesioni dermatologiche, lesioni della pelle o lesioni cutanee, vengono generalmente classificate in:

  • Lesioni elementari primitive o lesioni primarie: sono solitamente intese come iniziali manifestazioni di una malattia e sono considerate la diretta espressione di un processo patologico che interessa la cute.
  • Lesioni elementari secondarie: che non sono altro che l’evoluzione o l’esito di una lesione elementare primitiva.

A queste categorie si aggiungono inoltre le cosiddette “lesioni patognomoniche”. Il riscontro di questo tipo di lesioni permette al medico di porre una diagnosi certa di una determinata patologia in quanto questo tipo di lesione cutanea è di esclusiva pertinenza di una malattia. I classici esempi di una lesione patognomica sono il cunicolo della scabbia oppure lo scutolo, tipico della tigna favosa.

Durante l’esame obiettivo, le lesioni cutanee vengono identificate prendendo in considerazioni importanti fattori come:

  • Colore
  • Dimensione
  • Consistenza
  • Forma
  • Mobilità
  • Margini
  • Dolorabilità

Inoltre, per inquadrare correttamente la lesione e poter ipotizzare una diagnosi è importante considerare:

  • Il numero delle lesioni
  • L’estensione della lesione sulla superficie cutanea
  • La loro disposizione
  • Il coinvolgimento degli annessi (come unghie, capelli oppure peli)
  • Il coinvolgimento delle pieghe cutanee

Oltre a questi parametri è importante capire, durante l’esame, se la cute presenta altre lesioni, distinte da quella principale. In campo medico, si parla di monomorfismo quando ad affliggere la cute è solo un tipo di lesione e di polimorfismo se in una malattia cutanea coesistono più lesioni elementari.

Andiamo a vedere nello specifico quali sono le lesioni cutanee primitive e secondarie e come si presentano.

Lesioni cutanee elementari primitive

Nella categoria delle lesioni cutanee elementari primitive più comuni rientrano:

  • La macula o macchia
  • La papula
  • La vescicola
  • La placca
  • La pustola
  • La bolla
  • Il nodulo
  • Il pomfo

Vediamo come si presentano e quali sono le caratteristiche proprie di queste lesioni.

Macula o macchia

Le macule, anche dette macchie, sono lesioni primitive non palpabili caratterizzate da una variazione del colore della pelle. Le zone possono essere ipercromiche o ipocromiche rispetto alla cute circostante. Generalmente hanno un diametro inferiore a 10 mm e non sono depresse o in rilievo rispetto alla superficie cutanea. Vengono suddivise in:

  • Macchie melanodermiche, cioè macchie scure come lentiggini, nevi piani, efelidi, cloasma, angiomi vinosi o eruzioni cutanee che derivano da infezioni rickettsie, morbillo o rosolia.
  • Macchie leucodermiche, cioè macchie chiare come quelle riscontrabili nella vitiligine, nella pitiriasi alba, nei nevi anemici, ecc.

Vengono inoltre considerate macchie anche gli ematomi e le ecchimosi.

Papula

Anche le papule sono lesioni primitive cutanee ma, a differenza delle macule, risultano in rilievo e quindi palpabili. Si presentano con un diametro inferiore a 5 mm e possono talvolta assumere una conformazione a grappolo. Possono presentarsi come papule le lesioni dermatologiche che caratterizzano: le verruche, le punture di insetto, i nevi, il lichen planus (un’eruzione infiammatoria ricorrente e pruriginosa), alcune lesioni dovute all’acne, neoplasie cutanee e cheratosi cheratosi attinica o seborroica.

Vescicola

Le vescicole rientrano tra le lesioni cutanee di piccole dimensioni, circoscritte e rilevate rispetto al livello della cute. Si presentano solitamente chiare, contenenti liquido sieroso o siero-ematico e di diametro inferiore di 10 mm. Queste lesioni sono caratteristiche di infezioni da herpes, dermatiti da contatto allergiche acute e della varicella.

Placca

Con il termine “placca” si fa riferimento, in campo medico, ad una lesione cutanea rilevata, solida e di dimensioni superiori ai 5 mm (superiori rispetto alla papula). Essa si forma per accumulo di cellule infiammatorie oppure di cellule tumorali all’interno della cute. Può presentarsi sopraelevata o depressa e piatta o tondeggiante rispetto alla superficie della cute. Talvolta il termine “placca” viene indicato in campo medico per descrivere una lesione derivata dalla confluenza di più papule

L’insorgenza delle placche può essere accompagnata da fastidioso prurito più o meno intenso. Una corretta analisi permette al medico di distinguerne la causa scatenante, che può essere: dermatofitosi, psoriasi, granuloma anulare e altro.

Pustola

Simili alle vescicole, le pustole sono lesioni cutanee circoscritte in rilievo rispetto al piano della cute. A differenza delle vescicole, le pustole contengono materiale purulento, opalescente e torbido. La loro comparsa è frequente in caso di infezioni batteriche (come la follicolite) o di alcune patologie infiammatorie come la psoriasi pustolosa.

Bolla

Le bolle sono lesioni dermatologiche in rilievo e solide rappresentate da una cavità ripiena di liquido limpido sieroso o siero-ematico dalle dimensioni solitamente superiori a 10 mm. Sono numerose le cause che portano alla comparsa delle bolle, tra queste rientrano:

La comparsa delle bolle può inoltre essere sintomo di malattie autoimmuni come il pemfigo volgare e il pemfigo bolloso.

Nodulo

Il nodulo è una lesione cutanea circoscritta, generalmente tondeggiante e palpabile, ha la caratteristica di avere una diversa consistenza rispetto al tessuto circostante. Anche se appare simile ad una papula a differenza di quest’ultima interessa tessuti sottocutanei più profondi e supera i 5 mm di diametro.

Tale formazione può avere origine: infiammatoria, infettiva o neoplastica. Il nodulo patologico può talvolta essere l’espressione di un tumore benigno oppure maligno e insorgere quasi in tutti gli organi. I noduli solidi e palpabili invece possono essere la conseguenza di una lesione o un trauma e insorgere a livello di tendini e muscoli. Fra i noduli che insorgono nel tessuto sottocutaneo e in sede dermica ricordiamo: le cisti, i fibromi e i lipomi.

Pomfo

Il pomfo è una lesione del derma che, solitamente, si presenta come un rilievo cutaneo tondeggiante di colore rossastro o pallido-perlaceo, liscio e di forma variabile. Viene solitamente accompagnato da prurito. I pomfi sono un sintomo caratteristico dell’orticaria provocata da ipersensibilità ai farmaci, punture d’insetti o patologie autoimmuni e tendono a scomparire nell’arco di 24 ore. In genere le regioni più colpite sono il viso, le braccia e il tronco.

E’ causato da vasodilatazione capillare ed edema del derma scatenata, come detto, da un’irritazione o un’allergia.

Lesioni cutanee secondarie

Ricordiamo che le lesioni cutanee secondarie rappresentano l’evoluzione di una lesione primitiva. Fra le lesioni secondarie più comuni rientrano:

  • Squame: prodotte da uno sfaldamento dello strato corneo. A seconda della grandezza vengono distinte in laminari, lamellari, furfuracee o pitiriasiche.
  • Croste: rappresentano il prodotto del processo riparativo delle lesioni cutanee e si presentano come essiccamento di essudato in corrispondenza delle lesioni primitive come pustole, bolle o vescicole.
  • Ulcere: caratterizzate da perdite di sostanza che interessano l’epidermide, il derma e alcune volte anche l’ipoderma. Solitamente è presente una scarsa tendenza alla cicatrizzazione spontanea. Diverse neoplasie cutanee possono manifestarsi con questa lesione, ad esempio il carcinoma basocellulare o spinocellulare oppure le aftosi del cavo orale.
  • Escoriazioni: ferite superficiali della pelle di natura traumatica.
  • Ragadi: ulcerazioni lineari della pelle e delle mucose che si determinano a seguito di una patologica riduzione o perdita di distendibilità dell’epidermide. Sono manifestazioni dolorose e appaiono solitamente nelle zone delle pieghe, dei capezzoli o delle commessure labiali.
  • Erosioni: perdite che interessano solamente l’epidermide e avvengono a seguito della rottura di lesioni vescico-pustolose-bollose.
  • Cicatrici: rappresentano il processo conclusivo della riparazione innescata a seguito di un insulto cutaneo; inizialmente di colore rosa, tende a diventare bianca o grigia con il passare del tempo e ad incavarsi; all’interno delle cicatrici mancano la normale pigmentazione e gli annessi cutanei. È possibile suddividerle a loro volta in: fisiologiche, ipertrofiche e cheloidee.

Diagnosi dermatologica

Le lesioni cutanee sono l’espressione morfologica della risposta cutanea ad uno stimolo patogeno. Nei casi in cui la comparsa di queste lesioni desta preoccupazione è fondamentale rivolgersi ad un professionista e richiedere un esame dermatologico.

Ai fini di un corretto inquadramento nosologico, il dermatologo osserverà attentamente la cute, analizzando il tipo, il numero, la localizzazione e la disposizione delle lesioni, avvalendosi anche di strumenti come la lente di ingrandimento e il dermatoscopio.

Qualora dovesse ritenerlo necessario, può sottoporre il paziente a esami più approfonditi come:

  • biopsia (asportazione di un piccolo frammento di cute);
  • raschiamento (asportazione di una squama, se il medico sospetta un’infezione micotica da scabbia);
  • coltura (quando per esaminare un campione di materiale viene in contatto con una sostanza che permette a dei microrganismi di crescere);
  • lampada di Wood (la pelle viene illuminata da una lampada a raggi ultravioletti, detta luce nera, che rileva funghi e batteri. Mette anche in evidenza anomalie della pigmentazione come la vitiligine);
  • diascopia (consiste nell’applicare pressione sulla pelle e valutare i cambiamenti di colore della stessa);
  • esami cutanei (si effettuano nel caso in cui si sospettino casi di allergia).

Ciò permetterà di ipotizzare le diverse patologie alla base delle manifestazioni ed effettuare una corretta diagnosi. Solo una volta scoperta e compresa la patologia che sta alla base della manifestazione delle lesioni cutanee presentate dal paziente sarà possibile stabilire, se necessario, la terapia più adatta al caso, che può avvalersi di trattamenti topici (creme, unguenti, schiume o lozioni) o trattamenti sistemici assunti per via orale o iniettati.

Fonti bibliografiche: