Isteroscopia: cos’è e a cosa serve l’esame

L'isteroscopia diagnostica è un esame effettuato dall'Unità di Ginecologia per individuare e monitorare eventuali patologie che possono colpire l'utero

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Ivan Shashkin

Medico

Medico appassionato di immunologia ed ematologia con interesse e esperienza in ambito di ricerca.

L’isteroscopia è una procedura ginecologica di tipo endoscopico, grazie alla quale è possibile valutare dall’interno lo stato di salute dell’utero.  Si tratta di un test mini-invasivo, che pertanto, salvo complicazioni, non comporta particolari rischi per la paziente; tuttavia prima di procedere con un’isteroscopia sono necessari alcuni accertamenti particolari volti a stabilire l’idoneità della paziente a sottoporsi alla procedura.

Questo esame diagnostico è necessario per individuare, ed eventualmente curare, le patologie che possono colpire la cavità uterina, la cervice o l’endometrio.

Cos’è e come si effettua l’isteroscopia

L’isteroscopia è un esame diagnostico che grazie ad un endoscopio permette di diagnosticare e monitorare le patologie che possono colpire l’utero, il canale cervicale o l’endometrio. Si tratta di una procedura ginecologica che ha utili applicazioni in particolare nel caso di sanguinamenti uterini anomali, sia in età fertile che in menopausa; essa consente di individuare malformazioni uterine, patologie dell’utero, polipifibromi e in alcuni casi tumori.

Preparazione

L’isteroscopia diagnostica richiede una particolare preparazione volta a valutare l’idoneità di una donna a sottoporsi alla procedura: innanzitutto sarà necessaria una visita ginecologica presso lo specialista di fiducia, un’accurata anamnesi per individuare malattie pregresse e terapie farmaceutiche in corso, e i risultati aggiornati delle analisi del sangue; serviranno poi un tampone cervico-vaginale per accertare che non ci siano infezioni in corso (che rappresentano controindicazione per l’esecuzione dell’esame), e un’ecografia transvaginale per esaminare lo stato di salute degli organi pelvici.

Procedura

La procedura è del tutto sicura e poco invasiva grazie all’utilizzo di uno strumento noto come isteroscopio, ossia un tubicino lungo e sottile, dotato di una telecamera e un sistema di collegamento a un monitor, il quale funge da sonda esplorativa. L’isteroscopio viene introdotto nella cavità vaginale senza bisogno di ricorrere allo speculum o divaricatore vaginale, né altri strumenti invasivi; in questo modo la tecnica utilizzata elimina ogni espediente che può essere causa di ansia, agitazione e soprattutto dolore.

L’isteroscopia è eseguita generalmente in regime ambulatoriale o di Day Surgery, pertanto non richiede il ricovero ospedaliero. Per le donne in età fertile il momento più indicato per eseguire un’isteroscopia è nei primi 7 giorni che seguono le mestruazioni. Dopo l’esame i ginecologi raccomandano l’astensione dall’attività sessuale per circa 7 giorni o, in presenza di sanguinamento vaginale, fino al termine di quest’ultimo. Si tratta di una misura precauzionale atta a prevenire le infezioni.

Sebbene nella maggior parte dei casi la procedura non provochi particolare dolore, se non un leggero fastidio crampiforme simile a quello avvertito durante le mestruazioni, in alcune pazienti l’entità del dolore può essere più intensa; in questo caso il ginecologo può interrompere immediatamente l’esame, disponendo in alternativa un’isteroscopia chirurgica con anestesia, da effettuare in sala operatoria.

A cosa serve l’isteroscopia

L’isteroscopia diagnostica può avere numerosi impieghi nell’identificazione e nel monitoraggio di varie patologie uterine. Oltre a valutare lo stato di salute generale dell’utero, essa può essere utile per ricercare le cause di un ciclo mestruale irregolare, di anomale perdite di sangue, o di infertilità e aborti spontanei ricorrenti. Grazie alla possibilità di prelevare un campione di endometrio da sottoporre poi a biopsia, è possibile accertare la presenza di carcinomi, tumori maligni e benigni, polipi uterini e fibromi.

Un’isteroscopia può anche evidenziare malformazioni congenite come utero bicorneutero didelfoutero settoagenesia uterina ecc; inoltre essa può diagnosticare un’adenomiosi in caso di tessuto endometriale nel miometrio, un’iperplasia endometriale, o la sindrome di Asherman nel caso di aderenze uterine.

Rischi e controindicazioni dell’isteroscopia

L’isteroscopia diagnostica è un esame del tutto sicuro che nella maggior parte dei casi non implica complicazioni per la paziente. Tuttavia alcuni effetti indesiderati possono essere:

  • lieve sanguinamento vaginale causato da lesioni riportate in seguito al passaggio dell’isteroscopio; questo effetto può durare da poche ore fino a diversi giorni;
  • dolore o crampi addominali; si tratta in genere di un fastidio sopportabile, che può essere tenuto sotto controllo con un antalgico come l’ibuprofene o il paracetamolo;
  • senso di malessere o stanchezza.

Sebbene piuttosto rare, le complicanze a seguito di un’isteroscopia diagnostica possono essere: perforazione uterina, perforazione vescicale o infezioni pelviche; secondo uno studio del Royal College di Ostetricia e Ginecologia, soltanto 8 pazienti ogni 1.000 sarebbero oggetto di perforazione uterina e soltanto 3 pazienti ogni 10.000 andrebbero incontro a una perforazione utero-vescicale e a un’infezione pelvica.

Infine i ginecologi sconsigliano l’esecuzione di un’isteroscopia nel caso di pazienti che hanno già avuto una diagnosi di tumori al collo dell’utero o all’endometrio, nel caso di gravidanza in corso, di infezioni a livello pelvico, e quando l’imene è ancora integro.

Dopo l’isteroscopia

Dopo la procedura, potrebbe verificarsi la comparsa di crampi e sanguinamento vaginale per uno o due giorni. È importante segnalare al medico i seguenti sintomi:

  • febbre
  • dolore addominale intenso
  • sanguinamento o perdite vaginali abbondanti.

Inoltre, potrebbe verificarsi dolore causato dal gas utilizzato durante la procedura, il quale potrebbe persistere per circa 24 ore. Si consiglia di assumere un analgesico per alleviare il dolore, seguendo le indicazioni del medico. È opportuno tenere presente che l’assunzione di alcuni farmaci come l’aspirina potrebbe aumentare il rischio di sanguinamento; pertanto, è importante prendere solo i farmaci consigliati dal medico.

Si raccomanda di evitare rapporti sessuali per almeno 2 giorni dopo la procedura, o secondo le indicazioni del medico.

Infine, è possibile riprendere le normali attività e abitudini alimentari, a meno che il medico non fornisca indicazioni diverse.

Risultati

Se durante la procedura emergono sullo schermo segnali una patologia grave, il ginecologo è in grado di avvertire immediatamente la paziente ed esporre la problematica presentando i possibili trattamenti; se invece durante l’esame non emerge nulla di significativo, sarà possibile ritirare il referto medico dopo pochi giorni. Nel caso in cui lo scopo dell’isteroscopia fosse una biopsia, i risultati saranno pronti nell’arco di 10-14 giorni.

Fonti bibliografiche: