Insufficienza venosa cronica, come riconoscerla e come affrontarla

Cosa si intende per insufficienza venosa e come combatterne i sintomi? Scopriamo cause e rimedi di questo diffuso disturbo.

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Redazione

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La stagione è quella a rischio. Caldo e umidità mettono sotto stress le vene delle gambe, in un percorso temporale che inizia in primavera e tende a concludersi con la fine dell’estate. Compaiono così gonfiore alle caviglie, soprattutto la sera, crampi notturni che disturbano il sonno, arrossamenti, prurito.

All’origine dei fastidi c’è la difficoltà da parte delle vene di spingere verso l’alto il sangue che deve tornare al cuore. Prevenire i fastidi e controllarli al meglio è possibile, con giuste abitudini di vita e con i farmaci, ricordando che nelle forme più serie la parola deve passare al medico. Come comportarsi, quindi? Ce lo spiega Claudia Pietropoli, farmacista e consigliere nazionale di Federfarma.

Attenzione a postura, abbigliamento e alimentazione

“L’insufficienza venosa cronica può interessare anche i maschi, ma compare soprattutto nelle donne e spesso i primi segni sono già visibili in giovane età” spiega l’esperta. “Per questo, in chiave di prevenzione (i rischi aumentano se esiste una predisposizione ereditaria alla debolezza delle pareti delle vene) è fondamentale seguire alcune semplici regole. Partiamo dalla postura. Quando stiamo a lungo in una stessa posizione, magari perché obbligate dall’attività professionale, ovviamente tendiamo ad influenzare il cosiddetto ritorno venoso anche perché può essere insufficiente la pompa muscolare che aiuta a spingere il sangue verso l’alto. Il primo consiglio da offrire è quindi relativo alla necessità di muoversi con regolarità, almeno ogni mezz’ora, per cercare di dare un aiuto alla circolazione del sangue”.

Ovviamente, poi, non bisogna dimenticare che in termini di abitudini alimentari sono particolarmente utili due obiettivi: occorre combattere il sovrappeso, che ovviamente “sovraccarica” le gambe far lavorare troppo e bisogna consumare alimenti leggeri e ricchi di antiossidanti, come frutta e verdura. “In questo senso, soprattutto per le giovani, ricordo che bisogna prestare attenzione ad abitudini che si stanno diffondendo, come quella degli aperitivi“  riprende la Pietropoli. “Non c’è nulla che fa male in assoluto, ma se regolarmente si consumano alcolici accompagnati da cibi ricchi di grassi e sale (che ovviamente tende a far trattenere liquidi) c’è il rischio di creare una condizione che mette a rischio le vene delle gambe”.

Per il resto, dagli esperti viene ricordato anche quanto le scelte in termini di abbigliamento possano incidere sul benessere circolatorio delle gambe. “Credo sia importante ricordare che il piede, se correttamente arcuato, rappresenta la prima “pompa” che favorisce la risalita del sangue dalle vene delle gambe verso l’addome“ – segnala la farmacista. “Questo significa che bisogna mantenere la curvatura ottimale: in parole povere per la circolazione non aiutano certo le ballerine, senza tacco, ma nemmeno occorrerebbe superare i 6-8 centimetri di rialzo, cercando comunque di evitare i tacchi a spillo e puntando su quelli più larghi che offrono una più ampia base al piede. Per il resto, occhio anche a jeans e tute elasticizzate che possono stringere eccessivamente all’altezza dell’inguine, contribuendo a limitare il ritorno venoso verso il cuore”.

Terapie “ad personam”

Ovviamente, in caso di disturbi, l’obiettivo è fronteggiare i fastidi. Ma è importante tenere presente che i trattamenti debbono diventare un’abitudine e non “terapie” da assumere al bisogno. “Sappiamo che i disturbi legati all’insufficienza venosa cronica si manifestano con il cambio di stagione, in particolare all’inizio della primavera, per poi acuirsi verso l’estate“ – conclude l’esperta. “Per questo, oltre a consigliare una visita medica, in farmacia proponiamo di effettuare un trattamento per almeno sei mesi l’anno con farmaci a base di flavonoidi, come diosmina ed esperidina, senza interruzioni, anche perché si tratta di terapie oltre che efficaci anche molto sicure“.

“In questo modo possiamo dare un vantaggio mirato proprio alla circolazione venosa e il necessario sollievo dai sintomi. Per il resto, quando ovviamente il medico non ritenga necessario proteggere ad un intervento chirurgico per la gravità del quadro, sono molto utili le calze che consentono l’elastocompressione. Ovviamente vanno portate soprattutto in inverno e la compressione non dovrebbe mai essere inferiore ai 70 denari. Così facendo, seguendo anche sane abitudini di vita, si può tenere sotto controllo anche una condizione cronica come l’insufficienza venosa, limitando i sintomi e contribuendo al benessere delle gambe”.

In collaborazione con Gruppo Servier in Italia