Prevenire è meglio che curare. Antico, ma sempre valido, motto della medicina. Questa norma diventa ancor più stringente se parliamo di influenza, della classica “Australiana”.
Il valore della protezione vaccinale è indubbio. E a tutte le età, con particolare attenzione per gli anziani e chi soffre di malattie croniche. Soprattutto considerando le caratteristiche del ceppo virale AH3N2, che potrebbe dominare l’invisibile quadro. Se da un lato si tratta di un ceppo virale che circola più facilmente, dall’altro può presentare differenze rispetto ai tipi virali maggiormente diffusi negli anni scorsi. Quindi può interessare soprattutto i bambini, ma creare problemi e possibili complicanze in particolare tra gli adulti, gli anziani e i fragili per patologia.
Indice
Come si manifesta l’influenza
Sia chiaro. Se sul fronte delle verifiche in laboratorio ci si può attendere una variazione rispetto allo scenario dello scorso anno, con il virus AH3N2, che in qualche modo va a sostituire l’AH1N1 che ha dominato il campo nella scorsa stagione, sotto l’aspetto clinico non dovrebbe mutare tanto il quadro.
In termini generali, quindi, teniamo presente quando ricorda l’OMS nel definire la “triade di disturbi classici legati all’infezione virale. L’insorgenza della febbre, che può salire anche oltre i 39 gradi, è molto rapida. In poche ore il termometro rileva l’incremento della temperatura che si associa a sintomi respiratori come tosse e mal di gola e a disturbi generali, dalla cefalea alla sensazione di “ossa rotte”. Va anche detto che in alcuni casi si possono manifestare anche altri disturbi. In particolare nelle persone più fragili. In caso di virus di influenza da virus AH3N2, seppur non frequentemente, possono comparire sintomi respiratori intensi e, in casi rarissimi, complicanze a livello neurologico.
A dirlo è una una recente revisione scientifica pubblicata sul Journal of Infection, che ha approfondito l’associazione tra il ceppo virale e quadri neurologici. Secondo lo studio, il virus H3N2 può talvolta causare disturbi neurologici come encefaliti e altre forme di infiammazione del sistema nervoso centrale. Sebbene queste manifestazioni siano considerate poco frequenti, gli esperti sottolineano la loro importanza clinica per una corretta gestione e prevenzione dell’influenza, soprattutto nelle fasce di popolazione più vulnerabili.
Insomma, “La variante H3N2 è da tenere in considerazione, come per tutte le influenze stagionali, poiché può comportare una sintomatologia intensa e, in alcune situazioni, complicanze più complesse – ricorda Fabrizio Pregliasco, virologo e docente di Igiene Generale e Applicata presso l’Università di Milano, Direttore scientifico di Osservatorio Virusrespiratori.it. “È essenziale, quindi, adottare misure di prevenzione adeguate, a partire dalla vaccinazione, che rappresenta uno strumento fondamentale per ridurre la circolazione del virus e proteggere chi è più esposto a possibili complicanze, come anziani, bambini e persone con condizioni di salute preesistenti”.
Come si affronta l’influenza
Non ci sono terapie specifiche per l’influenza. Occorre solamente lenire i sintomi, evitando di azzerare la febbre che è sempre una risposta difensiva dell’organismo. In questo senso sono indicati antipiretici ed antinfiammatori o altri medicinali da scegliere in base ai disturbi. Ricordando che occorre seguire sempre l’andamento della malattia e consultare il medico se le cose non migliorano dopo 4 – 5 giorni.
Sicuramente non bisogna assumere antibiotici. Solo il medico può riconoscere se all’attacco dei virus, contro i quali non esistono farmaci specifici ma solo sintomatici per ridurre i disturbi, si è aggiunta un’infezione legata a batteri, che invece sono sensibili a questi farmaci. Le buone abitudini, in ogni caso, possono aiutare.
Contano molto i classici consigli delle tre L: letto, lana e latte. Occorre stare a riposo, evitando di affaticarsi visto che l’infezione virale tende a ridurre riduce la capacità di risposta del sistema immunitario, facilitando quindi l’insorgenza di complicanze. In questo senso, anche l’attività fisica non è indicata. Limita a breve la risposta immunitaria e ci può esporre a sbalzi di temperatura che possono facilitare la comparsa di sovra infezioni.
A tavola, non bisogna forzare chi ha l’influenza. Sono utili però i pasti piccoli e leggeri, privilegiando alimenti poco impegnativi per la digestione, quindi leggeri e poveri di grassi e condimenti. Ricordiamo il valore del brodo di pollo che può avere un’azione positiva sulle difese. Bisogna però bere, magari spremute e simili che contengano vitamina C, ma più in generale per il recupero di liquidi e sali minerali. La febbre e il caldo ambientale possono favorire fenomeni di disidratazione. Sul fronte del clima, meglio stare in ambienti protetti ma senza esagerare e soprattutto senza esporsi a sbalzi di temperatura. Sono temibili tanto le le infreddature così come i climi troppo caldi.