Perché per la donna può essere più difficile donare il sangue

C'è una differenza di genere nella donazione di sangue. Le donne si sentono più in difficoltà degli uomini nel compiere questo gesto

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Pubblicato: 15 Ottobre 2024 15:16

Pochi minuti di tempo. Eppure possono sembrare un’eternità, da incastrare tra gli impegni di lavoro e le responsabilità in famiglia. E così a volte si rinuncia, anche se si avrebbe la volontà di un atto importante per la salute degli altri.

Esiste una differenza di genere nelle donazioni di sangue, che va oltre la disponibilità della persona e la percezione dell’importanza di questa fondamentale misura di solidarietà. Perché la donazione di sangue, e ovviamente delle cellule che possono da esso essere tratte, può rappresentare una vera e propria terapia per chi soffre di malattie che comportano la necessità di disporre di questa cura. Solo per che la donna è più difficile.

Lo confermano i dati di “Globuli Rosa, indagine commissionata dal Centro Nazionale Sangue nell’ambito della Campagna “Dona Vita, dona Sangue”. L’iniziativa è stata promossa dal Ministero della Salute in collaborazione con il lo stesso Centro e alcune tra le principali associazioni di donatori (AVIS, Croce Rossa, FIDAS, FRATRES e DonatoriNati).

In difficoltà soprattutto le over-30

Le donne italiane donano meno rispetto a quelle di altri Paesi europei. Soprattutto sopra i 30 anni. Partendo da questo dato si è svolto uno studio che ha voluto indagare i motivi di questa situazione. L’indagine qualitativa, svoltasi tra maggio e luglio 2024, è stata condotta attraverso due modalità ovvero la realizzazione da parte di Doxa di focus group composti da non donatrici o ex donatrici (divise in gruppi a seconda della fascia di età: 30-45 anni e 46-55 anni), e una survey sul portale donailsangue.salute.gov.it, che ha raccolto opinioni ed esperienze personali di 3.947 donne over 30 sul tema della donazione del sangue.

Cosa emerge? Sostanzialmente i focus group manifestano una differenza tra quanto si vorrebbe fare e quanto effettivamente si fa nella vita di ogni giorno. Infatti, nonostante la donazione di sangue sia percepita positivamente come un gesto altruistico e generoso, questa pratica non trova particolarmente spazio nella routine delle donne over 30.

Essendo al centro delle dinamiche familiari e spesso responsabili della cura domestica, dei figli e degli anziani, le protagoniste dell’indagine indicano tra le principali motivazioni della mancata donazione di sangue, la moltitudine di impegni e responsabilità a cui sono tenute a rispondere e la mancanza di tempo che ne deriva. Sentendosi sovraccariche di “doveri” le donne faticano a considerare l’atto della donazione come prioritario.

Il problema del tempo

In questo contesto, purtroppo, emerge come la giusta informazione sia fondamentale per poter rispondere con efficacia alle proprie scelte. Dall’analisi emerge come donare sangue sia percepito come un gesto complicato a più livelli, non particolarmente chiaro nell’iter e che non riesce a trovare, come dice il rapporto, spazio nel “cuore”.

Il motivo? Sostanzialmente l’impegno emotivo è già destinato alla famiglia, nella “mente”, creando ulteriore disordine e fatica-, e nella “vita”. È difficile collocare anche la donazione tra i vari impegni. A questo fattore si aggiunge la mancanza di supporto che può far sentire la donna socialmente sola: una condizione questa, che appare profondamente diversa rispetto ad altre realtà europee. Il lavoro fragile e privo di un adeguato sistema di welfare infatti, costringe le donne ad evitare ulteriori assenze, preferendo utilizzare permessi e ferie per le necessità familiari e personali, piuttosto che per iniziative sociali.

La mancanza di tempo è un “leitmotiv” che emerge anche nella seconda indagine qualitativa, quella relativa alla compilazione della survey. Questa, grazie alle numerose testimonianze (1446 donatrici,1615 non donatrici e 886 ex donatrici), evidenzia, oltre alla mancanza di tempo, che si attesta anche in questo caso al primo posto come freno principale alla mancata donazione (36,8%), altri temi quali la gravidanza e l’allattamento, individuati come due momenti che portano a interrompere le donazioni di sangue e riprenderle con difficoltà in un secondo momento (18,5%).

Inoltre, i problemi di salute, reali o percepiti, sono frequentemente citati come motivazioni che ostacolano significativamente questa pratica (14,5%). Insomma: può capitare che le donne in Italia spesso pensino di non avere i requisiti per donare, anche se, all’interno del panorama europeo si distinguono per l’ottimo livello di salute di cui godono.

La scarsa informazione (13,6%) in questo senso può contribuire a far sì che erronee convinzioni e pregiudizi ostacolino a priori la spinta a effettuare la donazione. Infine, ma non per importanza, vengono indicate la mancanza di informazione sul tema (13,6%), paura e preoccupazioni (7,7%) e la percezione negativa del sistema sanitario (2,8%), rinforzata da vissuti ed esperienze passate.

Quando si può donare il sangue

A questo punto, è fondamentale sapere come e quando si può compiere questo gesto di solidarietà, che può diventare cura per tante persone che soffrono. Nell’epoca dei social siamo abituate ad attivarci quando una richiesta ci colpisce dritta al cuore, ma dovremmo invece trasformare la donazione in una sana abitudine, che aiutano noi stessi a rimanere controllati e chi lotta contro una malattia.

Ecco, per chi lo desidera, qualche basilare informazione pratica. La donazione di sangue e plasma è aperta a tutti i cittadini che dispongano di un documento di identità valido. Si può essere donatrici nella fascia d’età compresa tra i 18 e i 65 anni (per la prima donazione 60 anni, anche se i donatori periodici possono donare fino a 70, previo consenso del medico selezionatore). Conta anche la struttura fisica. Il peso corporeo deve essere almeno di 50 chili.