Le donne lo sanno bene: i dolori mestruali tornano con ciclicità mensilmente e si fanno sentire. Tuttavia, se per alcune la sintomatologia non procura particolari problemi e può essere alleviata seguendo buone abitudini o intraprendendo terapie (come un’integrazione a base di magnesio) quando indicato dalla propria ginecologa, per altre la situazione è diversa.
In alcuni casi infatti i dolori mestruali possono essere debilitanti e compromettere le attività di tutti i giorni. È il caso della dismenorrea secondaria (termine medico con il quale si indicano i dolori associati all’arrivo delle mestruazioni) e dove i sintomi sono in realtà collegati a patologie vere e proprie.
Cosa fare quindi per calmare i dolori mestruali, ma soprattutto quali sono le cause scatenanti? A queste e ad altre domande risponde la dottoressa Elisabetta Colonese, Medico chirurgo, specializzata in Ginecologia ed Ostetricia, terapia della Infertilità di Coppia.
Indice
A cosa sono dovuti
«I dolori mestruali (dismenorrea), possono avere cause anatomiche, parafisiologiche e patologiche. Nello specifico, la dismenorrea primaria ha cause parafisiologiche (ndr. legate cioè a condizioni che non rientrano nei parametri di “normalità” ma che allo stesso tempo non rappresentano una patologia), mentre la dismenorrea secondaria è legata alla presenza di alcune patologie come ad esempio l’endometriosi, i fibromi uterini, l’adenomiosi, le infezioni vaginali.
La dismenorrea primaria è più frequente nelle ragazze molto giovani, mentre la dismenorrea secondaria è più comune nelle donne tra i 30 e i 40 anni. Alla base di entrambe le dismenorree c’è sempre un meccanismo di contrazione dell’utero promosso dalle prostaglandine, cioè delle molecole associate all’infiammazione».
Quando le contrazioni sono molto intense, le prostaglandine vanno a restringere i vasi sanguigni che irrorano l’utero privandolo di ossigeno per un breve periodo di tempo. In assenza di ossigeno, il tessuto uterino rilascia alcune sostanze chimiche che provocano l’insorgenza del dolore tipico della dismenorrea e anche altre sostanze tra cui le prostaglandine stesse, che stimolano maggiormente la contrazione muscolare e accrescono la sensazione del dolore.
Come contrastarli
«In genere si prescrivono farmaci antinfiammatori non steroidei, come l’ibuprofene o il paracetamolo, che vanno a bloccare la produzione delle prostaglandine. Sono anche indicate terapie con il magnesio, che faccio di solito assumere alle mie pazienti 5 giorni prima del ciclo e durante, ma nei casi più gravi anche per periodi più lunghi. Ok anche a terapie con il palmitoiletanolamide, un antinfiammatorio naturale che faccio assumere per 3 mesi di seguito, tutti i giorni. Se questi farmaci non dovessero fare effetto, si può prescrivere codeina e naprossene, oppure si può proporre alla paziente l’assunzione della pillola estroprogestinica che dà ottimi risultati in caso di dismenorrea».
Il magnesio è un minerale coinvolto in diverse reazioni che avvengono nel nostro organismo. Una sua adeguata assunzione infatti è associata a un rischio minore di sviluppo di osteoporosi nelle donne. In aggiunta, supporta il sistema immunitario e concorre al buon funzionamento di quello nervoso. Inoltre, stando a diversi studi, l’assunzione di magnesio migliorerebbe i sintomi legati alla sindrome premestruale.
Come agire per calmarli
«Buone norme da mettere in atto per calmare i dolori mestruali sono: evitare il fumo, fare esercizio fisico, porre sulla pancia qualcosa di caldo (ad esempio la borsa dell’acqua calda), fare un massaggio circolare sulla parte bassa della pancia, praticare yoga e pilates».
Al contrario di quello che si potrebbe pensare, lo sport (in particolare alcune attività) apporta tanti benefici al corpo e alla mente, anche in caso di dolori mestruali. Lo yoga ad esempio favorisce la digestione, migliora l’equilibrio, la postura e la flessibilità del corpo. Inoltre, aiuta a gestire meglio le emozioni e favorisce uno stato di rilassamento che può protrarsi nel tempo se si praticano alcuni esercizi con regolarità.
Dolori prima dell’arrivo del ciclo o durante
«Tra i sintomi tipici dei dolori mestruali c’è un dolore crampiforme, dove a momenti di maggiore sofferenza si alternano quelli con minore intensità. Il dolore si può anche associare, nei casi più gravi, a nausea, vomito, vertigini, sudorazione intensa, diarrea, e si può anche estendere alla schiena e alle gambe. Nel caso della dismenorrea primaria i dolori iniziano generalmente 1-2 giorni prima del ciclo e durano 12-62 ore. La dismenorrea secondaria invece, prevede dolori che possono iniziare anche molto prima del ciclo mestruale e che possono durare anche più a lungo. I dolori possono anche non essere associati ai sintomi descritti sopra, proprio perché alla base c’è una patologia anatomica o patologica che provoca una maggiore contrazione uterina e una maggiore infiammazione pelvica, come può accadere in caso di fibromi uterini o endometriosi».
In genere, con il passare degli anni e con la prima gravidanza, la dismenorrea si allevia un po’. La gestazione infatti va a distendere e a distruggere alcune fibre nervose del tessuto uterino nella sua distensione fisiologica.
Ovulazione dolorosa
«L’ovulazione dolorosa ha diverse ipotesi dietro. Quelle più accreditate sono: o che il follicolo distenda la superficie ovarica causando dolore, o che avvenga un’irritazione addominale del liquido follicolare (quello che si trova all’interno del follicolo che scoppia) misto al sangue del peritoneo (il foglietto che riveste gli organi della pancia). Un’altra ipotesi vede come causa dell’ovulazione dolorosa la contrazione delle tube. L’ovulazione dolorosa può durare pochi minuti, come anche 48 ore. È inoltre molto comune in quanto a soffrirne è in media 1 donna su 5.
Cose da fare in questo caso: si inizia con metodi naturali ad esempio malva, camomilla, borsa dell’acqua calda, una dieta idonea che preveda l’esclusione di tè, cioccolato, latticini, lieviti. Se tutti questi accorgimenti non dovessero funzionare, si passa all’assunzione della pillola che non fa ovulare, quindi il problema viene radicato alla base.
Nel caso della dismenorrea primaria consiglio di effettuare una visita con ecografia transvaginale annessa. In caso di dismenorrea secondaria invece, oltre alla visita con ecografia, consiglio di associare – a seconda dei casi – esami come isteroscopia, risonanza magnetica, laparoscopia per indagare eventuali patologie che ci possono essere dietro» conclude l’esperta.
Come abbiamo visto, i dolori mestruali sono molto comuni e a volte possono dare del filo da torcere anche a causa della loro intensità. In caso di dolori meno intensi si può porre rimedio seguendo alcuni accorgimenti, diversamente è bene rivolgersi al proprio ginecologo per chiedere un consulto personalizzato.