Reflusso gastroesofageo, cinque consigli per limitare i disturbi in estate e non solo

Dal mangiare lentamente alla idratazione, cinque consigli facile per contrastare il reflusso gastroesofageo prima di intervenire coi farmaci

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

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L’esofago non è fatto per sopportare l’acido. Quindi, se questa componente risale dallo stomaco, soffre. Per fortuna, pur ricordando che in molti casi può rendersi necessario un intervento chirurgico, nella maggioranza delle situazioni questa condizione può essere controllata anche con le buone abitudini.  

 A patto ovviamente che il medico sia stato informato, si sia raggiunta una diagnosi e soprattutto i sintomi esofagei o extraesofagei come raucedine, difficoltà respiratorie o addirittura dolori alle orecchie siano trattati secondo le indicazioni del curante.  

 Come ricorda Adolfo Renzi, responsabile dell’Unità Operativa delle Malattie Funzionali dell’Esofago e del Colon-Retto dell’Ospedale Buon Consiglio Fatebenefratelli di Napoli, “il reflusso gastroesofageo si verifica in presenza di alterazioni nella funzionalità del cardias (la valvola tra esofago e stomaco) e di un’ernia iatale, una condizione in cui una parte dello stomaco risale attraverso il diaframma, un muscolo che separa il torace dall’addome, nello spazio normalmente occupato solo dall’esofago. Anche l’alimentazione scorretta e l’obesità aumentano la pressione addominale, facilitandone l’insorgenza”.   

 In questo senso, il caldo e la disidratazione possono accentuare i fastidi, visto che se è disponibile poca acqua si ha una ridotta diluizione degli acidi gastrici, con conseguente aumento dell’acidità.  

 Inoltre, le temperature elevate possono rallentare la digestione, causando gonfiore e acidità, e magari lo stomaco funziona peggio, con accumulo di acido.  

 Reflusso gastroesofageo: i consigli per limitarlo 

 Quindi, cosa fare? ecco cinque consigli utili per limitare i fastidi del reflusso gastroesofageo. 

  1.  Attenzione ai cibi. Oltre a mangiare lentamente, si consiglia di controllare il peso e di limitare o eliminare cibi grassi o fritti, pomodori, agrumi, cipolla cruda, aglio, cioccolato, menta, caffè, tè nero, bevande gassate, alcolici, formaggi stagionati, insaccati e spezie piccanti.  
  2. Scegliere a tavola. Ci sono anche alimenti che possono aiutare. Nell’alimentazione non dovrebbero mancare pasta e riso conditi in modo leggero, carni magre, pesce bianco, verdure cotte, frutta non acida, pane tostato, fette biscottate, crackers non salati, latte scremato e yogurt magro (con moderazione). 
  3. Riposo intelligente. Non bisogna sdraiarsi subito dopo aver mangiato, evitando la pennichella. Conviene mantenere una postura eretta per almeno 2-3 ore dopo i pasti per evitare che il contenuto dello stomaco risalga. Ed è consigliabile sollevare la testata del letto, specie di notte. 
  4. Idratazione continua. In estate, e non solo, è sempre importante bere molta acqua per favorire la digestione e bilanciare gli acidi dello stomaco, visto che la disidratazione può aumentare l’acidità. Da limitare sono invece le bevande gassate e l’alcol, che possono peggiorare il reflusso acido.  
  5. Occhio ai vestiti. Gli indumenti eccessivamente stretti possono giocare brutti scherzi. Quindi occhio a leggings o comunque ad elastici o cinture che stringono troppo nella parte bassa dell’addome. C’è il rischio che aumenti la pressione addominale, con possibile impatto negativo sul reflusso.  

 Il consiglio finale 

 In caso di acidità o altri disturbi occasionali, i farmaci sintomatici possono aiutare. Ma in presenza di sintomi ripetuti ricordate di parlare con il medico, sia per la terapia più indicata che per eventuali esami diagnostici da effettuare. Ricordate che la diagnosi accurata del reflusso si avvale di strumenti come l’endoscopia digestiva alta (gastroscopia), la pH-metria delle 24 ore (misurazione dell’acidità esofagea), la manometria esofagea (valutazione della motilità e del tono dello sfintere esofageo inferiore). E che per le cure, caso per caso, deve essere il curante ad indicare la strada.  

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.