Cicloplegia: definizione e uso nella pratica clinica

La cicloplegia è una paralisi temporanea del muscolo ciliare dell'occhio, che impedisce la messa a fuoco da vicino, tipicamente indotta farmacologicamente durante esami o trattamenti oculistici

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Chiara Sanna

Ottico

Diplomata in Ottica e Optometria, è abilitata ed esercita la professione di Ottico, affiancandola al proseguimento dei suoi studi in Scienze Infermieristiche.

In ambito oculistico, il termine cicloplegia si intende la paralisi del muscolo ciliare dell’occhio, che porta alla perdita del potere di accomodazione. Poiché il muscolo ciliare risulta paralizzato, la curvatura del cristallino non può essere regolata e quindi la messa a fuoco è compromessa.. Questo muscolo involontario è situato all’interno dell’occhio e permette la variazione della forma del cristallino, la lente naturale che, insieme alla cornea, fa convergere i raggi luminosi sulla retina permettendo la visione.

L’azione del muscolo ciliare permette un cambiamento nella capacità di messa a fuoco dell’occhio consentendo la visione degli oggetti più vicini (accomodazione). Pertanto, la paralisi di tale muscolo produrrà dei sintomi simili a quelli della presbiopia. Chi si troverà nella condizione di cicloplegia, e vedremo di seguito in quale modo essa può prodursi, sperimenterà una difficoltà più o meno acuta a mettere a fuoco gli oggetti vicini a sé.

Le cause della cicloplegia sono molte, ma certamente la più comune è quella indotta. Attraverso questa condizione infatti molti oculisti possono avviare un esame approfondito dell’occhio. Per farlo vengono utilizzati specifici farmaci, solitamente in forma di collirio, chiamati farmaci cicloplegici. Questi hanno come scopo il blocco dell’attività di contrazione del muscolo ciliare e in misura variabile possono provocare anche la dilatazione della pupilla (midriasi) consentendo l’analisi dello stato di salute dell’occhio e la visualizzazione del suo segmento posteriore.

Gli effetti di questa condizione sono molti e la spiegazione è semplice: il muscolo ciliare è responsabile di moltissime funzioni dell’occhio, prima tra tutti la messa a fuoco. Inoltre, questo muscolo rende possibile vedere oggetti a distanze differenti. L’applicazione di questi farmaci rende quindi complesso poter svolgere attività di ogni giorno, come leggere, guardare lo smartphone e persino guidare per un periodo di tempo variabile.

Questo determina una serie di problemi simili a quelli associati alla presbiopia, in cui il cristallino ha perso la naturale elasticità e non è più in grado di mettere a fuoco gli oggetti più vicini.

La cicloplegia è accompagnata ad un’altra condizione, la midriasi (dilatazione della pupilla). La dilatazione e la costrizione della pupilla (miosi) sono due fenomeni tra loro antagonisti, finemente regolati e che modulano la quantità di luce che raggiunge l’occhio.

Nello specifico, il grado di apertura della pupilla dipende dall’iride che funge a tutti gli effetti da diaframma: il muscolo dilatatore della pupilla, responsabile del riflesso midriatico, è sotto il controllo del sistema nervoso ortosimpatico, mentre il muscolo costrittore, responsabile della miosi, è sotto il controllo del parasimpatico.

In alcuni casi, l’oculista può indurre la ciclopegia mediante la somministrazione di farmaci così da procedere ad una visita più accurata.

Cicloplegia nei bambini

La cicloplegia nei bambini è certamente più delicata rispetto agli adulti. Gli esami oculistici possono essere infatti molto complessi da realizzare sui bambini molto piccoli. Per procedere con una diagnosi dei difetti visivi, come l’ipermetropia o la miopia, può essere richiesto dall’oculista l’utilizzo di colliri in grado di rilassare il muscolo ciliare provocando appunto la cicloplegia.

Certamente la visita oculistica in ambito pediatrico presenta delle difficoltà diverse, infatti anche la semplice instillazione delle gocce di un collirio all’interno degli occhi può richiedere più tempo con collaborazione a volte non ottimale nei bambini più piccoli. Tuttavia, l’esame in condizione di cicloplegia è imprescindibile nei piccoli pazienti, in quanto l’azione del muscolo ciliare, più tenace a questa età, può mascherare dei difetti refrattivi “latenti” portando a una correzione non ottimale dell’ipermetropia o miopia presente. Inoltre, gli effetti di questi prodotti sui bambini possono durare fino a oltre 24 ore, caratterizzati solitamente dalla difficoltà di mettere a fuoco gli oggetti vicini.

Grazie a questo esame specifico, poco invasivo per gli adulti ma leggermente più complesso per i bambini, possono essere diagnosticati diversi difetti della vista già da molto giovani.

Tra queste patologie ci sono:

  • esotropia
  • anisometropia
  • ipermetropia
  • astenopia
  • spasmo accomodativo

Soprattutto nei bambini sotto i quattro anni questo esame è fondamentale, perché alcune di queste patologie, come ad esempio il cosiddetto “occhio pigro” (ambliopia), possono essere trattate efficacemente solo intervenendo in età prescolare.

Esame in cicloplegia

L’esame in cicloplegia è una visita medica che ha una durata molto variabile. Negli adulti è spesso meno importante ottenere una cicloplegia completa quanto piuttosto una dilatazione completa della pupilla (midriasi), pertanto la visita può essere più rapida. Ma se si sta effettuando una visita oculistica pediatrica in alcune situazioni può essere necessario ottenere una cicloplegia completa anche somministrando il farmaco cicloplegico più volte attendendo poi diversi minuti fino ad azione completa del farmaco. Questo test è poco invasivo e permette in poco tempo di approfondire lo stato di salute dell’occhio, nonché di verificarne le reazioni. I farmaci cicloplegici più comuni sono l’atropina, il ciclopentolato e la tropicamide.

  • Atropina: ha un’azione lenta e solitamente si procede alla somministrazione di atropina collirio nei giorni precedenti alla visita. Per la sua azione lenta, rispetto agli altri cicloplegici, è utilizzata nei casi di uveiti e di spasmi del muscolo ciliare in seguito ad abrasione della cornea.
  • Ciclopentolato: è tra i cicloplegici più utilizzati nella pratica clinica. Ha un’azione rapida ed effetti più accentuati, per questo è impiegato per la maggior parte delle condizioni.
  • Tropicamide: questo farmaco è scelto soprattutto per la sua capacità di determinare la dilatazione delle pupille, piuttosto che per l’azione cicloplegica. È tuttavia utilizzato per spasmi dell’accomodazione in pazienti adulti.

Può essere utile, prima di procedere con la visita, applicare un anestetico topico così da ridurre gli effetti indesiderati come bruciore, irritazione e lacrimazione in seguito alla somministrazione dei farmaci cicloplegici.

Durante l’esame medico viene applicato il collirio nell’occhio e si induce la cicloplegia. In questo modo l’oculista ha la possibilità di individuare con maggiore facilità gli eventuali errori di rifrazione dell’occhio.

La cicloplegia si accompagna anche a midriasi permettendo l’analisi della retina e delle strutture posteriori dell’occhio.

Refrazione in cicloplegia

La refrazione in cicloplegia è un tipo di esame in cui l’oculista valuta l’errore di rifrazione meditante cicloplegia del cristallino. Anche in questo caso si ricorre quindi all’utilizzo di farmaci cicloplegici.

Con questa procedura l’oculista intende valutare il potere di rifrazione dell’occhio senza che l’esito possa essere in qualche modo condizionato dal paziente. È possibile ricorrere a questo tipo di esame per condizioni come miopia, ipermetropia e astigmatismo.

Inoltre, la refrazione in cicloplegia si rende necessaria nei pazienti in età pediatrica, quando poco collaborativi.

Negli adulti, questo esame può essere utile prima di eseguire un intervento di chirurgia refrattiva, per esser sicuri del corretto potere di rifrazione.

Farmaci per la cicloplegia

I farmaci cicloplegici sono quei medicinali che hanno come obiettivo portare alla paralisi del muscolo ciliare. Questi farmaci vengono realizzati infatti grazie a principi attivi in grado di fermare questo muscolo e di bloccarne l’attività per un periodo limitato.

Tra i principi attivi, i più utilizzati e conosciuti sono:

  • l’omatropina
  • l’atropina
  • la tropicamide
  • il ciclopentolato

Tra le caratteristiche di questi principi attivi c’è anche l’azione anticolinergica. Con questa parola viene descritta la capacità di questi prodotti di bloccare l’effetto dell’acetilcolina. Più semplicemente questi farmaci bloccano i recettori muscarinici.

Inoltre, questi prodotti vengono utilizzati non solo per l’attività cicloplegica, bensì anche per inibire il muscolo sfintere dell’iride. In questo modo si induce un effetto midriatico, ovvero di dilatazione della pupilla.

Utilizzo dei farmaci cicloplegici

Solitamente i farmaci cicloplegici che inducono la cicloplegia vengono prodotti in forma di colliri. Questo formato è fondamentale per ottenere l’effetto desiderato localmente e in via oculare, evitando così effetti sistemici.

Questi farmaci sono solitamente utilizzati da parte di medici e professionisti. Infatti, quando ci si reca a effettuare una visita specifica dall’oculista il collirio viene somministrato al paziente direttamente dal medico o dal personale sanitario.

Durante la visita oculistica vengono applicate alcune gocce di questi farmaci, solitamente agiscono in 20 minuti. In questo modo il medicinale ha il tempo di agire. I farmaci per cicloplegia possono essere applicati in un solo momento o in più somministrazioni di minore quantità e può essere necessario, soprattutto nei bambini, attendere più tempo rispetto ai canonici 20 minuti. In alcuni casi più particolari possono anche essere somministrati alcuni giorni prima.

In questo caso il paziente non entra a contatto con il medicinale e non necessita di ricetta medica in quanto non lo acquista in prima persona. Nel caso in cui però questi farmaci vengono prescritti insieme a terapie specifiche, possono essere richieste non solo le ricette mediche ma è assolutamente necessario seguire le indicazioni del medico.

Controindicazioni

Non sono molto frequenti gli effetti collaterali dei farmaci cicloplegici. Solitamente vengono tollerati in modo positivo dalla maggior parte dei pazienti che effettuano visite oculistiche specifiche. Il sintomo della cicloplegia più diffuso è sicuramente la difficoltà di mettere a fuoco gli oggetti vicini, ma è un disagio che può durare poche ore.

Nonostante questo, ci sono diverse controindicazioni ed effetti collaterali della cicloplegia che possono essere più o meno frequenti e di entità variabile. Tra questi:

  • maggiore pressione oculare
  • fotofobia
  • secchezza delle fauci
  • mal di testa
  • perdita di appetito
  • agitazione
  • confusione o sonnolenza
  • tachicardia
  • ritenzione urinaria

C’è poi una possibilità di reazioni allergiche da parte di soggetti sensibili, soprattutto nei bambini. È fondamentale in questi casi recarsi al pronto soccorso o avvertire immediatamente il proprio medico. Le reazioni allergiche sono solitamente dovute al principio attivo.

Fonti bibliografiche: