Molto spesso si pensa che i capillari rotti siano solo un problema di estetica, in particolare per il mondo femminile. In realtà possono essere degli importanti campanelli di allarme di un problema vascolare, il quale deve essere trattato seguendo una terapia adeguata.
I capillari rotti non sono un problema che affligge solo le donne in età avanzata, ma anche gli uomini e le donne giovani.
Conosciute anche come teleangectasie, si presentano come vere e proprie tele dal colore rosso-bluastro visibili in superficie sulla cute di diverse aree del corpo, come le caviglie, le cosce e la parte interna del ginocchio.
Le cause possono essere molteplici, dai problemi vascolari o componenti genetiche, fino ad arrivare a fattori esterni che riguardano lo stile di vita. Sono facili da individuare in quanto si presentano in modo molto chiaro sulla superficie della cute, ma come possono essere trattate? Soprattutto, si può fare prevenzione? Rispondiamo a tutte le domande in questo articolo.
Indice
Che cosa sono i capillari
Prima di capire quali sono le cause, i trattamenti e la possibile prevenzione da seguire, è fondamentale sapere che cosa sono i capillari. Si tratta dei più piccoli vasi sanguigni dell’apparato circolatorio nei quali si le arterie, e che poi confluiscono a formare i vasi venosi.
Entrambi i sistemi venoso e arterioso si diramano in vasi sanguini che diventano sempre più piccoli, fino a terminare nei capillari, i quali si ramificano tra le cellule dei tessuti.
I capillari sono fondamentali perché è qui che avvengono gli scambi metabolici e respiratori tra il sangue e il liquido intercellulare, che fornisce poi ai tessuti il rifornimento di ossigeno e sostanze nutritive. Le loro dimensioni sono molto ridotte e si misurano in micrometri, il diametro infatti va dai 5-8 micrometri fino ad arrivare ad un massimo di 25-30 micrometri.
Perché si rompono i capillari: cause e fattori di rischio
I capillari possono rompersi creando delle tele e assumendo un colore blu, rosso, viola o verde che diventa ben visibile sulla superficie cutanea. Per molti si tratta principalmente di un problema estetico ma è bene non sottovalutare una rottura frequente e diffusa dei capillari perché potrebbe essere un importante campanello di allarme.
Tra le principali cause e tra i fattori di rischio che portano alla rottura dei capillari ci sono:
- l’età, sono infatti più frequenti a partire dai 50-60 anni in quanto la pelle diventa più sottile e i capillari perdono di elasticità. Non è da escludere comunque che si presentino anche al di sotto dei 50 anni;
- la familiarità, in quanto la fragilità capillare può essere una condizione ereditaria;
- la gravidanza, perché in questo periodo c’è un maggiore flusso di sangue che scorre nelle vene e ne causa la dilatazione;
- gli squilibri ormonali e in particolare livelli elevati o bassi di estrogeni e progesterone;
- l’insufficienza venosa cronica, che può essere causata a sua volta da una vita sedentaria, dall’età o dall’obesità;
- uno stile di vita sedentario;
- stare molto tempo in piedi o vicino a fonti di calore costanti;
- i disturbi del fegato;
- la presenza di cellulite o di ritenzione idrica;
- l’assunzione di alcol o il fumo di sigaretta;
- la presenza di traumi o lesioni alle gambe;
- l’assunzione di alcune tipologie di farmaci, come i corticosteroidi e gli antidepressivi.
È fondamentale non sottovalutare la presenza di capillari rotti in quanto in alcuni casi rappresentano il primo stadio della Malattia Venosa Cronica o di disturbi del fegato in diversi stadi di evoluzione, che va trattata seguendo terapie specifiche. Quindi, prima di passare al trattamento è fondamentale effettuare una corretta diagnosi per agire sulle cause determinanti del problema.
Capillari rotti nelle gambe: quali sono i sintomi
Oltre all’estetica e quindi al fatto che i capillari rotti siano ben visibili a livello cutaneo, ci sono anche altri sintomi da monitorare e che possono essere ricondotti a tale problema. Tra questi, ci sono:
- dolori alle gambe o senso di bruciore
- prurito alle gambe
- gonfiore sia alle gambe che alle caviglie
- sensazione di pesantezza delle gambe
- possibile sanguinamento lieve dei capillari sottocutanei
- alterazione del colorito della pelle
I capillari possono quindi assumere diverse colorazioni tra cui blu, rosso, viola o verde.
Diagnosi e trattamento dei capillari rotti
Lo specialista a cui rivolgersi nel caso di capillari rotti è l’angiologo o il chirurgo vascolare.
La diagnosi va effettuata seguendo determinati passaggi:
- Esame obiettivo: un esame visivo delle teleangectasie può aiutare il medico a determinare la loro localizzazione, dimensione, colore e distribuzione sulla pelle.
- Anamnesi clinica: il medico può raccogliere informazioni dettagliate sulla storia medica del paziente, tra cui eventuali sintomi correlati, fattori di rischio e storia familiare di problemi vascolari.
- Esami strumentali: la diagnosi può essere confermata tramite ecocolordoppler, un esame che fornisce immagini delle vene e dei capillari degli arti inferiori, valutandone la morfologia e la funzione.
- Esami ematici: in alcuni casi, possono essere eseguiti esami del sangue per valutare i livelli ormonali, la funzione epatica e altri parametri correlati alla salute vascolare.
- Esami radiologici: in casi particolarmente complessi, possono essere richiesti esami radiologici come la tomografia computerizzata (TC) o la risonanza magnetica (RM) per valutare lo stato dei vasi sanguigni.
- Biopsia cutanea: in rari casi, il medico può optare per una biopsia cutanea per esaminare i tessuti delle teleangectasie in laboratorio e confermare la diagnosi.
La diagnosi differenziale è importante per escludere altre condizioni cutanee simili alle teleangectasie, come le petecchie, le varici o gli angiomi.
Dopo aver effettuato la diagnosi, lo specialista saprà dire qual è il trattamento più indicato che può differire da paziente a paziente, a seconda del livello di gravità e delle cause generanti la rottura dei capillari.
Terapie più diffuse per i capillari rotti
Tra le terapie più diffuse ed efficaci per la cura delle teleangectasie ci sono la scleroterapia, la laserterapia ed eventualmente alcune terapie farmacologiche.
La scleroterapia consiste nell’iniettare nei capillari una soluzione che innesca un processo infiammatorio che porta all’occlusione dei capillari stessi, con la conseguente scomparsa.
Solitamente servono più sedute, intervallate da diverse settimane, per permettere all’organismo di rispondere allo stato infiammatorio e ripristinare il corretto drenaggio.
Si tratta di una terapia ambulatoriale che non va a modificare lo stile di vita del paziente, il quale può tranquillamente svolgere le normali attività, in seguito ad ogni iniezione. È consigliabile in ogni modo svolgere questo trattamento durante il periodo invernale, e non durante il periodo estivo quando la pelle è maggiormente esposta ai raggi UV.
Un altro trattamento è la laserterapia nella quale i capillari vengono trattati con luce laser che ne impedisce il sanguinamento prevenendo così anche la rottura. In questo caso è sufficiente una sola seduta che, solo nei casi più gravi, può essere ripetuta. Non è un trattamento doloroso, ma ad alcuni pazienti può dare fastidio l’applicazione di una fonte di calore diretta sulla pelle; pertanto, si può richiedere il raffreddamento dell’area che deve essere trattata. Anche in questo caso il trattamento si effettua in regime ambulatoriale e il paziente può tornare alla propria routine senza problemi.
Infine, se non è richiesto l’intervento di tali terapie, si possono seguire anche trattamenti meno invasivi con farmaci per via orale, creme e pomate che contengano le vitamine K, C ed E oppure che contengano flavonoidi.
Tra i rimedi naturali contro i capillari rotti che si possono acquistare in erboristeria ci sono anche soluzioni a base di:
- mirtillo
- ippocastano
- centella asiatica
- vite rossa
- amamelide
Come prevenire i capillari rotti nelle gambe
Anche se in molti casi si tratta di un problema dettato dalla familiarità e dal patrimonio genetico, si può comunque effettuare una corretta prevenzione per evitare i capillari rotti nelle gambe. In generale è consigliabile seguire uno stile di vita sano e una dieta equilibrata, ricca di vitamine, flavonoidi e fibre. Si consiglia quindi di consumare molta frutta e verdura, in particolare quelle ricche di vitamina K e C.
Sono da evitare invece i cibi salati e ricchi di grassi saturi: il sale infatti è una delle maggiori cause della ritenzione idrica. È inoltre fondamentale svolgere attività fisica in modo regolare in modo da migliorare la circolazione sanguigna: bastano anche 20-30 minuti di camminata al giorno, e non è necessario praticare sport in modo più intenso.
Inoltre, è sconsigliabile l’utilizzo di pantaloni che siano eccessivamente aderenti, oltre che di scarpe con i tacchi che vanno ad affaticare le gambe.
Se si fa un lavoro sedentario è buona prassi prendersi delle pause, sollevando le gambe e facendo un po’ di movimento. Infine, è fondamentale mantenere un peso adeguato: essere in sovrappeso può rivelarsi infatti un fattore di rischio importante.
Infine, il fumo di sigaretta e il consumo di alcolici sono da evitare.