L’asma cardiaco è sintomo di una disfunzione del cuore, ovvero un’insufficienza cardiaca, una condizione in cui il muscolo cardiaco non riesce più ad assicurare la gittata ematica necessaria all’organismo.
Nell’insufficienza cardiaca, poiché il ventricolo sinistro non riesce a pompare sangue a sufficienza attraverso l’aorta, si verifica un accumulo a monte del sangue in arrivo che provoca a sua volta un aumento delle pressioni della circolazione sanguigna polmonare, con conseguente congestione locale.
Si tratta di una patologia di cui soffrono soprattutto i soggetti anziani e comporta sintomi molto simili a quelli dell’asma bronchiale, ovvero respiro sibilante, tosse e dispnea. Tuttavia, ci sono delle differenze che hanno a che fare con le cause scatenanti: alla base dell’asma bronchiale c’è risposta sproporzionata delle pareti muscolari dell’albero bronchiale, mentre l’asma cardiaco è causato dalla compromissione della funzione della pompa cardiaca.
Lo scompenso cardiaco è un problema sanitario tra i più rilevanti nei paesi industrializzati che interessa l’1-2% della popolazione adulta e più del 10% della popolazione di età superiore ai 70 anni. In Italia, la sua incidenza è pari allo 0,1-0,2% (87.000 nuovi casi all’anno) con una prevalenza dello 0,3-2%.
Indice
I sintomi dell’asma cardiaco
Alla base della manifestazione dei sintomi respiratori dell’asma cardiaco c’è l’edema polmonare dovuto all’ipertensione polmonare venosa, ovvero la presenza di fluido che si accumula negli alveoli e l’edema della mucosa dei bronchi. Questi eventi provocano a loro volta un riflesso nervoso di broncocostrizione.
I sintomi tipici dell’asma cardiaco sono:
- ingrossamento del muscolo cardiaco nella regione del ventricolo sinistro (evidente nella radiografia del torace);
- aumento del tempo di circolazione del sangue (si misura iniettando in una vena del braccio deidrocolato di sodio e poi si misura il tempo che intercorre fino a che non si percepisce il sapore amaro sulla lingua oppure iniettando un tracciante e registrando il momento in cui diventa rilevabile in una parte del corpo, di solito la punta delle dita o il lobo dell’orecchio)
L’asma cardiaco si manifesta in maniera improvvisa, in genere nel corso della notte quando il soggetto si trova in clinostatismo, cioè quando si ha un maggiore ritorno di sangue venoso al cuore. In particolare, i sintomi sono sensazione di soffocamento e fame d’aria (dispnea). Di norma la posizione seduta consente un rapido e spontaneo recupero nell’arco di circa 30 minuti.
Se i sintomi si presentano durante il giorno vi è alla base una causa scatenante come una forte emozione, eccessivo sforzo fisico, aritmia parossistica (alterazione improvvisa e consistente della frequenza del battito cardiaco) e così via.
Differenze tra asma cardiaco ed asma bronchiale
Asma bronchiale e asma cardiaco condividono una serie di sintomi che potrebbero rendere difficoltosa la diagnosi differenziale. Questi sintomi sono:
- dispnea (respiro difficoltoso e disordinato);
- sibili, rantoli e fischi durante la respirazione;
- tosse con espettorato schiumoso;
- sudorazione fredda e cianosi (colorazione della pelle tendente al blu).
Tuttavia, l’asma cardiaco presenta dei sintomi precisi, ovvero:
- un ingrossamento del muscolo cardiaco (soprattutto a carico del ventricolo sinistro) rilevabile grazie ad una radiografia;
- un aumento del tempo di circolazione del sangue.
Bisogna, infatti, considerare che l’asma bronchiale è la conseguenza di un processo infiammatorio cronico dell’albero respiratorio, che è assolutamente assente nell’asma cardiaco dove la sintomatologia è la conseguenza di problemi cardiaci.
La diagnosi esatta della malattia è fondamentale perché asma bronchiale ed asma cardiaco richiedono due diverse terapie e un trattamento scorretto dell’asma cardiaco può portare a peggioramenti, anche gravi.
Le cause dell’asma cardiaco
Ci sono alcuni problemi meccanici che compromettono il corretto funzionamento del ventricolo sinistro e che causano l’asma cardiaco. Tra questi ci sono:
- stenosi (ovvero restringimento) della valvola mitralica, che controlla il passaggio del sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro, che determina un aumento di pressione che si trasmette al circolo polmonare;
- ostacoli nel tratto di efflusso del ventricolo sinistro che ne compromettono il fisiologico svuotamento durante la fase di contrazione come ispessimento del pericardio, emboli, tumori, etc;
- ostacoli che ostruiscono o comprimono la vena polmonare.
Elementi invece che possono compromettere la forza di contrazione del ventricolo sinistro sono:
- compromissioni delle fibre muscolari del miocardio in conseguenza di un infarto o di processi infiammatori;
- patologie che ne compromettono la funzionalità come le tachicardie.
Infine, può registrarsi un aumento del carico di lavoro che grava sul ventricolo sinistro a causa di:
- stenosi dell’aorta (il restringimento della valvola aortica aorta richiede, da parte del ventricolo sinistro, un maggior carico di lavoro per assicurare all’organismo una sufficiente gittata ematica);
- rigurgito mitralico (conseguenza di una imperfetta chiusura della valvola mitralica durante la fase sistolica che comporta un maggior carico di lavoro per il ventricolo sinistro);
- rigurgito aortico (chiusura imperfetta della valvola aortica durante la fase di rilassamento del muscolo cardiaco che fa diminuire il flusso ematico arterioso in uscita e per compensare il ventricolo sinistro deve pompare il sangue con maggior sforzo).
La diagnosi dell’asma cardiaco
La corretta diagnosi della malattia è molto importante: si procede con inquadramento diagnostico in ambiente pre-ospedaliero da parte del servizio di assistenza territoriale. Nello specifico, il medico definisce il quadro clinico del paziente identificando i parametri che possono essere utili per differenziare l’asma bronchiale e l’asma cardiaco che, anche se minime, esistono.
I parametri che il medico tenta di identificare sono:
- l’ingrossamento del cuore rilevabile da una radiografia;
- l’aumento del tempo di circolazione del sangue.
Questi rappresentano infatti i sintomi caratteristici dell’asma cardiaco che lo differenziano da quello bronchiale.
L’asma cardiaco rappresenta una condizione complessa che si sviluppa a partire dai problemi strutturali o funzionali del sistema cardiocircolatorio. Questa patologia può progredire nel tempo, aumentando in gravità e compromettendo sempre di più la funzione respiratoria e cardiovascolare del paziente. Pertanto, è di fondamentale importanza una diagnosi tempestiva e accurata per garantire un intervento terapeutico appropriato e migliorare l’esito clinico.
Gli ultimi sviluppi nella diagnosi dell’asma cardiaco includono l’impiego di avanzate tecniche di imaging cardiaco, come la risonanza magnetica cardiaca e la tomografia computerizzata, che consentono una valutazione dettagliata della struttura e della funzione cardiaca. Inoltre, l’utilizzo di biomarcatori cardiaci, come il B-type natriuretic peptide (BNP) e il N-terminal pro-BNP (NT-proBNP), può fornire informazioni preziose per la diagnosi differenziale e la valutazione della gravità della condizione.
Trattamento dell’asma cardiaco
La cura dell’asma cardiaco prevede l’assunzione di farmaci. La patologia di base che deve essere trattata per evitare che il sintomo si ripresenti e lo scompenso cardiaco.
Infatti, l’asma cardiaco prevede un trattamento acuto che comporta la sedazione e la somministrazione di farmaci per ridurre la congestione polmonare (con integrazione di ossigeno se necessario) e per aumentare la forza di contrazione del muscolo cardiaco. Spesso si somministrano opportuni farmaci e diuretici, ovvero:
- Furosemide, un diuretico che serve a trattare l’ipertensione e l’accumulo di liquidi nelle vie respiratorie;
- Nitroglicerina, che abbassa la pressione sanguigna;
- Morfina, che produce vasodilatazione periferica ed ipotensione calmando la dispnea.
Superata la crisi di asma, bisogna considerare che non si tratta appunto di una patologia ma del segno di uno scompenso cardiaco, per cui la terapia vera e propria è quella che va a curare tale problematica: la sua remissione risolve il problema dell’asma cardiaco.
Fonti bibliografiche:
- Cardiac Failure Review, 2019;5(1):50–6. Biomarkers in Routine Heart Failure Clinical Care, Sunil K Nadar, Muhammad Mujtaba Shaikh. https://doi.org/10.15420/cfr.2018.27.2
- Internal Journal of Emergency Medicine, L’approccio ABCDE nello scompenso cardiaco in emergenza urgenza: un nuovo algoritmo decisionale per la gestione clinico/terapeutica