Il 15 dicembre 1960, il Belgio era in festa per le nozze di Re Baldovino e l’aristocratica spagnola Fabiola de Mora y Aragón. Il sì venne pronunciato nella cattedrale dei Santi Michele e Gudula a Bruxelles.
Questo royal wedding segnò l’inizio di una relazione durata fino alla morte prematura di Baldovino, avvenuta nel 1993. La grande fede religiosa è stato il punto in comune tra i due coniugi che li ha accompagnati per tutta la vita. Questo legame era un simbolo di integrità morale per la monarchia belga, che li rese una delle coppie reali più amate del Paese.
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Un matrimonio da favola
Quando si sposarono, Baldovino era già Re da 9 anni e la loro viene ricordata ancora oggi come una delle cerimonie più sfarzose mai viste in Belgio. La Cattedrale era addobbata con migliaia di garofani rosa spediti dalla Spagna, terra natale di Fabiola.
L’abito indossato da Fabiola venne disegnato da Cristóbal Balenciaga, uno dei più noti stilisti dell’epoca ed è diventato uno dei vestiti da sposa più iconici di tutti i tempi. La tiara delle “Nove Province”, regalata alla madre di Baldovino per le nozze, brillava sui capelli della sposa.
Il fidanzamento a Lourdes
La proposta di matrimonio avvenne a Lourdes e data la loro grande devozione non avrebbe potuto esserci posto migliore per sancire questa unione. Nel libro “King Baudouin – The Legacy of a Life”, scritto dal cardinale Léon-Joseph Suenens, arcivescovo di Malines-Bruxelles, – che aveva stretto con re Baldovino una profonda amicizia fin dai primi anni ’60 e che mantenne fino alla sua morte – si racconta che a seguito di varie vicissitudini l’8 luglio, dopo la messa dedicata a santa Elisabetta del Portogallo, avvenne la richiesta.
Baldovino raccontò in una lettera indirizzata al prelato: “All’improvviso, quando nulla prevedeva questa reazione, Avila (Fabiola) mi ha chiesto se non potevamo fermarci e dire tre Ave Maria per ringraziarla di tutta la sua gentilezza e del suo amore per noi “. Dopo le preghiere ripresero il cammino senza dire una parola. All’improvviso, Fabiola ruppe il silenzio: “Questa volta è sì e non voglio guardarmi indietro”. “Era così bello che avrei voluto piangere di gioia e di gratitudine alla nostra Madre Celeste”, confidò il Re a Suenens. L’ufficialità del fidanzamento venne data due mesi dopo, a settembre.
La sposa spagnola
Fabiola de Mora y Aragón, figlia dei marchesi di Casa Riera, infermiera in un ospedale di Madrid e scrittrice, era una scelta inusuale ma perfetta per il timido re belga. Prima del suo matrimonio, pubblicò anche un album di 12 fiabe “Los doce cuentos maravillosos”. Entrambi profondamente religiosi, condividevano valori che li avrebbero uniti nella vita personale e nelle responsabilità pubbliche. Papa Giovanni XXIII benedisse il loro matrimonio, un evento raro per una coppia reale, ma che dimostrava quanto fosse importante per loro la dimensione spirituale.
Nonostante il grande splendore della celebrazione, la vita matrimoniale di Baldovino e Fabiola è stata caratterizzata da una sobrietà e una riservatezza che rispecchiavano i loro valori morali.
Un dolore incolmabile
La mancanza di figli, a causa di cinque aborti spontanei, fu una delle prove più dolorose che affrontarono, ma che rafforzò ulteriormente il loro legame e la loro dedizione alla monarchia. “Dio ci ha dato una vita più piena di quanto avremmo potuto immaginare”, disse Fabiola riflettendo sulla mancanza di figli.
Baldovino, diventato re a soli 20 anni dopo l’abdicazione del padre, Leopoldo III, visse un’infanzia difficile, segnata dall’occupazione nazista e dalle controversie che circondarono la figura del padre. Fabiola, dal canto suo, divenne una presenza rassicurante nella vita del giovane monarca, offrendo non solo amore, ma anche supporto morale e stabilità.
Il no alla legge sull’aborto
Uno degli episodi più significativi del regno di Baldovino fu il suo rifiuto di firmare una legge che legalizzava l’aborto nel 1990. Questa decisione, basata su profonde convinzioni religiose, causò una crisi politica. Baldovino dichiarò che la sua fede cattolica non gli permetteva di autorizzare una legge che contraddiceva i suoi principi morali.
Per evitare uno scontro istituzionale, il Parlamento belga applicò una legge per la quale il re fu temporaneamente incapace di esercitare le sue funzioni per meno di quarantotto ore, permettendo al governo di approvare la legge senza il suo consenso.
La fermezza di Baldovino in questa occasione fu accolta con reazioni contrastanti. Da una parte, i conservatori e molti cattolici applaudirono la sua decisione, vedendo in lui un esempio di integrità morale. Dall’altra, i sostenitori dei diritti civili e delle libertà individuali criticarono la sua posizione, vedendola come un’interferenza religiosa nelle questioni politiche. Tuttavia, la scelta confermò la sua immagine di monarca che metteva la fede e i suoi principi sopra ogni altra cosa.
La richiesta di beatificazione
Dopo la morte di Baldovino nel 1993, il suo ricordo rimase molto vivo in Belgio, tanto che alcuni fedeli iniziarono a richiederne la beatificazione, ispirati dal suo comportamento esemplare e dalla sua profonda devozione.
Durante la recente visita in Belgio, Papa Francesco si è recato nella cripta reale della Chiesa di Nostra Signora di Laeken, alla presenza degli attuali sovrani, per pregare sulla tomba di Baldovino ricordando il gesto fatto dal sovrano nel 1990 e chiedendo di guardare al suo esempio, auspicando che proceda la causa di beatificazione del Re belga.
In abito bianco per la morte del Re
La morte di Baldovino nel 1993, avvenuta improvvisamente mentre si trovava in vacanza in Spagna, lasciò il Belgio in uno stato di profondo lutto. Il re, che non aveva compiuto ancora 63 anni, era una figura amatissima e il suo funerale fu un evento di portata nazionale. Migliaia di persone si radunarono per rendergli omaggio, e Fabiola, pur devastata dal dolore, mostrò una compostezza unica. Al funerale indossò un abito bianco, simbolo di “resurrezione e speranza”, come tenne a precisare la stessa Fabiola.
Anche dopo la morte del marito, Fabiola continuò a rappresentare la monarchia belga, mantenendo un ruolo di rilievo nella vita pubblica fino alla sua morte, avvenuta nel 2014. Parlando del marito, Fabiola affermava “È stato un dono unico, oggi, domani e per l’eternità”.
L’eredità di un amore senza tempo
Mentre il Belgio guarda al futuro sotto la guida di Re Filippo, figlio di Alberto II, fratello e successore di Baldovino, l’eredità di questa coppia reale rimane un punto di riferimento per la nazione. Il ricordo della dedizione e dell’impegno della coppia reale verso il popolo belga continua a ispirare e rimane indelebile nelle loro menti.