Re Carlo e il Principe Harry, il retroscena sull’incontro segreto: “Così ha rovinato tutto”

Re Carlo e il Principe Harry si sono rivisti in segreto dopo 19 mesi. Ma la richiesta di scorta armata avrebbe riaperto la frattura tra padre e figlio

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Ilaria di Pasqua

Lifestyle Editor

Nata a Carpi, si laurea in Fashion Culture and Management. La sua avventura nella moda comincia come Producer, ma nel 2020, con coraggio, diventa Web Editor, fonde stile e scrittura con amore.

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Cinquanta minuti. Tanto è durato l’incontro tra Re Carlo e il Principe Harry, avvenuto in gran segreto a Clarence House dopo quasi due anni di silenzio e tensione. Un tè tra padre e figlio che avrebbe potuto segnare una svolta, un gesto di riconciliazione atteso e forse temuto da entrambi. Ma secondo quanto rivelato da fonti vicine alla famiglia reale, la tregua è durata poco: le nuove richieste di Harry sulla scorta armata avrebbero di nuovo incrinato il rapporto, riportando tutto “al punto di partenza”.

La storia si ripete, e con essa anche il fragile equilibrio tra il sovrano e il figlio ribelle.

Re Carlo e il Principe Harry: incontro segreto dopo 19 mesi di silenzi

Era settembre quando Re Carlo III e il Principe Harry si sono finalmente rivisti dopo 19 mesi. Un incontro riservato, lontano dai flash e dalle dichiarazioni pubbliche, avvenuto a Clarence House, la storica residenza londinese del Re. A spingere Harry verso Londra, la volontà di ristabilire un contatto con la sua famiglia dopo la fine della battaglia legale con il governo britannico sul tema della sicurezza personale.

Secondo The Sunday Times, il duca di Sussex avrebbe voluto approfittare dell’occasione per chiedere una nuova valutazione dei rischi da parte del Royal and VIP Executive Committee, il comitato che decide chi può ricevere protezione armata nel Regno Unito. In sostanza, Harry avrebbe chiesto di riottenere la scorta pagata con fondi pubblici, la stessa che aveva perso quando ha rinunciato ai doveri reali nel 2020. Ma la richiesta, a quanto pare, non sarebbe stata accolta con entusiasmo a Buckingham Palace.

“Complica tutto”: il malumore a Palazzo

Una fonte interna al Palazzo, citata da The Times, ha commentato con toni tutt’altro che concilianti: “Complica le cose per il Re. Non aiuta. Siamo tornati al punto di partenza”.

Il sovrano, infatti, non può per legge intervenire in questioni di sicurezza o influenzare le decisioni del governo. Anche se si trattasse del proprio figlio. “Il Re non può e non deve fare pressioni su questioni di politica interna, nemmeno quando riguardano la sua famiglia” – ha spiegato un insider reale – “il rappresentante della Casa Reale nel comitato RAVEC non è lì per prendere posizione, ma solo come tramite”.

Un confine che per Re Carlo, da sempre attento al protocollo, è sacro. E che per Harry, invece, sembra difficile da accettare. L’ex duca di Sussex ha più volte espresso pubblicamente la sua frustrazione per la decisione di essere privato della protezione 24 ore su 24. Dopo l’abbandono della vita reale e il trasferimento in California con Meghan Markle, Harry ha dichiarato: “Non riesco a immaginare un mondo in cui potrei portare mia moglie e i miei figli nel Regno Unito senza garanzie di sicurezza”.

Il “problema sicurezza” che divide padre e figlio

Dietro le quinte del loro rapporto si nasconde proprio questa ossessione per la sicurezza. Harry, 41 anni, ritiene che la sua notorietà lo esponga a rischi elevati, anche ora che non è più un “working royal”. E gli ultimi episodi sembrano dargli ragione: secondo il Daily Mail, una donna considerata una stalker sarebbe riuscita a entrare in una zona riservata del Royal Lancaster Hotel a Londra, a pochi metri dal principe, durante un evento benefico.

Poche ore dopo, la stessa donna sarebbe stata vista nei pressi del Centre for Blast Injury Studies, dove Harry aveva altri impegni ufficiali.

Episodi che, secondo il duca, giustificherebbero la necessità di una protezione speciale. Così, poco prima di incontrare il padre, avrebbe scritto una lettera alla ministra dell’Interno Shabana Mahmood, chiedendo formalmente un nuovo riesame del suo livello di rischio.

Un gesto che, nelle intenzioni, doveva rappresentare un atto di tutela personale, ma che agli occhi di Re Carlo è stato letto come l’ennesimo segnale di distanza.