Juan Carlos I è una figura complessa e fondamentale nella storia recente della Spagna. Nato a Roma il 5 gennaio 1938, durante l’esilio della famiglia reale spagnola, ha avuto una vita segnata da una giovinezza non facile, un trono che lo ha portato ad essere molto amato e un’abdicazione seguita da un grande declino.
Il suo regno, durato dal 1975 al 2014, è stato un periodo di trasformazione per la Spagna, che ha visto la transizione dalla dittatura franchista alla democrazia.
Indice
L’infanzia romana
Juan Carlos è nato in Italia, dove la famiglia reale iberica viveva in esilio dopo la proclamazione della Repubblica spagnola nel 1931 e l’allontanamento e la successiva abdicazione di suo nonno, Alfonso XIII.
Cresciuto a Roma, Juan Carlos ha trascorso un’infanzia lontana dalla sua patria, fino a quando, nel 1947, il dittatore Francisco Franco ha deciso di riportarlo in Spagna per iniziare il suo addestramento come futuro capo dello Stato.
Ha frequentato l’Accademia Militare di Saragozza, la Scuola Militare Navale e l’Accademia dell’Aeronautica; completando anche gli studi all’Università di Madrid.
La morte del fratello Alfonso
Nel marzo 1956, mentre Juan Carlos e il fratello Alfonso si trovavano nella residenza dei genitori, a Estoril, in Portogallo, per festeggiare la Pasqua, Alfonso è morto accidentalmente per un colpo d’arma da fuoco.
Ci sono varie versioni sulla dinamica dell’incidente: ufficialmente al fratello minore di Juan Carlos è partito un colpo mortale mentre puliva un revolver, ma altre ipotesi, mai confermate, supponevano che la pistola al momento dello sparo fosse nelle mani di Juan Carlos. Un grave lutto e una grande tragedia per i Borbone e soprattutto per Juan Carlos.
Le nozze con Sofia di Grecia
Nel 1954, il futuro Juan Carlos I era a bordo della nave Agamennon, per la famosa “Crociera dei Re” nelle isole greche quando ha conosciuto Sofia, figlia del Re Paolo I di Grecia e di Federica di Hannover.
Non è stato però sulla nave che è sbocciato l’amore, ma sette anni più tardi, nel giugno 1961, in occasione del matrimonio del Duca e della Duchessa di Kent, a York. Quasi un anno dopo, il 14 maggio 1962, Juan Carlos e Sofia si sono sposati ad Atene. Dall’unione tra i due sono nati tre figli: Elena, Cristina e Felipe, l’attuale Re.
Il successore di Francisco Franco
Nel 1969, Francisco Franco ha designato ufficialmente Juan Carlos come suo successore, assegnandogli il titolo di “Principe di Spagna”. Questa decisione ha suscitato controversie, poiché molti monarchici avrebbero preferito suo padre, il Conte di Barcellona, come erede al trono.
Per lo stesso motivo anche il padre, Don Juan, per anni ha avuto rapporti molto difficili con Juan Carlos. Franco vedeva in Juan Carlos un uomo giovane e apparentemente malleabile, pronto a proseguire la linea autoritaria del regime.
Quando Franco è morto nel novembre 1975, Juan Carlos è salito al trono promettendo di essere “re di tutti gli spagnoli, senza eccezioni”, giurando fedeltà ai principi del franchismo. Ma il nuovo Re, sorprendentemente, ha preso in seguito una strada diversa.
Con una strategia politica astuta e coraggiosa, ha iniziato a smantellare gradualmente il regime autoritario, lavorando per trasformare la Spagna in una monarchia costituzionale.
Dalla dittatura alla monarchia costituzionale
Uno dei momenti più memorabili del regno di Juan Carlos è stato il suo ruolo cruciale nella transizione democratica. In una rara intervista rilasciata alla televisione spagnola nel 2000, ha raccontato il suo desiderio che: “la monarchia fosse aperta e vicina al popolo, che molte persone potessero raggiungere il Re, la Regina, in breve, che potessero vederci, potessero parlare con noi”.
“Fin dall’inizio, sapevo che la monarchia non poteva essere altro che democratica. Ma il problema era, come realizzarla? Questo non lo sapevo”, ha proseguito il Re. La riuscita del suo intento lo ha fatto rimanere saldo al timone e amato dal popolo per quasi 39 anni.
Nel 1977, la Spagna ha tenuto le sue prime elezioni democratiche in oltre 40 anni e, nel 1978, è stata approvata una nuova costituzione che limitava i poteri del re e stabiliva una monarchia costituzionale.
Tuttavia, la vera prova del suo impegno verso la democrazia è arrivata il 23 febbraio 1981, durante il tentativo di colpo di stato militare noto come “23-F”. In una situazione di altissima tensione, con i golpisti che avevano preso il controllo del Parlamento, Juan Carlos è apparso in televisione in uniforme militare per condannare il golpe e dichiarare il suo sostegno alle istituzioni democratiche.
Questo gesto ha consolidato il suo ruolo di leader democratico e ha rafforzato la fiducia del popolo nella monarchia. Fino a pochi anni fa, tutti dicevano che la Spagna non era monarchica ma Juancarlista.
Un Re moderno e internazionale
Durante il suo regno, Juan Carlos ha lavorato per migliorare le relazioni internazionali della Spagna, trasformandola in un Paese moderno e rispettato sulla scena globale. È stato il primo monarca spagnolo a visitare le Americhe nel 1976 e ha compiuto viaggi storici in paesi come la Cina e Cuba, segnando un nuovo capitolo nelle relazioni diplomatiche spagnole.
Nel 1986 Elisabetta II ha invitato Juan Carlos in visita di Stato nel Regno Unito per la prima volta dopo oltre 80 anni. Durante la visita Juan Carlos ha tenuto un discorso presso il Parlamento, il primo in assoluto per un Monarca straniero. Dodici anni dopo, è stato il primo di Capo di Stato straniero a leggere un discorso al Parlamento italiano.
Più recentemente, nel 2007, durante il vertice ibero-americano, la sua discussione col Presidente del Venezuela Hugo Chávez, ha fatto il giro del mondo. Chávez interrompeva ripetutamente il Premier spagnolo in carica José Luis Zapatero, così Juan Carlos, in modo netto e inequivocabile, ha pronunciato le parole “¿Por qué no te callas?”, facendo tacere il Presidente. Una frase che ha avuto un grande impatto sociale.
Le ombre del regno e l’abdicazione
Nonostante i successi, gli ultimi anni del regno di Juan Carlos sono stati segnati da scandali. Nel 2012, il Re si è trovato al centro di una controversia per un viaggio in Botswana intrapreso nel bel mezzo di una grave crisi economica in Spagna. Durante il lussuoso viaggio, Juan Carlos si è rotto l’anca cadendo, mentre cacciava elefanti con Corinna zu Sayn-Wittgenstein, sua presunta amante da diversi anni.
Inoltre, la famiglia reale è stata successivamente coinvolta in scandali finanziari, con accuse di corruzione rivolte alla figlia Cristina e al genero Iñaki Urdangarin che è stato condannato. Anche Juan Carlos stesso ha affrontato indagini su presunti fondi non dichiarati e regali ricevuti da monarchi stranieri.
Sebbene sia stato fatto di tutto per tenere lontano il Re dallo scandalo, un sondaggio d’opinione del gennaio 2014 suggeriva che il 62% degli spagnoli avrebbe voluto vederlo abdicare.
Queste vicende hanno danneggiato la sua reputazione, macchiando l’immagine della monarchia e hanno portato il Re a una decisione storica: il 19 giugno 2014, ha abdicato in favore del figlio, Felipe VI, ponendo fine a un regno di quasi 40 anni.
La motivazione è stata spiegata nel discorso televisivo del 2 giugno dallo stesso Juan Carlos che ha detto di averci pensato per la prima volta a gennaio e di aver preso questa decisione per lasciare il posto a “una nuova generazione”.
Anche la vita privata del Re ha fatto molto discutere: i presunti continui tradimenti di Juan Carlos nei confronti della moglie Sofia sono stati e continuano ad essere protagonisti nella cronaca rosa spagnola.
La vita da Re Emerito
Dopo l’abdicazione, Juan Carlos ha mantenuto il titolo di “Re Emerito” ma si è ritirato gradualmente dalla vita pubblica. Nel 2020, ulteriori scandali finanziari lo hanno portato a lasciare la Spagna e trasferirsi negli Emirati Arabi Uniti, dove vive ancora oggi.
Juan Carlos I è una figura che continua a dividere l’opinione pubblica. Da un lato, è celebrato come l’artefice della democrazia spagnola, un leader coraggioso che ha guidato il Paese in un momento di crisi. Dall’altro, i suoi errori personali e i problemi legali hanno messo in discussione l’integrità della monarchia.
Nonostante le ombre che hanno caratterizzato gli ultimi anni del suo regno, il contributo di Juan Carlos alla democrazia spagnola sarà ricordato come il suo lascito più importante.