Camilla infrange la lunga tradizione: l’imbarazzo di Carlo (che corre ai ripari)

La Regina consorte ha congedato le dame di compagnia, ritenendo che al giorno d'oggi siano un extra che pesa sulle spese della Corona inglese

Foto di DiLei

DiLei

Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

Pubblicato: 27 Novembre 2022 20:28

Niente più dame di Corte: a deciderlo, infrangendo una tradizione secolare, è stata la Regina consorte Camilla, che, seguendo la politica di snellimento di Carlo III, ha abbandonato questa usanza. Eppure, lo stesso Re, ha cercato di correre ai ripari, salvandone alcune legate alla Famiglia Reale da un lungo rapporto di fiducia reciproca.

Al tempo stesso, è stato proprio lui a dimezzare lo staff di Clarence House, loro residenza fino a qualche mese fa. Questa politica di economia della Corona inglese sta facendo discutere molto, tra cosa andrebbe fatto e cosa no.

Camilla rivoluzionaria: la tradizione che vuole cancellare

Un gatto che si morde la coda. Il Regno Unito e la Corona si sono rincorsi per decenni per l’eccesivo numero di servitù, attendenti vari, consiglieri (per non parlare delle spese per parate, manifestazioni e manutenzione dei Palazzi), e ora che Re Carlo sta procedendo con una linea dura, a molti sembra non piacere.

Abbiamo da un lato la necessità di portare la Corona verso una nuova linea moderna, da un lato i nostalgici e coloro che hanno sempre e comunque da ridire. L’ultima decisione cha fa discutere è quella rivoluzionaria presa dalla Regina consorte Camilla: addio dame di corte, siamo nel 2022 e non sono più necessarie. C’è già uno staff fidato che si occupa delle sue faccende, e una ristretta cerchia di amiche e confidenti, per questo Camilla ha optato per una eliminazione di un ruolo ormai considerato obsoleto.

E la reazione è immediata, anche perché, alcune di queste dame sono a Palazzo da decenni, sempre al fianco della Regina Elisabetta, e quindi per alcuni è inaccettabile mandarle via. Questo viene dunque considerato un insulto a una tradizione antichissima. Ma perché la moglie di Carlo dovrebbe avere delle dame (molto delle quali ormai anziane e che hanno solo un ruolo figurativo) quando si invoca a gran voce un ridimensionamento delle spese Reali?

Tutta una questione di immagine, di equilibri tra famiglie nobilissime dalle quali provengono le signore, e per questo, lo stesso Re Carlo, è intervenuto per limitare i danni. Camilla avrà sei attendenti, dame fidate che conoscono la coppia da molti anni, che non avranno un ruolo fisso, ma che a turno si avvicenderanno solo per gli impegni più importanti, e non quotidianamente. Tre delle dame di Elisabetta II, le più care alla Famiglia Reale, resteranno invece a Corte, con nuovi incarichi. Insomma, questo taglio in realtà non c’è stato.

Una mediazione, che serve a tenere passato e presente sullo stesso piano, anche se non è chiaro ancora per quanto. Una volta diventate troppo anziane le attuali dame di compagnia, Camilla opterà per non sceglierne di nuove, e questa figura che affonda le sue radici (e il suo significato), in un passato ormai remoto, scomparirà per sempre.

Carlo si contraddice: addio allo staff di Clarence House

Però, come dicevamo, le contraddizioni non cessano. Se appunto, abbiamo da una parte coloro che vogliono dei tagli e gli irrinunciabili nostalgici, anche Re Carlo sembra avere il piede in più scarpe.

Sarà pur vero che ha impedito a Camilla di licenziare su due piedi le dame di compagnia, ma lui stesso ha congedato quasi tutto lo staff di Clarence House, dove la coppia risiedeva prima di trasferirsi a Buckingham Palace. Lo scorso settembre, infatti, dopo la morte della Regina Elisabetta, Carlo e Camilla hanno dovuto lasciare la loro residenza, per vivere a Palazzo, e la rapidità con la quale sono arrivate le lettere di licenziamento ha indispettito e lasciato senza parole lo staff.

Una piccola parte ha seguito la coppia, una ancora più esigua è rimasta fissa a Clarence House, ma tutti gli altri sono stati mandati a casa con effetto immediato. Sono dunque intervenuti in loro sostegno i sindacati, che hanno sottolineato come, seppure era ovvio che ci sarebbero stati importanti cambiamenti, i modi e la velocità con i quali sono avvenuti sono stati spietati.

Il gioco dei titoli nobiliari

Un’altra discrepanza nel procedimento di snellimento voluto da Re Carlo sta nella ormai nota questione dei titoli. Nei giorni scorsi ha fatto discutere la decisione del Sovrano di non conferire a suo fratello, il Principe Edoardo, il titolo di Duca di Edimburgo. La motivazione ufficiale è stata quella di non gravare ancora sull’economia con ulteriori titoli nobiliari, considerati un extra inutile in questo momento.

Ma, nelle scorse ore, sulla stampa inglese è esplosa una notizia davvero inaspettata: sarà Charlotte, figlia di William e Kate Middleton, ad avere un giorno il titolo di Duchessa di Edimburgo. Il perché è presto detto: affidare il titolo a una diretta discendente del Re. Quindi, non si trattava di “economia monarchica”, ma solo di giochi di potere?