All’inizio dell’estate un collega di una sede fuori regione viene mandato da noi per seguire un corso d’aggiornamento due giorni a settimana. Avevamo avuto a che fare via mail e al telefono, nulla di più. Vabbè per farla breve: ci piacciamo e iniziamo a flirtare. La cosa va avanti per tutta l’estate, con l’interruzione delle ferie di agosto. Ma non succede niente di concreto. Premetto che siamo tutti e due sposati con famiglia. Fine agosto ricominciamo a vederci e lui ha la possibilità di fermarsi anche un sabato, con la scusa di un evento sportivo da seguire con fantomatici amici. In realtà mi propone una fuga fuori Roma. Io mi sento come una ragazzina, ho il cuore che vola e le farfalle nello stomaco. Mi invento pure io una scusa a casa per mollare marito e figlia, ma poi all’ultimo la madre e la moglie che sono mi sommergono di sensi di colpa e gli tiro buca. Ovviamente lui ci resta malissimo. Adesso, lui ha concluso il corso di aggiornamento e molto probabilmente tra un mesetto inizierà a seguire un progetto che lo porterà a stare in sede da noi almeno un giorno a settimana. Quindi continueremo a vederci in ufficio. In tutto questo io non riesco a smettere di pensare a lui, in un mese sono dimagrita perché ho lo stomaco chiuso. Mi mangio le mani per avere perso un’opportunità. Ho perso la testa.
Amica mia, la storia che racconti con così tanta enfasi e passione sembra essere uscita da un romanzo rosa. Non faccio fatica, dunque, a comprendere ciò che nutri nei confronti di questa nuova e inedita situazione che ti fa tremare il cuore.
Sono un’inguaribile romantica, e quindi non posso non subire anche io il fascino di questo flirt che profuma d’amore, ma sono anche una persona estremamente razionale e con il tempo ho imparato che i segnali che ci arrivano dal cuore hanno bisogno anche di un po’ di razionalità per essere interpretati.
Hai perso la testa: lo hai scritto, lo hai dichiarato e con le tue parole lo hai confermato. Tuttavia devo dirti che spesso, molto più di quanto ce ne rendiamo conto, troviamo degli escamotage, anche piuttosto eccitanti, per sfuggire dalla routine o da qualcosa che ormai ci sta stretto. Devo chiedertelo: in tutto questo, il tuo matrimonio che ruolo ha? Che considerazione hai dei sentimenti che nutri per tuo marito, se questi esistono ancora?
Dalle tue parole mi arriva tutto il coinvolgimento nei confronti di questo collega, ma non percepisco nessun dubbio, né tanto meno alcuna preoccupazione nei confronti, invece, della tua relazione attuale. Con questo, intendiamoci, non voglio nutrire eventuali sensi di colpa, né tanto meno giudicare le tue scelte e i tuoi sentimenti, non potrei mai farlo. Ti scrivo così come farei con un’amica e a quella direi che, prima di lanciarsi in quella che sembra un’entusiasmante avventura sentimentale, dovrebbe riflettere sui motivi che la spingono a pensare a lui, notte e giorno.
Se quella nei confronti del tuo collega fosse solo un’infatuazione nutrita dall’idealizzazione di ciò che non hai, e che non puoi avere, saresti davvero disposta a rischiare di perdere ciò che hai? Mettiti all’ascolto di quello che provi, delle tue emozioni e dei tuoi sentimenti, e chiediti cos’è che vuoi davvero. La risposta è già dentro di te.
Riguardo all’opportunità che dichiari di aver perso, non sono sicura che sia davvero così. Presto ricomincerai a vederlo e nulla e nessuno può impedirti di riavvicinarti a lui come desideri e di avere quella possibilità che cerchi. Ti invito, però, a riflettere bene prima di agire perché poi, indietro, non potrai più tornare.